Uno degli spettacoli che più ha segnato la prima parte della stagione 2017-2018 è Pueblo diretto, scritto e interpretato da Ascanio Celestini. Passato attraverso il Romaeuropa Festival, durante il quale ha riscosso un notevole successo, è in tournée fino a primavera.
Pueblo è uno spettacolo che invoglia il pubblico più variegato a compattarsi e a godere di una storia di tutti i giorni che arriva a toccare le corde più profonde e fragili della nostra esistenza.
Facente parte di un'evidente trilogia inaugurata con Laika”, lo spettacolo contribuisce a far riconoscere Celestini come uno dei più alti rappresentanti del teatro contemporaneo italiano, dando di nuovo lustro ad una drammaturgia che non è solo estetizzante o una ripresa del teatro dei grandi autori, ma è alta espressione del teatro di narrazione.
Finalmente possiamo assistere alla vita sul palcoscenico e ad una simbiotica fusione tra attori, musicisti e addetti ai lavori.
Sembrerà assurdo ma il teatro di Celestini, concepito in forma monologante per un solo attore ha sul pubblico lo stesso impatto che avrebbe una compagnia old style. Ed è questo il teatro di cui più abbiamo bisogno in un momento in cui il passato pesa troppo sul presente e i nostri giorni appaiono come uno stanco riflesso del fulgore degli anni 70-80.
Protagoniste della messa in scena sono la periferia e una colorata seppur disagiata umanità, meravigliosa attraverso le disperate vite che ne popolano i bar, i supermercati, i marciapiedi. Su uno di questi ultimi vive Valentina, giovane cassiera che sogna di essere regina di un reame popolato dalle storie feroci e poetiche di altrettanti personaggi disillusi e traditi dalla vita. Tante voci diverse si incontrano nel bar, emblema di un universo “altro": così lontano, così vicino -citando un titolo wendersiano.
Il microcosmo delle borgate pasoliniane, povere ma in grado di brillare di una luce purissima, come sanno fare solo i diamanti di più rara bellezza. Accompagnato dalle musiche originali composte da Gianluca Casadei, Celestini crea un nuovo ritratto dei margini della società e invita lo spettatore a identificarsi con i suoi protagonisti: personaggi che, al di là della loro particolare condizione sociale, come tutti noi, affrontano la propria condizione di esseri umani.
Celestini si conferma ancora una delle nostre certezze drammaturgiche, in grado di regalarci una lirica del reale.
Di Ascanio Celestini Con Ascanio Celestini, Gianluca Casadei Suono Andrea Pesce Produzione Fabbrica srl In coproduzione con Romaeuropa Festival 2017, Teatro Stabile dell'Umbria Distribuzione Ass. Cult. Lucciola Foto © Dominique Houcmant | Goldo
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