lunedì 26 marzo 2018

American crime story - L'assassinio di Gianni Versace (Stagione 2)

"Cosa fai nella vita?"
"Sono un serial killer..."
"Cosa?!"
"Ho detto che lavoro in banca. Sono uno scrittore. Un poliziotto. Un ufficiale di marina. A volte sono una spia. Costruisco set per film in Messico e grattacieli a Chicago. Vendo propano a Minneapolis. Importo ananas dalle Filippine. Sono una persona che difficilmente verrá dimenticata. Sono Andrew Cunanan."

- Dialogo tra Andrew Cunanan e un giovane rimorchiato in un locale.

Dalle aule di tribunale di Los Angeles, alle assolate spiagge californiane; da una messa in scena affine al procedural, a una narrazione più introspettiva e votata alla fiction; dall'assassinio di persone comuni per mano(?) di una celebrità, all'assassinio di una celebrità per mano di una persona comune. Bastano pochi minuti per accorgersi del netto cambio stilistico e prospettico sul quale gli showrunner Scott Alexander e Larry Karaszewski hanno deciso di virare per realizzare la seconda stagione della serie antologica dedicata ai più efferati crimini compiuti su suolo americano.

Supportati per altro da Ryan Murphy e Brad Falchuk in vesti di produttori esecutivi (già al lavoro per la FX con l'altra serie antologica, American horror story), Alexander e Karaszewski raccontano l'assassinio del noto stilista Gianni Versace (Edgar Ramirez), ucciso da un colpo di pistola sparato in pieno giorno, davanti i cancelli della sua villa di Miami, dall'enigmatico Andrew Cunanan (Darren Criss nell'interpretazione della vita!). Ma, nonostante il titolo rivelatorio, l'omicidio di Versace non rappresenta il fulcro della storia, bensì la cornice per poter permettere ai due sceneggiatori di svelare la criptica e sfuggente identità di un uomo comune che ha desiderato per tutta la sua vita di diventare speciale, l'oggetto del desiderio di personaggi influenti e ricchi, il punto di riferimento dei riflettori del jet set e dell'alta moda: il suo assassino, Andrew Cunanan.

L'impero dei Versace (sono presenti anche la sorella Donatella, interpretata con cura da una imperiosa Penelope Cruz e il compagno di Gianni, Antonio D'Amico, a cui dona sostanza e fierezza un sorprendete Ricky Martin), così come le fortune del costruttore Lee Miglin (Mike Farrell) e il talento smisurato del giovane architetto David Madson (Cody Fern), unico vero amore della vita di Cunanan, rappresentano il fine ultimo della smisurata e incontrollabile ambizione di Andrew, i giocattoli troppo costosi che un bambino non potrà mai possedere e ammirare magari sfiorando solo quel tanto che basta per ingigantire ulteriormente la propria bramosia.

Alexander e Karaszewski tratteggiano solo i contorni dell'alta società ricca e narcisistica nella quale galleggiano Versace e tutti gli altri obiettivi di Cunanan, accendendo i riflettori quasi esclusivamente sul noto assassino: traviato dalle sregolate prospettive di vita di un padre autoritario e spietato per via della propria utopistica concezione di way of life (che pare averne addirittura abusato sessualmente), il giovane Andrew cresce seguendo quasi involontariamente il suo parodistico modello, fin quando lo stesso Modesto Cunanan (Jon Jon Briones) sarà costretto a fuggire a Manila, braccato dall'FBI. Da questo momento la vita di Andrew si trasforma in una sfavillante e irrefrenabile discesa verso gli abissi più subdoli dell'animo umano: il vero protagonista della seconda stagione di American crime story è un uomo cresciuto con la ferrea convinzione e la flebile prospettiva di divenire speciale, un esempio per chiunque, un punto di riferimento da ammirare e idolatrare, proprio come Gianni Versace, proprio come Lee Miglin, proprio come David Madson, ma non come suo padre, che voleva fargli credere di potersi impossessare del mondo come fosse un gioco da ragazzi.

Quello di Andrew Cunanan è uno dei personaggi più enigmatici ed empatici mai visti sul piccolo schermo: Andrew non è affatto un buono, non è un antieroe, nè una vittima della società, bensì un individuo falso, menzognero, quasi assurdamente fittizio per la propria capacità di ergersi individualmente (ma solo in apparenza) su chiunque altro, affabbulatore, affascinante e dotato di un magnetismo animale; Andrew Cunanan non vive in un castello di carte, è egli stesso quel castello di carte destinato a crollare sotto gli incessanti colpi di un vento rivelatore, come le sue bugie di cui si veste con fierezza. In questo senso la seconda stagione di American crime story non si focalizza sull'omicidio di Gianni Versace in sé, quanto sul suo esecutore e con ovvie ragioni: Cunanan è la personificazione del lato oscuro della mediaticità o, meglio, della sua assenza in quanto bisogno asfissiante di esserne coinvolti, è la testimonianza in carne e ossa del fallimento dell'ambizione che rinuncia al sacrificio e al lavoro, puntando al raggiungimento del massimo godimento materiale grazie all'inganno (“Non conta ciò che dici agli altri di voler fare, conta quel che fai” gli sussurra un granitico Gianni Versace), è la materializzazione della rabbia dell'uomo comune che sogna una vita che mai potrà avere, è il fallace risultato dell'inadeguatezza dei genitori nei confronti dei figli, è il triste requiem della vanità. E se questo Andrew Cunanan splende di nera luce propria è soprattutto merito della straripante e viscerale performance di Darren Criss.

Unico punto debole della seconda stagione della creatura di Alexander e Karaszewski risiede nel grossolano lavoro sulla lingua, in particolar modo dell'italiano: Gianni e Donatella non lo parlano mai (aspetto quantomeno singolare per due italiani) e perfino la zia di Gianni, nel corso di un flashback, si esprime in inglese, anche se la scelta di due attori latinoamericani ha influito positivamente sulla pronuncia dei nomi propri e di alcuni termini di origine non anglofona.

Al di la di questo fastidioso vizietto che le produzioni americane sembrano non volersi scrollare di dosso, la seconda stagione di American crime story riporta alla luce una storia straordinaria di un uomo qualunque, un noir patinato d'oro come un vestito d'alta moda, inquieto come un'anima bugiarda che sussurra il proprio nome sorridendo e ammiccando. Una storia, una vita, quella di Andrew Cunanan destinata a esser seppellita in mezzo a tante altre. I funerali sfarzosi e il mito se li prendono le vere celebrità.

(American crime story - The assassination of Gianni Versace); genere: drammatico, noir; sceneggiatura: Scott Alexander, Larry Karaszewski; stagioni: 2 (rinnovata); episodi seconda stagione: 9; interpreti: Édgar Ramírez, Darren Criss, Ricky Martin, Penelope Cruz, Cody Fern, Mike Farrell, Finn Wittrock, Michael Nouri, Judith Light; produzione: Scott & Larry Productions, Color Force, Ryan Murphy Productions, FXP, Fox 21 Television Studios; network: FX (U.S.A., 17 gennaio-21 marzo 2018), FOX (Italia, 19 gennaio-23 marzo 2018); origine: U.S.A., 2018; durata: 60' per episodio; episodio cult seconda stagione: 2x08 - Creator/Destroyer (2x08 - Ricordi d'infanzia)



from Close-Up.it - storie della visione https://ift.tt/2Gd45uN

Nessun commento:

Posta un commento