martedì 25 novembre 2025

A sette anni dalla scomparsa, ricordiamo il grande Bernardo Bertolucci attraverso 5 dei suoi film in streaming

Il 26 novembre 2018 moriva a Roma all’età di 77 anni Bernardo Bertolucci, senza alcun dubbio uno dei più grandi autori della storia del cinema italiano, l’unico ad aver vinto l’Oscar per la miglior regia grazie a L’ultimo imperatore. Capace di coniugare nelle sue opere maggiormente riuscite grandi affreschi cinematografici con l’introspezione emotiva e psicologica di personaggi complessi, Bertolucci ci ha regalato una serie di capolavori indimenticabili, per motivi diversi tra loro. Qui sotto trovate cinque film in streaming che a nostro avviso rappresentano il meglio della sua straordinaria produzione artistica. Buona lettura.

Cinque film in streaming diretti da Bernardo Bertolucci

  • Il conformista
  • Ultimo tango a Parigi 
  • Novecento
  • L’ultimo imperatore 
  • Il tè nel deserto


Il conformista (1970)

Dopo i primi film che lo impongono in Italia, Bertolucci con Il conformista ottiene anche il definitivo riconoscimento internazionale, con tanto di nomination all’Oscar per l’adattamento del testo letterario di Alberto Moravia. Jean-Louis Trintignant, Stefania Sandrelli, Dominique Sanda, Gastone Moschin sono i protagonisti di un film sull’Italia e sugli italiani che non risparmia davvero nulla quando parliamo di ipocrisia, debolezza psicologica, fragilità sociale e politica. Scene dallo spleen decadente ma dal sottotesto potentissimo. Grande operazione che guarda all’ampio pubblico per raccontargli la meschinità del privato. Enorme. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, Rai Play.

Ultimo tango a Parigi (1972)

Il film forse definitivo sull’elaborazione del lutto. Un uomo perso dopo la scomparsa tragica della moglie si rifugia in una storia carnale e autodistruttiva che lo porta alle estreme conseguenze. Marlon Brando offre una prova d’attore unica, la migliore della sua carriera, e regala a Ultimo tango a Parigi la definitiva consacrazione nella storia del cinema. Scandalo annunciato, rogo per anni, nomination all’oscar per la regia e l’attore protagonista. Maria Schneider è la personificazione della ribellione giovanile dell’epoca. Potentissimo e brutale, come la vita. Il capolavoro di Bertolucci? Possibile. Anche se per noi...Disponibile su Amazon Prime Video.

Novecento (1976)

…il capolavoro dell’autore è Novecento. Questo affresco ambientato durante il ventennio e la guerra vede Robert de Niro, Gérard Depardieu, un Donald Sutherland immenso, Stefania Sandrelli, Sterling Hayden, Burt Lancaster, Dominique Sanda, Laura Betti e molti atri partecipare con un’adesione spirituale al progetto inaudita. Sequenze da capogiri, una scena in particolare di una violenza insostenibile, momenti di cinema elegiaco e altri di messa in scena popolare. In questo affresco c’è davvero tutto Bertolucci, il sapore e il profano, l’alto e il basso, il tutto mescolato in un quadro bellissimo e struggente. Cinema Di passione e visione, incommensurabile. Disponibile su Amazon Prime Video.

L’ultimo imperatore (1987)

Nove premi Oscar su nove candidature, tra i quali i premi per il miglior film, la miglior regia e la sceneggiatura non originale. Per Bertolucci e il produttore indipendente Jeremy Thomas è un trionfo quasi titanico, che proietta L’ultimo imperatore nell’Olimpo degli affreschi più belli di ogni tempo. John Lone, Peter O’Toole e Joan Chen sono tra i protagonisti del film fotografato da Vittorio Storaro con la potenza espressiva che gli compete. Poco altro da aggiungere per quest’opera che ha consacrato il nostro cineasta al livello dei più grandi. Le sequenze di massa possiedono un’efficacia degna del miglior David Lean o di Steven Spielberg. Disponibile su Amazon Prime Video. 

Il tè nel deserto (1990)

Altra enorme avventura cinematografica che accompagna Debra Winger e John Malkovich dentro un viaggio esistenziale ed emozionale di rara bellezza visiva. Ispirato da Paul Bowles, Il tè nel deserto è forse il film più mistico e filosofico di Bertolucci, un viaggio nella percezione dell’universo dove cultur, anime, storie si incontrano e scontrano a formare un lungometraggio ipnotico. La protagonista non è mai stata così affascinante e struggente. Nel cast anche Timothy Spall e Campbell Scott. Altro lavoro dal fascino esotico e potente. A livello visivo, forse il picco della collaborazione con Storaro. Disponibile su  Amazon Prime Video. 



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Lo Schiaffo: in anteprima esclusiva una clip della storia familiare con super poteri

Una coppia perfetta, quella composta da Julia e Tobias. Una famiglia perfetta. Anche troppo, visto che dietro queste apparenze si nascondono in realtà segreti e rancori che la figlia Marielle si incarica di far emergere con la grinta di un detective. Ma come può farlo? Grazie a dei poteri telepatici che la bambina si trova in dote in seguito a uno schiaffo ricevuto.

Niente più bugie o sotterfugi, senza che Marielle non se ne accorga. Una premessa fantascientifica per una storia in realtà molto quotidiana e familiare, quella raccontata ne Lo schiaffo, il film di Frédéric Hambalek con Julia Jentsch, magnifica protagonista de La rosa biancaFelix Kramer Laeni Geiselerche arriva al cinema dal 27 novembre per Lucky Red dopo essere stato presentato al Festival di Berlino.

Un'inversione rispetto alla nomalità, in cui sono i genitori a controllare i figli e i loro comportamenti. Questa volta sono loro, gli adulti, a perdere la privacy, come ci dimostra questa clip che vi presentiamo in esclusiva, in cui la madre cerca di far finta di niente, per non venire ascoltata dalla figlia, quando il suo amante in ufficio le propone, come da abitudine, una pausa sigaretta... con qualcosa in più.

Ecco la clip in esclusiva di Lo schiaffo

 



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Hierarchy, la serie di romanzi fantasy diventa un film

Un’altra saga letteraria fantasy è in arrivo sul grande schermo. Secondo quanto riferito da The Hollywood Reporter, Sony Pictures ha acquisito i diritti della serie Hierarchy scritta da James Islington, autore ben noto soprattutto per il precedente successo letterario Licanus Trilogy.

Hierarchy, la serie fantasy di James Islington diventerà presto un film

Il genere fantasy continua a proporre novità interessanti sul grande schermo e tra non molto offrirà al pubblico appassionato una nuova avventura tratta dalla nuova saga letteraria di James Islington. Hierarchy è iniziata nel 2023 con il primo volume The Will of the Many – La volontà dei molti (in Italia pubblicato da Fanucci Editore) e il secondo volume, The Strength of the Few, è stato pubblicato di recente negli Stati Uniti incassando recensioni positive e conquistando il primo posto nella classifica dei bestseller del New York Times.

Il protagonista di The Will of the Many – La volontà dei molti è Vis Telimus, che si presenta come un orfano per poter accedere alla prestigiosa accademia della Repubblica Cateniana. Come da prassi, promette che una volta concluso il percorso di studi si unirà al resto della società civilizzata per cedere la sua volontà, ma Telimus cela dei segreti: ha deciso di infiltrarsi nell’Accademia e scalare i ranghi dell’impero oppressivo che ha distrutto la sua famiglia per un obiettivo ben preciso. “Quella che era iniziata come una missione di sopravvivenza si trasforma in una lotta travolgente contro un mondo costruito sullo sfruttamento, dove lealtà, potere e verità sono tutte armi”, si legge via The Hollywood Reporter.

Ad oggi sappiamo soltanto che Sony Pictures ha acquisito i diritti per adattare questa storia sul grande schermo, ma è ancora troppo presto per scoprire chi interpreterà l’agguerrito protagonista o chi si occuperà di sceneggiatura e regia.



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Pig Hill: ecco il trailer del nuovo horror del regista di Willy's Wonderland

Protagonista di questo nuovo film di Kevin Lewis, decisamente meno ironico del precedente, è Rainey Qualley, sorella della più celebre Margaret. Ecco trailer e trama di Pig Hill.

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lunedì 24 novembre 2025

Ecco alcuni film in streaming interpretati da Glenn Close, nel cast di Wake Up Dead Man - Knives Out 3

Celebriamo oggi con i nostri consueti cinque film in streaming la grandezza assoluta di un’attrice che risponde al nome di Glenn Close. A partire dagli anni ‘80 questa interprete ci ha regalato prove straordinarie sia come protagonista che a supporto di cast corali, guadagnando la bellezza di otto candidature agli Oscar. Purtroppo la statuetta non è mai arrivata, un record negativo che speriamo la Close riesca a smentire nel prossimo futuro, magari proprio grazie alla sua partecipazione a Wake Up Dead Man - Knives Out 3, in arrivo in questi giorni. Buona lettura.

Cinque film in streaming di Glenn Close, nel cast di Wake Up Dead Man - Knives Out 3

  • Il migliore
  • Il grande freddo
  • Le relazioni pericolose
  • Il mistero Von Bulow 
  • Cronisti d’assalto 

Il migliore (1983)

Uno dei migliori film sul baseball mai realizzati, una parabola di redenzione personale che vede un grande Robert Redford eroe moderno interpretare il gioco come stile di vita. Barry Levinson dirige Il migliore con l’epica necessaria e l’attenzione ai personaggi. Kim Basinger è una presenza indimenticabile, ma quando in scena c’è la Close tutto il resto si offusca. Seconda nomination all’oscar per l’attrice, sempre nella categoria di non protagonista. Film intenso, classico ed emozionante. E la sequenza finale con l'idea della palla che becca i lampioni dello stadio è geniale.Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Il grande freddo (1983)

Terza candidatura sempre nella stessa categoria per il dramma generazione diretto da Lawrence Kasdan che comprende uno dei migliori cast mai assemblati nella storia di Hollywood. Oltre alla Close troviamo infatti Jeff Goldblum, William Hurt, Kevin Kline, JoBeth Williams, Tom Berenger. Il grande freddo viene poi intessuto su una colonna sonora da sballo. Dialoghi straordinari, atmosfere caldissime e dolorose, momenti di cinema intimista di livello purissimo. Uno dei film di culto degli anni ‘80, a cui tutti partecipano con devozione assoluta. Bellissimo. Nomination anche per il film e la sceneggiatura originale.Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.

Le relazioni pericolose (1988)

Come abbia fatto la Close a perdere questo oscar resta uno dei grandi misteri della storia dell’Academy. Stephen Frears mette in scena Le relazioni pericolose con una precisione nell’immagine che si condensa alla perfezione con le prove straordinarie del trio di protagonisti. John Malkovich e Michelle Pfeiffer sono altrettanto grandiosi, ed elevano il film a livello di capolavoro. Scene di potenza emotiva quasi insostenibile, e momenti di cinema unici. Tre Oscar vinti, tra cui quello alla sceneggiatura di Christopher Hampton da leggenda. Uno dei più grandi film mai realizzati. Disponibile su CHILI, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, NOW.

Il mistero Von Bulow (1990)

Altro titolo di culto in cui la CLose accetta un ruolo disturbante e negativo, salvo poi diventare la vittima. Un Jeremy Irons mellifluo e preciso vince l’Oscar come miglior attore protagonista. Ron Silver chiude un terzetto di attori davvero notevole. Barbet Schroeder mette in scena Il mistero Von Bulow con un distacco entomologico che gli consente di osservare i caratteri da grande  severa distanza. Thriller raffinato e potente, che mette in scena il peggior lato della natura umana con sapienza e verità, a cui partecipa anche una tagliente Christine Baranski e una efficacissima Annabella Sciorra. Disponibile su Amazon Prime Video.

Cronisti d’assalto (1994)

Chiudiamo con la commedia corale sul mondo della carta stampata in cui la Close recita con presenza scenica e potenza espressiva il caporedattore di un giornale in declino. Michael Keaton è ottimo protagonista di Cronisti d’assalto, che Ron Howard dirige con la solita competenza. Accanto a loro Marisa Tomei, Robert Duvall, Randy Quaid e molti altri. Film frizzante, magnificamente scritto e recitato ancora meglio. Una commedia sulla necessità di fornire ai lettori informazione libera e non schierata. Un toccasana per l’anima. Divertentissimo e con un messaggio importante. Disponibile su CHILI, Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.



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Wicked Parte 2, il regista rivela che il finale avrebbe potuto essere "molto più oscuro e spaventoso"

Wicked: Parte 2 è al cinema e il suo finale avrebbe potuto essere molto più cupo a detta del regista Jon M. Chu. Seconda parte del primo capitolo di successo, la cui storia è tratta dall’omonimo musical di Broadway, Wicked ha raccontato la storia di Glinda ed Elphaba, interpretate rispettivamente da Ariana Grande e Cynthia Erivo. Se nel primo film le due hanno stretto amicizia condividendo l’alloggio presso la Shiz University, nel secondo si ritrovano su fronti opposti della battaglia. E, in una recente intervista, il regista non solo ha offerto una spiegazione sul finale scelto, ma aggiunto che avrebbe potuto essere diverso.

Wicked: Parte 2, il finale avrebbe potuto essere più cupo secondo il regista

La prima parte di Wicked si è conclusa con il Mago e Madame Morrible che hanno scatenato una vera e propria caccia per Elphaba, la Malvagia Strega dell’Ovest, elevando Glinda e Fiyero ad una posizione di potere ed opposta ad Elphaba. A detta del regista, il secondo film ha rinunciato al “divertimento e alla danza” note del primo capitolo offrendo ai personaggi spazio per evolversi, notando i difetti e le possibilità offerte da Oz. “Ogni personaggio ad un certo punto deve porsi una domanda sulla realtà e scegliere quale realtà approvare. Boq sceglie una realtà di odio come comunità e Glinda sceglie una realtà in cui potrebbe non essere mai buona. Penso che l’idea sia che siamo sia buoni che cattivi. Siamo tutti queste cose e ogni giorno scegliamo quale delle due saremo”, ha raccontato ad Entertainment Weekly.

A seguire faremo riferimento a quanto accaduto nel finale di Wicked: Parte 2, per cui consigliamo la lettura soltanto a visione ultimata. Elphaba si ritrova con Fiyero dopo che tutti credevano entrambi morti. Invece fuggono verso la terra deserta oltre Oz, che nel romanzo Il meraviglioso mago di Oz è stato descritto come il Deserto Mortale. Il regista di Wicked: Parte 2 conferma che in principio avevano esplorato “versioni di quel deserto molto più oscure e spaventose, come camminare tra le proprie paure”. Ma hanno poi decretato che il deserto “non è uno spazio morto quanto una possibilità. Nessuno ha esplorato quell’orizzonte perché tutti sono troppo spaventati per farlo”.



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Udo Kier: addio al leggendario attore tedesco, eccentrica presenza del cinema contemporaneo

Un altro lutto colpisce il mondo del cinema e il cuore dei cinefili: a 81 anni è morto nella sua casa di Palm Springs il celebre attore tedesco Udo Kier, che coi suoi eccentrici personaggi e la sua carismatica presenza ha attraversato, lasciando un segno duraturo, cinquant'anni di cinema contemporaneo, diventando un'icona del bizzarro nei film di registi come Paul Morrissey, Dario Argento. Rainer Werner Fassbinder e Lars Von Trier, che lo ha volutoi in molti dei suoi film. Nella sua sterminata filmografia, che conta oltre 200 titoli, Kier ha alternato ruoli e pellicole di rilievo a film di puro consumo, ma la sua presenza non è mai passata inosservata. La sua carriera si è chiusa con l'acclamato L'agente segreto, il film di Kleber Mendonça Filho, che vedremo il prossimo 29 gennaio. Ricordiamo i ruoli principali di un interprete non comune e dalla magnetica presenza, il cui sguardo tutti, una volta o l'altra, abbiamo incrociato sul grande schermo.

Udo Kier: un attore per tutte le stagioni

In un'epoca in cui il termine icona/iconico è talmente abusato (e usato a sproposito) da dare la nausea, possiamo dire che Udo Kier lo è stato veramente: coi suoi grandi occhi cerulei e la sua fisionomia così particolare, è diventato il simbolo di decine di film “irregolari”, regalandoci personaggi mai scontati e banali e diventando attore feticcio di registi come Lars Von Trier, che da Epidemic in poi lo ha voluto in quasi tutti i suoi film, fino a Nymphomaniac: indimenticabile la sua partecipazione alla serie The Kingdom, in una scena del quale veniva addirittura partorito un bambino con la sua faccia. Il vero parto di Udo Kier era stato, del resto, altrettanto traumatico: la madre lo aveva avuto sotto le bombe, a Colonia, in un ospedale colpito dagli alleati, nel 1944. Indipendente e irrequieto, a soli 18 anni Kier (il cui cognome intero era Kierspe) fa esperienza della vita nella Swinging London e si accompagna in Germania a Rainer Werner Fassbinder, compagno e mentore, che lo dirigerà in diverse opere, come La terza generazione, Lola, Lili Marleen, La moglie del capostazione e la serie tv Berlin Alexanderplatz. Attore girovago e cittadino del mondo, Udo Kier gira il suo primo film italiano nel 1969: in La stagione dei sensi, di Massimo Franciosa, interpreta il ruolo di un seduttore sadico e assassino. Quattro anni dopo, è protagonista del film Il mostro è in tavola, Barone Frankenstein, seguito da Dracula cerca sangue di vergine... e morì di sete, diretti da Paul Morrissey sotto l'egida di Andy Warhol (Antonio Margheriti contribuirà alle versioni italiane).

Altro incontro fondamentale nella vita dell'attore è quello con Gus Van Sant, che lo dirige in Belli e dannati e Cowgirl e gli apre le porte del cinema americano. Tra le centinaia di film in cui appare, ricordiamo in ordine sparso l'attore in Suspiria di Dario Argento, dove interpreta lo psichiatra, e con cui torna a lavorare ne La terza madre, nel film dell'oggi dimenticato, “scandaloso” regista Walerian Borowczyk, Nel profondo del delirio e nei ruoli americani di Ace Ventura, Johnny Mnemonic, Blade, Armageddon, Van Helsing, nel frammento di Grindhouse, Werewolf Women of the SS di Rob Zombie, che lo dirige anche nel suo Halloween. Kier lavora tantissimo e spesso con registi di opposte qualità: ad esempio lo troviamo nel 2008 in Far Cry di Uwe Boll e l'anno successivo in Soul Kitchen di Fatih Akin. Lavora anche con Werner Herzog, che lo dirige in Invincible e My Son, My Son What Have Ye Done, ed è apprezzato dai giovani registi come S. Craig Zahler, che lo vuole nei suoi Cell Block 99 e Dragged Across Concrete. Tra i suoi film più recenti ricordiamo anche Downsizing e Figlia mia di Laura Bispuri. Con Udo Kier scompare un attore eclettico che ha segnato con la sua presenza carismatica e inquietante il cinema della nostra vita. Senza fare impossibili paragoni, anche caratteriali, pensando a lui ci viene in mente il suo compatriota Klaus Kinski, nel senso che era uno di quegli interpreti capaci di regalare momenti di bellezza anche ai peggiori film e di arricchire in modo sostanziale quelli migliori. E di attori così, nel cinema contemporaneo, ce ne sono sempre meno.



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