martedì 24 marzo 2020

Prometheus: il film di Ridley Scott è l'occasione per riscoprire il Mito di Prometeo


Prendendo ispirazione dai racconti che ci arrivano dall'Antica Grecia, il film Prometheus ci dà l'occasione per riscoprire il mito di Prometeo.

All'uscita al cinema di Prometheus nel 2012, critica e pubblico hanno avuto la stessa reazione riguardo agli enigmi e alle domande senza risposta del film: troppi misteri! Sia il regista Ridley Scott che lo sceneggiatore Damon Lindelof hanno tenuto a precisare che Prometheus fosse la prima parte di una trilogia e che le poi i nodi sarebbero venuti al pettine. Per quanto non si tratti di un diretto prequel al capolavoro Alien, sempre diretto nel 1979 da Scott, il film appartiene allo stesso universo narrativo e racconta eventi  precedenti alla storia con Sigourney Weaver. Qualcosa in più lo abbiamo compreso con il successivo Alien: Covenant del 2017, ma al momento non ci sono ancora notizie certe su futuri capitoli. L'occasione però è ghiotta per riscoprire il Mito di Prometeo, partendo dalla sequenza iniziale del film.

Il mito di Prometeo e la creazione degli umani

Prometeo è una figura della mitologia greca in contrapposizione al dio Zeus. Nei racconti molto diffusi nell'Antica Grecia, tra il nono e l'ottavo secolo avanti Cristo, Prometeo era l'eroe che aveva creato gli esseri umani dando origine alla loro condizione esistenziale. Come si vede nel film, dopo aver bevuto una sostanza che a occhio sembra amarissima, il muscoloso titano si spappola consentendo al suo DNA si ricostruirsi con le cellule del pianeta. Secondo la tradizione dell'Antica Grecia, ricevette dagli dei il compito di forgiare l'essere umano e così fece modellando il fango e l'argilla. Il suo rapporto con questi uomini era come quello di un padre, tutto il buono che poteva raccogliere lo donava alle sue creature. Prometeo, a cui gli stessi dei avevano garantito l'acceso all'Olimpo, rubò da uno scrigno di Atena memoria e intelligenza per dare qualità agli esseri umani.

La rabbia di Zeus e il furto del fuoco

Zeus era infastidito dalla gentilezza di Prometeo verso gli uomini, soprattutto non gradiva la capacità e il potere che questi acquisivano ad ogni regalo del loro creatore, tanto da aver ormai deciso di distruggerli. Gli esseri umani erano immortali e potevano incontrare gli dei. In uno dei lauti banchetti collettivi successe qualcosa di spiacevole. Prometeo si occupò di divedere un bue affinché metà potesse rifocillare gli dei e l'altrà metà gli uomini, ma il titano tenne le carni più pregiate per questi ultimi. Zeus andò su tutte le furie, lasciò agli uomini la carne migliore ma li privò dell'immortalità togliendo loro il fuoco, necessario per la sopravvivenza sulla terra. Imperterrito, Prometeo riuscì a rubare una torcia dall'Olimpo e la portò agli umani. La mossa successiva di Zeus fu quella di creare una donna bellissima, la prima del genere umano, il cui nome era Pandora e la inviò a Epimeteo, fratello di Prometeo, affinché punisse la razza umana, ma Epimeteo non accettò.

La punizione di Prometeo e il vaso di Pandora

Ormai imbestialito, Zeus fece incatenare Prometeo a una rupe dove ogni giorno un'aquila andava a squartagli l'addome per mangiarne il fegato, che nella notte riscresceva. Addolorato per la sorte del fratello, Epimeteo si rassegnò a sposare Pandora la quale, incautamente, aprì il vaso donatole da Zeus che conteneva tutti i mali del mondo, pronti ad affliggere gli esseri umani. Anche qui possiamo notare come il personaggio di Elizabeth Shaw (Noomi Rapace) in Prometheus rappresenti tanto Pandora quanto il vaso stesso nella visione di David (Michael Fassbender), che è sia Zeus, in quanto Dio artificiale come la sua calzante arroganza, sia Prometeo nell'intento di voler creare una nuova forma di vita, una specie indistruttibile.



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