martedì 14 ottobre 2025

Diane Keaton, il ricordo di Woody Allen: "Misi in dubbio la mia sanità mentale: era possibile innamorarsi così velocemente?"

Dopo la triste notizia della scomparsa di Diane Keaton nel weekend a 79 anni, aspettavamo una reazione nello specifico. Senza voler nulla togliere ai tanti di Hollywood che hanno ricordato l'attrice, il rapporto di Keaton con Woody Allen produsse negli anni Settanta alcuni dei loro migliori film: Io & Annie (che le valse il suo unico Oscar), Manhattan, ma anche i più comici e persino slapstick come Provaci ancora Sam, Il dormiglione e il sommo Amore & Guerra, dove c'era un'evidente totale parità e dignità attoriale tra i due sullo schermo. Si doveva anche a una relazione dietro le quinte, terminata intorno al 1978: questo non ha mai impedito ai due di rimanere amici (sul serio), tanto che Keaton tornò a fare coppia con lui nel 1993 per Misterioso omicidio a Manhattan, ed è stata tra i pochi personaggi hollywoodiani a prendere le parti di Allen durante la recente campagna di "cancellazione" in seguito al metoo. Allen ha parlato, affidando il suo ricordo alla Free Press.

Woody Allen ricorda Diane Keaton: "Qualche giorno fa il mondo era un luogo con Diane Keaton, ora non più"

Il testo che Woody Allen (tra poche settimane novantenne) ha regalato a Diane Keaton come saluto è ricco di ironia, in questo caso più che dovuta, dato che i due hanno diviso lavoro e vita, per diversi anni. "Il suo viso e la sua risata illuminavano ogni spazio in cui entrava", comincia Allen, che ricorda quando si conobbero a fine anni Sessanta, durante le prove della sua commedia "Provaci ancora, Sam" (che sarebbe diventato un film nel 1972): "Quando misi per la prima volta gli occhi sulla sua bellezza allampanata, pensai che, se Huckleberry Finn fosse stata una bellissima giovane donna, sarebbe stata Keaton. [...] Per la prima settimana di prove, non ci scambiammo parola. Lei era timida, io ero timido, le cose con due persone timide possono diventare un po' spente. Alla fine ci prendemmo una pausa nello stesso momento e dividemmo un boccone in un posto sulla Eighth Avenue. Quello fu il nostro primo contatto personale: il risultato fu che lei era così affascinante, bella e magica, che misi in dubbio la mia sanità mentale. Pensai: ma ci si può innamorare così velocemente?"
Woody ricorda poi di averle mostrato il primo montato del suo esordio alla regia, Prendi i soldi e scappa (1969), convinto che facesse schifo: "Lo vide tutto e mi disse che il film faceva molto ridere ed era molto originale. Parole sue. Il successo confermò il suo parere, che non ho più messo in dubbio da allora. [...] Col passare del tempo ho fatto film solo per una persona, Diane Keaton." Qualcosa in più di questo: "Vivendo insieme a lei vedevo il mondo attraverso i suoi occhi." Allen ne ricorda il talento multiforme: attrice, ballerina, cantante, scrittrice, fotografa, ma alla fine dell'elenco piazza il senso dell'umorismo e le capacità critiche. "Per quanto fosse timida e cercasse di sparire, era sicurissima nei giudizi estetici. [...] Se sentiva che Shakespeare aveva sbagliato, non importa chi ne cantasse le lodi, si fidava del suo istinto e non temeva di mettere il Bardo a tappeto."
Allen paragona la sua creatività nella creazione degli abiti a quella delle macchine di Rube Goldberg, confessa di aver capito che sofffriva di bulimia solo tempo dopo la fine della loro relazione (all'epoca, per ignoranza della patologia, annoverava il grande appetito tra le sue stranezze). Si stupisce ancora di come una vastissima cultura andasse in lei a braccetto con un modo di esprimersi viscerale e persino "zoticone". Rammenta un episodio in cui fu invitato a giocare a poker con i nonni di Diane un giorno del Ringraziamento, in una partita all'ultimo sangue anche se si puntavano solo penny: "Non mi hanno più invitato. Secondo me i nonni pensarono che li avessi fregati."
Difficile non commuoversi nel finale della lettera, quasi un'eco del monologo (sublime) che chiude Io & Annie: "Trascorremmo insieme un po' di grandiosi anni di vita, e alla fine separammo le nostre strade, e il perché ci lasciammo lo potrebbero spiegare solo Dio o Freud. [...] Continuò la sua vita con diversi uomini eccitanti, tutti più affascinanti di me. Io ho preso la mia strada, cercando di fare il grande capolavoro che ancora inseguo disperatamente, l'ultima volta che ho controllato. Scherzavo con Keaton che saremmo finiti come in Viale del Tramonto, lei come Norma Desmond e io come Erich von Stroheim, un tempo il suo regista, ora il suo autista. [...] Qualche giorno fa il mondo era un luogo che includeva Diane Keaton. Ora è un mondo senza. Quindi, è un mondo più cupo. Però ci sono i suoi film. E la sua grande risata, che ancora mi risuona in testa."



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