martedì 31 gennaio 2017

'Il volto di Milano', di Massimo Zanichelli al cinema nel capoluogo lombardo e dintorni

L'anima di una città raccontata da un quartetto di voci e da una macchina da presa che spazia dall'alto dei grattacieli al ventre della metropolitana.

IL VOLTO DI MILANO
un film di Massimo Zanichelli

Dopo la presentazione dello scorso ottobre, il documentario Il volto di Milano arriva in sala a Milano e dintorni, la città dove il cinema - inteso come sala - sta rinascendo e trovando nuovi modi di parlare al pubblico.

Saranno proprio due delle sale protagoniste di questo rinascimento - il Cinema Rondinella di Sesto San Giovanni e il Cinema Beltrade di Milano - a programmare per prime Il volto di Milano.

Al Cinema Beltrade, inoltre, contestualmente a Il volto di Milano saranno proposti anche gli eno-doc di Massimo Zanichelli, abbinati a degustazioni di vini a tema, in uno speciale percorso che unisce immagini e sapori. Il calendario delle proiezioni si trova in ale alla mail e nel pressbook allegato.

«Milano non è una città grigia, e il cielo blu è il suo canto»
(Massimo Zanichelli)

IL FILM
Ascoltando un quartetto di voci alternate (il giornalista Gianni Mura, lo scrittore Giorgio Fontana, la regista Marina Spada, l'artista visiva Maia Sambonet) e spaziando con la macchina da presa dall'alto dei grattacieli al ventre della metropolitana, il documentario racconta la Milano contemporanea, cercando di cogliere l'anima e il volto di una città perennemente in divenire, partendo dalle metamorfosi architettoniche dello skyline, che ne hanno modificato radicalmente il volto, rilanciandola come città del futuro e simbolo del cambiamento. In questo passaggio epocale, Il volto di Milano intraprende un viaggio all'interno di una città dai forti contrasti, dai vivi chiaroscuri e dal fascino intramontabile, in cui si percorrono tanto i quartieri storici quanto quelli più periferici alla ricerca della complessità del tessuto urbano. Tra il mondo della finanza e quello degli artisti di strada, tra l'onnipresenza dei brand e il flusso della rete, tra un senso di smarrimento e il brivido del nuovo, il film si addentra nel cuore di una metropoli sempre più multietnica e cosmopolita, interrogandosi sulla sua identità e su alcuni temi forti (il cambiamento urbanistico e sociale, il lavoro, i quartieri etnici), moltiplicando i punti di vista, riappropriandosi della sua bellezza nascosta. Un ritratto a tutto tondo che racconta una Milano inedita e multiforme.

Il volto di Milano gode del patrocinio del Comune di Milano e della Lombardia Film Commission.

NOTE DI REGIA
Il volto di Milano è un documentario indipendente, autoprodotto da me e dal cinematographer Davide Di Lernia, due milanesi che s'interrogano su cosa sia oggi Milano, dedicandole un ritratto a tutto tondo, tra chiaroscuri e fascinazioni. Anche se in alta qualità (formato 4k), si tratta di “un documentario artigianale”, girato in modo tradizionale, prevalentemente con macchina e treppiede, percorrendo i set a bordo di uno scooter.

Ci siamo arrampicati sui tetti degli hotel e dei grattacieli per filmare la città dall'alto, abbiamo battuto le strade e i quartieri del centro e delle periferie, riscoprendo luoghi meno noti della città, ci siamo inoltrati nel ventre della metropolitana, consapevoli del fatto che il cuore pulsante di Milano batte anche qui sotto. L'uso dell'iPhone 6S Plus, che si è affiancato alle macchine da presa (Sony FS7, Blackmagic Cinema), ha permesso di filmare in presa diretta diverse scene di strada, conservandone la freschezza e la spontaneità. L'illuminazione degli esterni – sia diurna sia notturna – è naturale, sposando appieno il punto di vista visivo del film: gli unici interni (una redazione giornalistica, un'osteria, una sala cinematografica e un atelier) sono quelli delle interviste.

Le riprese sono durate, in modo chiaramente discontinuo, quasi due anni: il primo ciak è del 29 settembre 2014, l'ultimo del 18 luglio 2016. Questo ha permesso di seguire alcuni mutamenti epocali a livello urbanistico, come ad esempio il passaggio dal cantiere della Torre Isozaki al cantiere della Torre Hadid, oppure il completamento della parte centrale della City con il Pavillon Unicredit.Abbiamo cercato di riprodurre la complessità di questa città e della sua anima, cercando di costruire un quadro molteplice e fedele, sgomberando alcuni luoghi comuni e allargando lo sguardo per cogliere quante più sfumature possibili.

Il documentario percorre un doppio binario narrativo: c'è il vissuto e il pensiero dei suoi interpreti, un quartetto di voci tra loro diverse che si alternano e che si rivela fondamentale per raccontare la Milano di ieri e di oggi, e c'è lo sguardo della macchina da presa, che accompagna, amplia e contrappunta i contenuti delle loro testimonianze, aprendo il campo a nuovi temi (il potere dei brand e del mondo finanziario, l'onnipresente connettività) e facendo raro ricorso alle coperture video a vantaggio di un montaggio a stacco. Abbiamo privilegiato il contrasto, che si affianca all'assonanza, per aumentare la polifonia del racconto e della visione, che alterna campi lunghissimi a dettagli, raccordi analogici e pedinamenti a mano. Non è un documentario didattico (il Duomo, come altri celebri monumenti cittadini, non è mai ripreso frontalmente) o celebrativo, è un “film di montaggio” che esplora e connette.

E poi c'è il sole, tanto sole, sia quello della stagione autunnale e invernale sia quello primaverile-estivo, un'alternanza di luce fredda e calda che sgombera il campo dal presunto grigiore di questa metropoli, dove la nebbia ormai non si vede più: Milano non è una città grigia, e il cielo blu è il suo canto.

IL REGISTA
Massimo Zanichelli è docente di cinema, saggista e documentarista. Ha scritto per «Famiglia Oggi», «Letture» e «Film Tv» e collaborato ai volumi collettivi Il cinema di Don Siegel (Associazione Culturale Il Foglio, 2011) e Maestri in serie (Falsopiano, 2013). È autore di Psyco & Psycho. Genesi, analisi e filiazioni del thriller più famoso della storia del cinema (Le Mani, 2010), Fino all'ultima goccia. Tutto il cinema dei vampiri da Dracula a True Blood (Mimesis, 2014), Christopher Nolan. Il tempo, la maschera, il labirinto (Bietti Heterotopia, 2015) e Amori fatali. Grandi passioni tra cinema e realtà (con Ilaria Floreano, Le Mani, 2016). Wine writer per «l'Espresso», ha diretto i documentari Sinfonia tra cielo e terra (2013), F for Franciacorta (2015) e Generazione Barolo - Oddero Story (2016).



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