Scordate Vinyl: la vera serie rock dell'anno è Roadies, ideata, scritta ed anche diretta da Cameron Crowe. Sì, il regista di Almoust Famous (passato anche alla storia per l'intervista a David Bowie su Rolling Stone nel 1975, per la quale passò ben sei mesi con il Duca Bianco), il film semi-autobiografico in cui un baby giornalista musicale in erba si ritrova al seguito degli dei del rock ed al quale Crowe rivolge un cinico consiglio - da parte, nientepopodimenoche, di Philip Seymour Hoffman: “Non si può fare amicizia con le rock star, né con la gente che ha a che fare col business musicale, perché si tratta di persone che vogliono scrivere storie bigotte sulla geniale creatività delle rock star, strangolando così il rock and roll e mandando al diavolo tutto quello che amiamo di quella musica” -, decide di tornare sui propri passi, letteralmente. Perché Roadies ha come protagoniste tutte quelle persone che fanno sì che lo spettacolo musicale abbia luogo (e spazio, e tempo): Crowe decide di buttare un occhio su di loro, approfondendo le vite spericolate, struggenti e romantiche di quei ‘roadies' che si spostano giornalmente con la band, che sono innamorati follemente della musica e che hanno fatto della vita su strada il loro stile di vita e dei loro coinquilini di bus la loro famiglia.
C'è chi la definirebbe una commedia corale musicale, ma credo che l'intento del suo creatore sia più profondo: è come trovarsi dinanzi ad un vero e proprio atto d'amore da parte di Crowe verso l'arte, in questo caso la musica rock con i suoi interpreti meno conosciuti e con quei lavoratori sempre dietro le quinte a sistemare cavi elettrici, strumenti, bauli. E mentre spostano i microfoni, provano luci, puliscono il pianoforte e fanno le prove del suono, Bill (Luke Wilson) sente sopraggiungere la crisi di mezz'età, Shelly (Carla Gugino) cerca di dipanare la matassa del suo matrimonio a distanza, Kelly Ann (Imogen Poots) stava per abbandonare tutto per unirsi alla scuole di cinema di Spike Lee ma decide di rimanere con la Staton-House Band, dimenandosi tra cavi elettrici ed ammiratrici-stalker, mentre in sottofondo si parla di versioni bootleg di alta qualità, si osanna la chitarra di Woody Guthrie e si consumano innumerevoli bicchieri di ottimo caffè espresso.
E mentre la Staton-House Band dei roadies è puramente fittizia, non lo sono invece tutti quegli altri artisti di cui la serie colleziona cameo su cameo (tra gli altri: Lucius, Halsey, Eddie Vedder, Jackson Brown, Nicole Atkins, Phantogram, Jim James). Sono assolutamente reali i riferimenti a Yoko Ono (con l'ingresso di Janine, ex compagna del cantante della band) e ai Lynyrd Skynyrd, protagonisti dei ricordi del ‘bufalo bianco' Phil, guru un po' cowboy di un gruppo in cerca della propria Starway to heaven, che probabilmente troverà, perché come ha detto Crowe: “amo scrivere di quello che ci può essere di ottimista in un mondo spesso crudele”, e quello musicale lo è di sicuro.
(Roadies); genere: comedy, drama, music; sceneggiatura: Cameron Crowe; stagioni: 1 (IN CORSO); episodi prima stagione: 10; interpreti: Luke Wilson, Carla Gugino, Imogen Poots, Rafe Spall, Keisha Castle-Hughes, Peter Cambor, Machine Gun Kelly, Ron White, Tanc Sade, Jacqueline Byers, Christopher Backus, Finesse Mitchell, Branscombe Richmond, Ethan Michael Mora, Catero Colbert; produzione: Bad Robot, Dooley & Company Productions, Vinyl Films, Warner Bros. Television; network: SHOWTIME (U.S.A., 26 giugno 2016); origine: U.S.A., 2016; durata: 60' per episodio; episodio cult prima stagione: 01x08 – The All Night Bus Ride
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