giovedì 5 agosto 2021

Scarlett Johansson contro Disney, l'importanza della sfida secondo Jason Blum, le vere ragioni

C'è qualcosa di importante dietro allo scontro tra Scarlett Johansson e la Disney riguardante l'uscita in streaming di Black Widow, in parallelo con la distribuzione in sala: The Hollywood Reporter ha raccolto testimonianze di diversi producer americani, tra cui Jason Blum, che con la sua Blumhouse e film a basso costo (Scappa - Get Out, Auguri per la tua morte) sembrerebbe lontanissimo da queste diatribe.

Perché Scarlett Johansson è la prima a scontrarsi pubblicamente con una major come la Disney

"Si è messa a capo di una lotta esistenziale molto più grande, è una cosa molto difficile da fare, è molto coraggiosa e sta combattendo per tutti." - ha detto Blum. A cosa si riferisce? Prima va ricordata l'essenza della questione: la Johansson ha querelato la Disney perché, piazzando Black Widow in streaming, basandosi il suo contratto non solo su una paga ma su percentuali degli incassi in sala, ha danneggiato tali percentuali, rimanendo a quanto parrebbe sorda a ogni richiesta di compensazione. Scarlett non è la prima né sarà l'ultima a sollevare il problema, l'ha solo fatto con più clamore scontandosi contro un muro che altri colleghi con altre major (tipo Warner Bros o Universal) non hanno incontrato, ricevendo tale "risarcimento" prima che i bracci di ferro diventassero troppo pubblici.
The Hollywood Reporter ha raccolto testimonianze anonime di ex-membri del consiglio di amministrazione Disney e anche di executive di major concorrenti, unanimi nel dare la colpa di questo danno d'immagine all'assenza di Bob Iger: l'acclamato ex-CEO Disney ha lasciato il posto a Bob Chapek poco prima che la pandemia scoppiasse e, secondo loro, "non avrebbe mai permesso che un artista arrivasse alla querela, con una mossa da dilettanti". Leggi anche Black Widow, Scarlett Johansson risponde alla Disney con decisione

I film tra streaming e sala: il mondo e Hollywood cambiano

È prassi abbastanza diffusa a Hollywood, per attori e autori, dividere il proprio compenso tra un tot ricevuto prima dell'uscita del film e una percentuale sugli incassi, da calcolare poi. In passato c'è stato addirittura chi, come Steven Spielberg, ha avuto introiti record puntando tutto su queste percentuali, rinunciando alla paga tradizionale: per Jurassic Park portò a casa ben 250 milioni di dollari! Ora che le major come Disney, Warner Bros, Universal, Paramount stanno puntando sulle loro piattaforme di streaming proprietarie, lo spostamento di alcuni film su Disney+, HBO Max, Peacock, Paramount+, con finestre d'esclusiva cinematografica ridotte o annullate, sta cambiando le regole del gioco.
Stando all'articolo di Hollwyood Reporter, c'è chi pensa che le percentuali classiche spariranno, e che per converso si alzeranno le paghe tradizionali. C'è chi invece come Blum spera che la causa di Scarlett Johansson contro la Disney porti a riassestare i rapporti tra autori e major, definendo delle regole per queste "fette" anche in caso di uscite streaming. Secondo lui...

Le piattaforme streaming ora stanno scommettendo sul fatto che, in capo a tre o cinque anni, rimaranno solo in tre o quattro a pompare contenuti nelle nostre case, e che saranno così potenti da abbassare i costi di produzione, le paghe degli artisti, dei producer, degli sceneggiatori e dei registi. Personalmente non credo che ci riusciranno, ma stanno scommettendo su questo.[...]
Con un film per lo streaming, come autore non risenti del suo successo o del suo fallimento, secondo me questo compromette il processo creativo. Mi aspetto una tonnellata di querele e che alla fine ci saranno le percentuali anche per lo streaming, come in questo ambiente esistono da cinquant'anni.


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