venerdì 19 agosto 2022

Gli orsi non esistono: ecco il primo trailer internazionale del film di Jafar Panahi in concorso a Venezia 79

Autore di film come Il palloncino bianco e Il cerchio, Jafar Panahi è uno dei tre registi incarcerati di recente in Iran dal regime di Teheran per via del suo supporto alle proteste anti-governative, ed è anche uno di quelli che sarà in concorso al prossimo Festival di Venezia (ma anche al Toronto Film Festival, e al New York Film Festival) con l'ultimo tra i suoi film, che si intitola Gli orsi non esistono, di cui vi mostriamo di seguito il primo trailer.
Gli orsi non esistono, che vede protagonista lo stesso Panahi assieme a Naser Hashemi, Vahid Mobaseri, Bakhtiyar Panjei, Mina Kavani e Reza Heydari, racconta due storie d'amore parallele nelle quali gli amanti sono tormentati da ostacoli nascosti ma inevitabili, dalla forza della superstizione e dai meccanismi del potere.
Ecco il trailer internazionale di Gli orsi non esistono, film candidato al Leone d'oro 2022 che arriverà nei cinema italiani il 6 ottobre distribuito da Academy Two:


Uno dei grandi artisti del cinema mondiale, Jafar Panahi ha attentamente plasmato negli ultimi tre decenni lavori autoriflessivi sulla libertà aristica, personale e politica, e il suo correre dei rischi non ha rallentato nemmeno di fronte al trattamento ricevuto dal governo iraniano, condannato da tutto il mondo. Ora, mentre la comunità cinematografica internazionale condanna con veemenza l'arresto di Panahi avvenuto nell'estate del 2022, questa volta a causa delle sue parole a favore dell'indipendenza di un altro artista, ci ha regalato un nuovo film, un nuovo virtuosistico gioco di prestigio. In No Bears, come in molti dei suoi film più recenti, racconta sé stesso, momentaneamente ricollocatosi in una cittadina rurale e di confine per cercare di supervisionare da remoto la realizzazione di un nuovo film in Turchia, la cui storia arriva a rispecchiare in maniera inquietante gli eventi che avvengono realmente attorno a lui. Attraverso queste dinamiche narrative parallele eppure incrociate, Panahi sfila il tappeto del racconto da sotto i piedi dello spettatore, raccontando la dualità tra tradizione e progresso, città e campagna, credenze spirituali ed evidenze fotografiche, e il desiderio umano di fuggire dall'oppressione.



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