Dopo le polemiche recentemente riaccese sui social, con la pubblicazione da parte di alcuni utenti su Instagram delle foto dell'abito di Marilyn Monroe, prima e dopo che Kim Kardashian lo ha indossato per fare il suo trionfale ingresso al Met Gala, a difenderla scendono in campo gli attuali possessori di quel leggendario abbigliamento: i responsabili del Ripley's Believe It or Not! Museum.
La difesa di Kim Kardashian da parte del Ripley's Believe It or Not! Museum
Facendo fede al loro nome, ovvero "che ci crediate o no", i curatori del museo, che hanno prestato gratuitamente il vestito a Kim Kardashian, in cambio di due donazioni a un ente benefico di loro scelta, hanno pubblicato sul loro sito una dichiarazione in merito alla polemica, corredata da foto di Kardashian tornata in visita (sul luogo del delitto?) il 26 maggio, di cui vi traduciamo la parte più significativa:
"Che Kim Kardashian abbia indossato l'abito di "Happy Birthday" è stato accanitamente contestato, ma resta il fatto che lei non ha, in modo alcuno, danneggiato il vestito nel breve periodo di tempo in cui l'ha indossato al Met Gala". Amanda Jones, la responsabile del museo, che è stata con Kardashian e con l'abito per tutto il tempo, aggiunge: "Dal fondo della scalinata del Met, dove Kim si è messa il vestito, fino in cima, dove l'ha restituito (indossando poi una copia, ndr), il vestito era nelle stesse condizioni in cui è arrivato".
Questa insomma la versione ufficiale, ulteriormente rafforzata dalla seguente affermazione:
Ripley’s Believe It or Not! non è il primo proprietario di questo vestito. Fu acquistato ad un'asta da Julien's nel 2016 per 4 milioni e 800.000 dollari. Una perizia dell'inizio del 2017 sull'abito afferma: "un certo numero di cuciture sono sfilacciate e consumate, cosa non sorprendente vista la delicatezza del materiale. Ci sono grinze sulla parte posteriore, all'altezza dei ganci e degli occhielli".
Le foto del vestito che sono state pubblicate e che lo ritraggono in perfette condizioni, dunque, quando sono state fatte? O si è trattato di un abile lavoro di Photoshop? A questo punto diventa difficile capirci qualcosa. Kim Kardashian, troppo felice della sua storia con Pete Davidson (un compagno sicuramente meno stressante di Kanye West) non ha aperto bocca sull'argomento. Resta il fatto che se l'abito era già in condizioni non perfette, di nuovo ci chiediamo se fosse il caso di farlo indossare a qualcun altro, per quanto brevemente, visto che prima di metterlo Kim avrà pure dovuto provarlo per vedere se c'entrava. Certo il caso ha fatto un'enorme pubblicità al Ripley's Believe It or Not! Museum, con la sua raccolta di cimeli e bizzarrie, e i curatori si fregano ancora le mani.
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