lunedì 4 settembre 2017

Venezia 74 - La villa

Robert Guédiguian ha il tocco: una grazia di sguardo sugli umani rara e una abilità di scrittura in cui mescola continuamente pubblico e privato, personale e collettivo, la storia di una famiglia con la storia del paese in cui vive e dei reciproci cambiamenti continui. La villa riassume alcuni temi spesso dal regista raccontati: la complessità dei legami familiari, l'ideologia politica di sinistra che si scontra con un presente sempre più destrorso, i rimpianti le sconfitte le scelte di campo che si devono compiere in varie epoche della vita. Interpretato dai suoi attori feticcio sia nei ruoli principali che in quelli secondari (Ariane Ascaride, Jean-Pierre Daroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet), il film parte con una scena al tramonto in una villa sul mare: un uomo anziano si gusta una sigaretta davanti al sole e poi, mentre la sta schiacciando nel portacenere sul tavolo, ha un ictus. I tre figli adulti, due maschi e una femmina, Angèle, Armand e Joseph, tornano alla villa di famiglia a prendersi cura di lui. Temi classici, quasi arcaici, dell'accudimento, dei rimpianti, dei traumi mai riusciti a superare. Presto viene fuori che il padre ha scritto nel testamento che Angèle ha diritto al 25% in più rispetto ai fratelli. "Cos'è un risarcimento danni perché mia figlia è morta?". Lo scheletro nell'armadio ha fatto capolino e le bombe non tardano ad esplodere. Una riflessione sull'accettazione del tempo che passa, sui cambiamenti del mondo, sulla capacità di rinnovamento insita nell'essere bambini. "I padri schiacciano i figli" afferma Armand, come dicesse un'ovvietà. Lui ha scelto di portare avanti il piccolo ristorante di famiglia "Le mange-tout" mantenendo viva la formula 'buona qualità, buoni prezzi'. Sopra di loro - la villa è costruita sulla collina affacciata sul mare - il passaggio del treno scandisce i momenti, come un trenino giocattolo tra ragazzini. La sceneggiatura trova una forma perfetta in battute come:"Sull'orlo del baratro una risata ci impedirà di buttarci. Un proverbio cinese" pausa "che ho appena inventato". Vero coup de théatre il flashback con i tre fratelli (davvero) giovani che fanno il bagno nel porto tra le barche sotto la villa, tratto da Ki lo sa?, lungometraggio girato dal regista del 1985. Finale evocativo e simbolico: un urlo sotto gli archi della sopraelevata dei propri nomi, replica di un rito giocoso dell'infanzia.

(La villa); Regia: Robert Guédiguian; sceneggiatura: Robert Guédiguian, Serge Valletti; fotografia: Pierre Milon; montaggio: Bernard Sasia; interpreti: Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Jacques Boudet, Anaïs Demoustier, Robinson Stévenin, Yann Tregouët, Geneviève Mnich, Fred Ulysse, Diouc Koma; produzione: Agat Films & Ex Nihilo, France 3 Cinéma; origine: Francia, 2017; durata: 107'



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