martedì 14 gennaio 2020

Oscar 2020: sorprese nell'animazione, entra Klaus esce Il re leone


Rispetto ai Golden Globe, l'Academy abbraccia Netflix per i film animati e prende posizione. Vi spieghiamo in quale senso.

Con le nomination agli Oscar 2020, non si è riproposta la cinquina dei film di animazione nominati ai Golden Globe, premio andato poi a L'anello mancante, stop-motion della Laika, opera che non a caso ritroviamo nella nuova cinquina. Riteniamo che le differenze siano indice di un ragionamento profondamente diverso dell'Academy, un ragionamento in cui ci riconosciamo di più, con minimi distinguo. Se infatti dopo i Golden Globe rivedere nominati Toy Story 4 e Dragon Trainer 3 era prevedibile, il resto dei papabili Oscar lo è un po' meno.

Oscar 2020, Il re leone non è candidato come miglior film di animazione

Il remake di Il re leone, nominato ai Golden Globe come miglior film d'animazione, ha ottenuto invece la nomination agli Oscar per i migliori effetti visivi. Siamo totalmente d'accordo e confessiamo che, quando vi abbiamo dato la notizia di Frozen 2 come miglior incasso di tutti i tempi per un film animato, non ci è venuto nemmeno in mente di operare distinguo com'è stato fatto altrove, con un "se si esclude il remake del Re leone". Onestamente? Lo escludiamo a priori. Se ci dovessimo infatti attenere soltanto alla tecnica, ebbene tecnicamente Il re leone sarebbe senz'ombra di dubbio un film animato, ma la questione tutt'altro che trascurabile è che non è stato venduto così. Chiedete a chiunque non si occupi di cinema o cartoon da esperto: vi dirà che è andato a vedere Il re leone "fatto a film". Il fotorealismo mimetico della Moving Picture Company è un terzo universo tra cinema d'animazione e cinema dal vero, ma nel caso del nuovo Re Leone si è puntato soprattutto al secondo universo per giustificare l'operazione remake. Veder vincere il remake del Re Leone, in tutta franchezza, ci sarebbe sembrato un modo di concedere alla Disney la botte piena e la moglie ubriaca.
In fin dei conti anche Il libro della giungla, sempre di Jon Favreau, fu realizzato alla stessa maniera e in quel caso bastarono le riprese dal vero del solo giovane attore protagonista per eliminare ogni dubbio sul genere di appartenenza. Nell'attesa di assistere a un'evoluzione codificata della macchina cinema nel suo complesso, la nomination agli effetti visivi ci appare calzante.

Oscar 2020, Klaus potrebbe vincere, sulla scia di Spider-Man Un nuovo universo?

L'Academy si è aperta a Netflix anche per i film animati: Klaus e Dov'è il mio corpo? hanno preso il posto che ai Golden Globe occupavano il Re Leone e Frozen II, che concorre invece nella categoria della migliore canzone ("Into the Unknown"). Non potremmo mai lodare a sufficienza questa decisione: per quanto ci riguarda, se l'Academy volesse proseguire il discorso del rinnovamento estetico del mezzo, iniziato l'anno scorso con l'Oscar a Spider-Man: Un nuovo universo, la statuetta dovrebbe essere stretta da Sergio Pablos e dalla sua incredibile origin story di Babbo Natale. Si sancirebbe così l'inizio di una convergenza tra CGI e 2D, da due direzioni opposte: la Sony Pictures Animation con Spider-Man piegò la CGI alle logiche del 2D, mentre Pablos con Klaus ha contaminato la vecchia animazione a mano libera di stampo disneyano con texture, ombre e luci che il pubblico si aspetta dall'immagine animata attuale, per una maggiore tridimensionalità. Nessuno si offenderebbe per un Oscar al bellissimo Dov'è il mio corpo? di Jérémy Clapin, anche se personalmente lo riteniamo meno significativo di Klaus, se dovessimo assegnare i premi in base a un principio di innovazione, oltre che di riuscita narrativa (terreno su cui, a nostro modesto parere, i due lunghi Netflix se la giocano alla pari).



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