Non mira certo basso il team di Smetto quando voglio che, reduce dal grande successo del film del 2014, mette in cantiere in un colpo solo due sequel, scaglionando – immaginiamo solo di qualche mese - l'uscita nelle sale. In realtà non si tratta di due sequel, ma di un unico sequel diviso in due puntate, girate in contemporanea. Insomma il modello, più che le stagioni delle serie televisive, è niente meno che Matrix: reloaded+revolutions. Quello che è uscito da un paio di settimane, intitolato Smetto quando voglio – Masterclass è dunque soltanto il primo capitolo del sequel, cui farà seguito ben presto il secondo, puntualmente annunciato nel teaser che precede i titoli di coda, fidelizzazione garantita. L'arco narrativo non si chiude in uscita (e questo è tipico), ma addirittura non si chiude nemmeno in entrata, se è vero che all'inizio vediamo il bambino del protagonista Pietro Zinni (il sempre divertentissimo Edoardo Leo) e della moglie Giulia (Valeria Solarino) che avrà, a occhio e croce, un annetto, mentre il film che ci accingiamo a vedere si chiude di fatto con il parto, dunque la cornice resta aperta, in vista del secondo capitolo.
Diciamo che senza aver visto il primo film lo spettatore qua e là fa fatica a comprendere alcune allusioni, anche se la co-protagonista di Masterclass, la commissaria Paola Coletti (Greta Scarano) a un certo punto predispone su un vetro del suo ufficio un sociogramma della banda con pennarelli e post-it che, più che per lei, sembra proprio pensato per lo spettatore che non ha visto la prima parte o che se l'è dimenticata. L'idea di partenza non è credibilissima (ma le convenzioni realistiche erano state sospese da tempo…): la commissaria propone che la banda torni a formarsi per aiutare/surrogare la polizia, saranno i ricercatori a rintracciare in giro per la capitale delle periferie, dei giovani e delle feste le smart drugs non ancora mappate e vietate dal Ministero della Salute, in cambio, come per magia, la fedina penale di Zinni e dei suoi coltissimi compari si ripulirà, promette la commissaria. Con una scelta di sceneggiatura rivedibile il protagonista pretende, come condizione, che la banda acquisisca nuovi membri pescati fra improbabilissimi cervelli in fuga, un medico, un ingegnere, e un avvocato finiti rispettivamente in Thailandia, in Nigeria e in Vaticano.
Dopodiché il meccanismo parte secondo le medesime dinamiche del primo film, pur essendo mutati due dei tre sceneggiatori (l'unico rimasto è Sidney Sibilia, il regista), uno dei quali è Luigi Di Capua, uno degli ideatori di The Pills, e un po' si vede. Ritroviamo tutti i tic dei vari personaggi, l'antropologo a caccia di laureati dallo sfasciacarrozze, gli antichisti che battibeccano in latino, l'archeologo convertito al cantiere della metropolitana, il chimico tossicodipendente. Come sempre accade in casi del genere (ma era così anche nel primo film) alcuni personaggi funzionano meglio, altri un po' meno, nell'insieme il film, che vira più del precedente in direzione action movie (anche e soprattutto nell'uso della macchina da presa con plongée, accelerazioni e rallentamenti, e si permette anche una sequenza d'animazione: effetto psicotropo), funziona bene, malgrado forse due difetti: il coté poliziesco che fa tanto, troppo serie RAI tristanzuola (dialoghi fra la commissaria e il capo miseri miseri) e certi colloqui fra Pietro e Giulia che, nonostante le spesso brillanti formulazioni del ricercatore, suonano un po' ripetitivi e stucchevoli.
La comparsa, sul finire, di Luigi Lo Cascio nel ruolo dell'antagonista, lascia piuttosto facilmente intuire una deriva altrettanto intellettuale anche per il secondo capitolo della seconda parte che, ovviamente, andremo a vedere.
(Smetto quando voglio -Masterclass). Regia: Sidney Sibilia sceneggiatura:Sidney Sibilia, Francesca Manieri, Luigi di Capua; fotografia: Vladan Radovic; montaggio: Gianni Vezzosi; interpreti: Edoardo Leo (Pietro Zinni), Stefano Fresi (Alberto Petrelli), Greta Scarano (Paola Coletti), Valerio Aprea (Mattia Argeri), Paolo Calabresi (Arturo Frantini), Valeria Solarino (Giulia), Luigi Lo Cascio (Walter Mercurio); produzione: Fandango, Graonelandia Film, Rai Cinemaorigine: Italia; durata: 118'.
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