sabato 6 novembre 2021

Harry Potter: il regista dei primi due vorrebbe fare il film La maledizione dell'erede con Radcliffe, Watson e Grant

Esattamente 20 anni fa, nel novembre del 2001, usciva al cinema in Inghilterra Harry Potter e la pietra filosofale che avrebbe dato inizio a una delle più popolari saghe fantasy della storia del cinema proiettando gli allora bambini protagonisti Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint verso la fama e la gloria di cui avrebbero compreso la portata crescendo film dopo film insieme ai fan. Il regista che ha contribuito per primo a creare l'universo cinematografico dei romanzi di J.K. Rowling è stato Chris Columbus, che undici anni prima aveva diretto l'ormai classico Mamma ho perso l'aereo.

Columbus, dietro la macchina da presa anche per il secondo Harry Potter e la camera dei segreti, alla domanda di un giornalista di Variety se ci sarebbero stati secondo lui altri film sul mago di Hogwarts, ha così risposto:

Mi piacerebbe dirigere La maledizione dell'erede. È un grande testo teatrale i ragazzi sono arrivati alla giustà età per interpretare quei ruoli. È la mia modesta fantasia.

Il regista si riferisce ovviamente a Harry Potter e la maledizione dell'erede, l'opera teatrale la cui storia si ambienta diciannove anni dopo gli eventi dell'ultimo libro, Harry Potter e i doni della morte, e si concentra sui figli di Harry e Ginny e di Ron e Hermione. Lo spettacolo ha avuto un grande successo sia sulla scena londinese del West End nel 2016 sia in quella newyorchese di Broadway nel 2018. Il copione è stato pubblicato tradotto in italiano da Salani.

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Harry Potter: nel primo film Daniel, Emma e Rupert non riuscivano a smettere di sorridere

Nell'intervista, Chris Columbus ricorda anche l'eccitazione dei tre bambini scelti come protagonisti della saga, che quando si trovavano davanti alla macchina da presa sorridevano spontaneamente. "Durante riprese del primo film riuscivo a girare soltanto un primo piano di uno di loro per ogni scena, perché perdevano velocemente la concentrazione. Non sapevo come farli smettere di sorridere e per me il lavoro è stato davvero come tenere un corso di recitazione". Già con La camera dei segreti avevano fatto un salto professionale e "con Il prigioniero di Azkaban avrebbe addirittura potuto girare l'intero film in quindi ciak".



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