"Chi può insegnarci a essere normali, quando ognuno di noi è unico?"
Syd
David non è pazzo: è solo un giovane che crede di essere schizofrenico, viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico per stabilizzare la sua psiche burrascosa e imprevedibile, ma in realtà viene tenuto d'occhio e studiato da un'equipe di agenti del governo americano che conoscono la vera natura dei suoi disturbi. Quelli che David considera disturbi non sono altro che varie manifestazioni dei suoi illimitati poteri telecinetici, essendo egli il figlio del professor Charles Xavier. Purtroppo David non è solo, perchè nella sua mente vive un parassita, un altro antico mutante, talmente affamato di quel potere da trasformare la sua permanenza in un distruttivo rapporto simbiotico. Noah Hawley non è un supereroe: è solo un novello genio della serialità, osannato da due anni a questa parte per quel mix di noir bagnato da neve e sangue, humor nero e scrittura minuziosa che risponde al nome di Fargo. Hawley è un regista, produttore e sceneggiatore che non si accontenta di architettare una bella storia, ma pretende e ricerca una messa in scena sempre sopra le righe, composta da una miriade di primi piani, campi lunghi, contrasti cromatici e lunghe sequenze prive di dialoghi, nelle quali dominano sguardi, ghigni e cenni. Noah Hawley è un artista della televisione degli ultimi anni e Legion è solo la conferma di un estro artistico da applausi.
Quella di David Haller (che meraviglia i tic nervosi di Dan Stevens!) non è la classica storia di un supereroe schiacciato da mille responsabilità, insicuro sul suo futuro e costretto a difendersi da criminali megalomani. Quella di David Haller è, innanzitutto, la storia di un ragazzo messo in pericolo tanto dal mondo esterno, quanto dalla sua stessa natura di individuo speciale, detentore di un'eredità forse insostenibile, che viene per sua fortuna assistito da altri mutanti come lui in un percorso di recupero d'identità: David ha buttato alle ortiche trenta anni della sua vita credendosi pazzo, privo dell'aiuto necessario affinchè venisse salvaguardato non come arma o mutante, ma come persona bisognosa di aiuto.
Legion è, quindi, un racconto di formazione, anarchico e schizoide per forma, più che per i contenuti: il fascino e le suggestioni sprigionate dalla creatura di Hawley sono in parte accomulate grazie alla volontà dello showrunner di attingere dal dramma psicologico, alla fantascienza e all'horror (claustrofobica e agghiaccinate la sequenza all'interno della casa d'infanzia di David, riplasmata dall'ego maligno del suo parassita, tra piani sequenza, ombre e incursioni fuori campo e sbalzi di registro acustico), e in gran parte dovute a una costruzione filmica sempre sopra le righe, sfruttando repentini cambi di formato (onnipresente il 16:9 per indicare gli spostamenti illusori o all'interno delle stanze psichiche di David) e un utilizzo dei contrasti cromatici e del sonoro diegetici, in sintonia con l'umore dei personaggi, in avvertenza di una situazione di pericolo o in sovrapposizione a voci e suoni “naturali” per alterare la normale percezione dei personaggi e, con essa, quella dello spettatore.
Quello di Noah Hawley con Legion è un tentativo di genesi di un supereroe anomalo narrato da un anomalo punto di vista, per molti versi debitore delle eruzioni oniriche lynchiane, anche se non privo di difetti: inutile e prolisso il penultimo episodio dedicato quasi interamente a una spiegazione-riassunto di quanto avvenuto, lacerando così quel velo di nebbia dietro il quale si è nascosto lo spettatore con le sue riflessioni e ragionamenti per sei episodi; così come non sempre gli arzigogolii stilistici di Hawley risultano in sintonia con lo svolgimento narrativo, soprattutto nella sequenza in cui Syd (una Rachel Keller poco vigorosa nell'interpretare una moderna Rogue) combatte contro Lenny/il parassita/il Re delle Ombre (una mefistofelica e sfrenata Aubrey Plaza, tra acconciature goth, punk e demodè) in un bianco e nero ingrigito e accompagnato da didascalie da film muto.
In equilibrio precario tra detto e inteso, illusione e verità, immersioni psicologiche e metacinema, Legion incarna con successo la precaria condizione sentimentale e umorale del suo protagonista, strapazzando la macchina da presa, ma senza mai perdere la sua identità commerciale di prodotto per amanti dei supereroi. Questo è il vero dono di Noah Hawley. E da un grande dono, si sa...
(Legion); genere: cine-comic, fantascienza, drammatico, horror; sceneggiatura: Noah Hawley; stagioni: 1 (rinnovata); episodi prima stagione: 8; interpreti: Dan Stevens, Rachel Keller, Aubrey Plaza, Bill Irwin, Jeremie Harris, Amber Midthunder, Katie Aselton, Jean Smart; produzione: Marvel Television, FX Productions, 26 Keys Productions; network: FX (U.S.A., 8 febbraio-29 marzo 2017), Fox Italia (Italia, 13 febbraio-3 aprile 2017); origine: U.S.A., 2016; durata: 60' per episodio; episodio cult prima stagione: 1x05 – Chapter five (1x05 - Il parassita)
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