mercoledì 4 marzo 2020

42 con Harrison Ford e Chadwick Boseman, la vera storia dei loro personaggi


Ford e Boseman in 42 intepretano Branch Rickey e Jackie Robinson, personalità sportive che cambiarono l’America.

42 - La vera storia di una leggenda americana (2013), interpretato da Harrison Ford e Chadwick Boseman, racconta una storia realmente accaduta, quella che vide l'atleta Jackie Robinson (Boseman) e Branch Rickey (Ford), presidente e manager della leggendaria squadra di baseball dei Brooklyn Dodgers, protagonisti di una svolta nella società americana.

42, la storia di Jackie Robinson, sullo schermo Chadwick Boseman

Nato nel 1919 in Georgia, Jack Roosevelt Robinson da ragazzino vive in povertà e si salva per miracolo da una vita di espedienti con una gang locale. Fortunatamente al liceo si distingue per le sue grandi doti atletiche, non solo nel baseball che diventerà la sua vita: si dedica con successo anche ad atletica, football e tennis, sostituendo quest’ultimo con il basket nella seconda metà degli anni Trenta, quando si iscrive all’UCLA: nello stesso periodo, nel 1938, ha già la fama di ribelle di fronte agli atti di razzismo che vede intorno a sé. Si starebbe avviando a una carriera nel football (con lui c’è anche  il futuro attore Woody Strode), interrotta nel 1941 per l’attacco a Pearl Harbor: si arruola, ma la sua vita di soldato termina nel 1944, dopo un altro episodio in cui si rifuta di sedersi in fondo a un bus militare, teoricamente aperto a tutti.
Nel 1945 entra nelle cosiddette “Negro Leagues”, il campionato parallello di baseball per gli afroamericani, in squadra con il Kansas City Monarchs: non si trova bene, il gioco è disorganizzato e si basa troppo sulle scommesse, inoltre sogna la Major League, teoricamente interdetta ai neri. A questo punto la strada di Jackie s’incrocia con quella di Branch Rickey, presidente e amministratore dei Brooklyn Dodgers: forse su consiglio del giornalista nero Wendell Smith (Andre Holland nel film), Branch vuole prima mettere alla prova Robinson con squadre minori legate ai Dodgers, e lo sfida a ingoiare gli inevitabili insulti razzisti che attirerà su di sé, se accetterà la proposta (di questi incontri rimane traccia nel film). Si tratta di demolire quell’invisibile ma corposa linea di demarcazione nota nell’ambiente come “baseball color line”. Il debutto ufficiale nei Dodgers, insieme a tutto quello che provoca in termini di reazioni dell’opinione pubblica, avviene il 15 aprile del 1947. Robinson rimarrà nei Dodgers fino al 1956, anno del suo ritiro, mentre il mondo del baseball e dello sport gli cambia intorno grazie anche al suo esempio e a quello di Rickey. Nel 1950, cosa assai curiosa, ha interpretato The Jackie Robinson Story, un film di fiction che ricostruisce gli avvenimenti che vi abbiamo esposto e in cui interpreta se stesso, al fianco di normali attori. Negli anni Sessanta diviene commentatore televisivo, rompendo un’altra barriera culturale, essendo il primo sportivo afroamericano ad apparire in quella veste nella tv americana. Muore nel 1972.

42, la storia di Branch Rickey, sullo schermo Harrison Ford

Nato nel 1881 in Ohio, Wesley Branch Rickey gioca già a baseball alla fine del liceo nel 1899, anche se nel 1902, per un solo anno, si dà al football e lì diventa amico di uno dei primi giocatori di colore nell’ambito, Charles Follis. La sua carriera nel baseball inizia nel 1903, ma entra nella major league nel 1905, mentre nel frattempo insegna anche vari sport in un college della Pennsylvania, dov’è direttore sportivo. Nel 1907 si ritira come giocatore, a causa di un infortunio e di una carriera non promettente, ma non lascia l’ambiente, dove s’impone come dirigente a partire dal 1913. Dopo uno iato tra il 1914 e il 1917 per il suo impegno al fronte durante la I Guerra Mondiale, dal ‘19 al ‘42 è con i St. Louis Cardinals: è il periodo in cui investe nelle leghe minori per coltivare talenti, perfeziona il metodo. Dal ‘42 al ‘50 è appunto ai Dodgers: oltre all’abbattimento della baseball color barrier, Rickey è uno dei pionieri dell’applicazione della statistica ai risultati e alle dinamiche delle partite. La successiva squadra da lui gestita saranno i Pittsburgh Pirates, dal 1950 al 1955. Muore nel 1965.



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