mercoledì 25 marzo 2020

Full Metal Jacket, da consulente sul set al sergente Hartman: come R. Lee Ermey ha soffiato il ruolo a un altro attore

Quando si pensa a Full Metal Jacket vengono subito alla mente palla di lardo e il soldato Joker, ma è soprattutto il sergente Hatman il personaggio che resta impresso. Pochi sanno che non doveva essere lui, R. Lee Ermey a interpretarlo.

Quanto può la parola "film" essere riduttiva quando si parla delle opere di Stanley Kubrick? Meglio parlare di esperienza, forse. Con ogni storia da lui maneggiata, Stanley Kubrick non ha fatto altro che scuotere le nostre coscienze dal torpore in cui abitano. È raro pensare alle sue sequenze più forti senza percepire l'esperienza sensoriale legata alla nostra visione, a quando quel momento si è impresso nella nostra memoria emotiva. In ogni caso, definire un film Full Metal Jacket sarebbe un errore, trattandosi di due film, due esperienze sconvolgenti racchiuse tra i titoli di testa e i titoli di cosa. Della prima, l'intera involuzione di Palla di lardo è ciò ci rimane sottopelle, ma non ci sarebbe lui se non ci fosse il Sergente Hartman magnificamente interpretato da R. Lee Ermey.

Full Metal Jacket: chi è R. Lee Ermey

Nato nel 1944 in Kansas, Ronald Lee Ermey fu assunto da Kubrick per il film come consulente. Grazie agli undici anni trascorsi nel corpo dei Marine, di cui 14 mesi in Vietman durante il lungo e sanguinoso conflitto, Ermey aveva già frequentato alcuni set come esperto di guerra riuscendo anche ad apparire in piccoli ruoli, come in I ragazzi della Compagnia C (1978), Apocalypse Now (1979) e Dimensione Inferno (1984). Durante le riprese di Full Metal Jacket, svoltesi interamente in Inghilterra di cui è stata girata prima la seconda parte del film, Ermey dava istruzioni agli attori e alle comparse su come essere credibili nella divisa di soldati. Nel frattempo per il ruolo del Sergente Hartman era stato scritturato l'attore sconosciuto Tim Colceri.

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Full Metal Jacket: Tim Colceri doveva essere il Sergente Hartman

Con un paio di ruoli minori in due film poco noti e qualche spot pubblicitario in curriculum, Tim Colceri era stato scelto in un arco di tempo di tre anni, tra il 1982 e il 1985 trascorsi dal regista a visionare videocassette di centinatia di attori che avevano inviato il loro provino. Tre anni dopo l'invio del suo, Colceri ricevette la telefonata di Leon Vitali, braccio destro di Kubrick. Insieme all'assistente, l'attore iniziò si trasferì a Londra e inizio a preparare il suo personaggio. Rimase mesi in un appartamento a imparare le battute, "così tante che non riuscivo a dormire la notte" disse, senza sapere quando avrebbe dovuto girare. Doveva tenersi pronto perché le riprese della prima parte del film erano imminenti, ma si sa che con Kubrick i tempi di produzione erano un concetto aleatorio. Le giornate erano lunghe e quel severo e disgustoso uomo che avrebbe dovuto interpretare era diventato un'ossessione.

Full Metal Jacket: Stanley Kubrick licenzia per lettera Tim Colceri

Dopo circa otto mesi di vita a Londra, arrivò il giorno di andare sul set. O meglio, alle audizioni per le comparse. Colceri non doveva apparire nell'inquadratura, ma aveva il compito di gridare alle aspiranti reclute una parte delle sue battute perché le loro espressioni venissero catturate in video. Dopo un'ora e mezza di grida Colceri perse la voce, "putroppo non un buon modo per iniziare ancor prima di avere iniziato", scrisse la star Matthew Modine nel suo diario dal set pubblicato nel 2005. Per continuare i provini di quella giornata, Colceri venne sostituito da R. Lee Ermey che è un ex marine e non ebbe problemi nell'aggiungere alle battute espressioni che gli venivano spontaneamente. Pochi giorni dopo, con una lettera in mano e una faccia da funerale, Leon Vitali si presentò da Colceri. In quelle righe battute a macchina, Kubrick spiegava a Colceri che con grande dolore gli comunicava di voler dare a Ermey il ruolo del Sergente Hartman, "perché aggiunge quel piccolo extra di interesse al personaggio, certamente dovuto alla sua diretta esperienza sul campo". Il regista scrive che sarebbe stato felice se qualcun altro avesse dovuto prendere quella decisione al suo posto, ma essendo lui a farlo, era suo dovere garantire alla Warner Bros quella che secondo lui era la migliore scelta possibile per il bene del film. Tim Colceri accettò comunque il piccolo ruolo del soldato a bordo dell'elicottero che spara con ai vietnamiti.





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