A proposito di niente è l’autobiografia del grande autore e comico americano, naturalmente scritta nel suo stile, in cui dice la sua ancora una volta sulle accuse della ex partner.
Negli Stati Uniti la telenovela sulla pubblicazione delle memorie di Woody Allen è durata fino all’ultimo, praticamente fino alla disponibilità online di A proposito di niente in contemporanea mondiale, anche in Italia per La nave di Teseo, lunedì 23 marzo alle 16 ora italiana. Dopo il ritiro della Hachette, in seguito allo scatenarsi delle polemiche fra i propri dipendenti e da parte di Ronan Farrow, autore del gruppo, il libro ha trovato una nuova casa praticamente sotto silenzio, senza pubblicizzare l’uscita in ebook, anticipata per l’epidemia di coronavirus rispetto a quella cartacea, prevista per ora ad aprile.
L’editore è Arcade Publishing che ha così poi dichiarato, “il libro è un sincero e completo racconto personale di Woody Allen e della sua vita, a partire dall’infanzia a Brooklyn passando per la sua carriera da acclamato artista nel cinema, a teatro e in televisione, ma anche nella carta stampa e nella standup comedy, esplorando anche le sue relazioni con famiglia e amici.”
Il libro inizia con il tonno caustico di eroi letterari come J.D. Salinger, descrivendo la New York in cui è cresciuto e le storie d’amore con Diane Keaton e le altre con un senso di nostalgia che echeggia suoi gioielli come Radio Days, La Rosa purpurea del Cairo, Io e Annie o Hannah e le sue sorelle. Si fa più cupa la narrazione quando affronta il tema della relazione con Mia Farrow e le accuse di aver abusato la figlia Dylan Farrow, che negli ultimi anni sono tornate a tormentare la sua immagine pubblica con una violenza inaudita.
Il rapporto con la Farrow è durato più di dieci anni, e Allen ricorda i tempi felici trascorsi con l’attrice, che definisce “molto, molto bella”, con un'intesa che si è andata raffreddando nel corso degli anni, soprattutto dopo la nascita nel 1987 del loro unico figlio biologico, Satchel, che ora ha cambiato nome in Ronan. Come ha già detto in molte occasioni, anche in A proposito di niente il regista specifica che erano di fatto separati quando ha iniziato a uscire con la figlia adottiva della Farrow, Soon-Yi Previn, più giovane di lui di oltre trent’anni. Siamo all’inizio degli anni ’90. “Nelle prime fasi della nostra nuova relazione, quando la lussuria regna suprema, non potevamo toglierci le mani di dosso”, scrive secondo una nostra traduzione dell’originale inglese. I due si sposarono poi nel 1997 ed è a Soon-Yi che è dedicato il libro.
Rievocando il momento in cui la Farrow scoprì la relazione, trovando foto erotiche della figlia nell’appartamento di Allen, scrive così: “naturalmente capisco il suo shock, lo sconcerto, la rabbia e tutto. Era la reazione corretta”. Allo stesso tempo, però, non esprime rimorso per la storia d’amore con la Previn. “Lo farei ancora in un attimo”. Definisce l’accusa di abuso sessuale nei confronti di Dylan come una “caccia vendicatrice alla Akab” della Farrow, rievocando il capitano protagonista di Moby Dick e la sua ossessione per la caccia alla balena bianca. “Non ho mai alzato un dito su Dylan”; aggiunge, “non le ho mai fatto niente che possa essere anche male interpretato come un abuso, è stata una invenzione totale dall’inizio alla fine. Ho appoggiato la testa brevemente sul suo grembo, ma certamente non le ho fatto niente di improprio. Ero in una stanza piena di persone che guardavano la televisione, a metà pomeriggio”.
Sull’onda lunga delle polemiche che lo ha sommerso di nuovo negli ultimi anni, scrive, “Non posso negare che echeggi nelle mie fantasie poetiche il fatto di essere un artista il cui lavoro non è visto nel suo paese ed è costretto, a causa di un’ingiustizia, a trovare il suo pubblico all’estero. Mi vengono in mente Henry Miller, D.H. Lawrence, James Joyce. Mi vedo impettito accanto a loro con aria di sfida. È più o meno a quel punto che mia moglie mi sveglia e mi dice che sto russando”. Che bella l’ironia di Woody Allen, che conserva nonostante tutto, fatecelo dire.
Chiudiamo con delle parole del nuovo editore americano del libro, che dovrebbero echeggiare nelle menti di molti forcaioli americani che stanno rendendo la vita impossibile al regista in questi anni. Jeannette Seaver di Arcade ha dichiarato in un comunicato, “In questi strani tempi, in cui la verità è troppo spesso liquidata come ‘fake news’, noi, come editori, preferiamo dare voce a un rispettato artista piuttosto che inchinarci a coloro i quali sono determinati a metterlo a tacere”. Amen
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