venerdì 30 marzo 2018

Sei passeggiate nei boschi cinematografici della Passione

La Passione rappresenta l'espressione più alta della fede che si realizza attraverso il sacrificio del figlio di Dio per gli uomini. Si può essere credenti o meno ma nessuno può negare una grandissima forza narrativa agli eventi che duemila anni fa si svolsero a Gerusalemme legati al martirio di Cristo. Momenti che hanno ispirato ed influenzato per secoli migliaia di artisti: forse perchè il destino di un Dio che si spoglia del suo carisma per umiliarsi tra gli uomini è quanto di più vicino all'ambizione di ogni artista che aspira alla creazione -quasi divina- attraverso una sua opera d'arte.
Anche il Cinema non ha potuto non confrontarsi con il mito della Passione, e qui di seguito troviamo alcuni spunti cinematografici che segnalano come la settima arte abbia arricchito anche l'immaginario- già forte e radicato- della Settimana Santa.

1. MATERA
Il paese lucano, prossima capitale europea della cultura, dove per secoli si incontrarono nei suoi Sassi e nelle sue chiese rupestri i culti di Oriente ed Occidente fu scelta da Pasolini come location ideale per fare da sfondo agli eventi della Passione per il finale del suo Vangelo secondo Matteo. Sempre a Matera girò La Passione di Cristo anche Mel Gibson.

2. MARIA MADDALENA
Nel percorso di Dio che si fa Uomo un ruolo centrale è rappresentato dal personaggio femminile della Maddalena, che veicola da sempre il significato più sottile e profondo della fragilità della tentazione e della vanità. L'opera magistrale a riguardo è L'Ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese. Trenta anni fa quando il film uscì stimolò un grande dibattito. Interessante sull'argomento è da vedere anche Mary di Abel Ferrara. Uscito una dozzina di anni fa ci offre altri spunti di riflessione interessanti.

3. SPIN-OFF
Se nel curioso Il Ladrone diretto da Festa Campanile con Enrico Montesano si racconta la storia del “ladrone buono” crocifisso insieme a Gesù Cristo e redento dalla misericordia divina, nel kolossal Barabba la vicenda trae spunto da chi fu graziato dal popolo di Gerusalemme e preferito al Nostro Signore.

4. RAPPRESENTAZIONI POPOLARI
Anche le processioni e le celebrazioni popolari legate alla liturgia della Settimana Santa hanno offerto motivo di spunto a differenti soggetti cinematografici. Se ne La Passione del compianto Mazzacurati il tema centrale del film ruota proprio intorno al “backstage” di una processione del Venerdì Santo in un paesino dell'entroterra toscano, sempre in Toscana e ambientato sullo sfondo di una Via Crucis troviamo anche l'episodio di Amici Miei Atto Secondo che ironizza sul personaggio del Melandri che scopre la fede in età matura solo perchè innamoratosi di una ragazza baciapile. Completamente diverso è il ruolo semantico delle celebrazioni pasquali che accompagnano il racconto nel recente L'Attesa, così come per il prezioso Acto da Primavera - girato dal maestro Oliveira nei primi anni Sessanta - che ci racconta il rito della Via Crucis secondo la tradizione lusitana.

5. NOIR
Nel film Semana Santa ambientato a Siviglia sullo sfondo delle celebrazioni liturgiche della Passione avvengono una serie di omicidi a colpi di “banderillas” compiuti dal misterioso membro di una Confraternita. Non possiamo non citare anche Il padrino parte III quando la resa dei conti finali della saga dei Corleone avviene al teatro Massimo di Palermo durante una rappresentazione di Cavalleria Rusticana, l'opera lirica verista di Mascagni che si svolge proprio nei giorni di Pasqua.

6. BUNUEL
Il regista aragonese fu sin da bambino affascinato dal rito del Venerdi Santo caratteristico del suo paese di origine, Calanda, quando ancora oggi si suonano per 24 ore centinaia di tamburi nella piazza centrale del borgo. La registrazione audio di parte di questo culto la troviamo montata nella colonna sonora di Nazarin. Se ne L'Illusione viaggia in tranvai troviamo proprio in una sequenza un “pastoral - una sacra rappresentazione messa in scena secondo il canone messicano - non possiamo non chiudere questo articolo senza citare il finale di Viridiana, quando i mendicanti a tavola nel surreale finale del film ricalcano con un geniale “detournament” le pose plastiche del Cenacolo di Leonardo da Vinci.



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