Guillermo del Toro aveva soltanto sette anni quando rimase per la prima volta ammaliato dalla mostruosa creazione letteraria di Mary Shelley e, circa cinquant’anni dopo, è riuscito a proporre una sua versione cinematografica di Frankenstein. Con una distribuzione limitata in sala ed una stabile in streaming su Netflix, il suo Frankenstein ha coinvolto diverse stelle del firmamento hollywoodiano come Oscar Isaac e Jacob Elordi, così come anche Mia Goth. Quest’ultima, in una recente intervista, ha ammesso di essersi avvicinata a Frankenstein con timore.
Frankenstein di Guillermo del Toro, Mia Goth: “Non ho mai avuto così tanta paura di far parte di un film”
Scelta per interpretare Elizabeth Lavenza in Frankenstein, Mia Goth ha raccontato ai microfoni di Variety in occasione della première ad Hollywood che inizialmente era nervosa all’idea di lavorare con Guillermo del Toro: “Non ho mai avuto così tanta paura di recitare in un film. Davvero, mai. Per me ha significato tanto ed ero sempre persa nei miei pensieri. Continuavo a pensare tra me e me: ‘Guillermo del Toro sta girando Frankenstein, il film che tutti hanno sempre desiderato che facesse, e io ne faccio parte’. Avevo così tanta paura di essere l’unica nota negativa e di rovinare tutto”. Ha superato quel blocco temporaneo meditando sui propri dubbi: “Ho deciso di vivere quel momento in cui apri gli occhi, hai quella calma e un pizzico di saggezza in più. Ecco dove si trovava Elizabeth”.
Oscar Isaac, dal suo canto, ha spiegato che Guillermo del Toro è stato di grande supporto per tutto il cast: “Ci ha detto subito: 'Non puoi fallire. L'ho fatto su misura per te'. L'ha affrontato nello stesso modo in cui Mary ha affrontato la scrittura di 'Frankenstein', ovvero rendendolo un'espressione completamente personale della loro esperienza, ed è quello che ha chiesto anche a noi di fare. Quindi, finché lo facevamo in modo onesto e appassionato, non c'era alcun fallimento e non c'era alcun obbligo”.
Anche Guillermo del Toro ha riflettuto sull’importanza di Frankenstein e su perché la sua versione dovesse arrivare adesso: “Per me, [il messaggio] è quello di riconnettersi emotivamente con l'idea del potere del perdono e dell'accettazione, che è assolutamente... un materiale molto raro al momento. Non è un blockbuster, un'idea preconcetta. Non è un franchise. È qualcosa che parla in modo molto diretto e autobiografico, purtroppo per me e per molti in passato”. L’idea di una creatura incompresa ha accompagnato un po’ la filmografia di Guillermo del Toro, da La forma dell’acqua a Pinocchio.
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