Difficile fare un'ottima serie sulla famiglia: dopo i Soprano (ok, è una saga mafiosa, ma pur sempre di famiglia si tratta) il morale si era alzato di molto con Brothers and sisters, chiusasi però troppo prematuramente al termine della quinta stagione. Ecco quindi che gli americani ci riprovano con Animal Kingdom, sviluppata da Jonathan Lisco sulla base del soggetto dell'omonimo film (australiano) del 2010 di David Michôd – che è uno dei produttori esecutivi della serie del canale americano TNT.
La serie, che potremmo definire un crime family tra surf ed illegalità, è ambientata in California e vede una mater familia, Smurf (una eccezionale Ellen Barkin (vincitrice, nel 2014, del Tony Award come miglior attrice per il tv movie The normal heart) destreggiarsi tra l'organizzazione della casa e del ‘lavoro' dei suoi quattro figli - naturali e non -: Pope, il più grande, appena uscito di prigione e mentalmente instabile; Baz (Scott Speedman), adottato quando aveva 12 anni, l'unico con una famiglia (forse non del tutto sua) e detentore della leadership del gruppo; Craig, accanito surfista dipendente da droga e donne e il suo compagno di giochi Deran (sono un po' un mush up di Sons of anarchy ed O.C.), che rivela man mano la sua omosessualità così come la sua gelosia nei confronti J, l'ultimo arrivato, reo di avergli tolto il primato di figlio più giovane. È proprio con il punto di vista di J che si apre il pilot: lo si trova seduto accanto alla madre, che si era allontanata dai Cody, morta per overdose, mentre aspetta l'aiuto dei paramedici, e si comprende fin da questo iniziale momento che la vicenda vedrà lui come ago della bilancia. Se il percorso degli altri ragazzi è ben definito e segnato, quello di J è ancora tutto da giocare, e l'idea della serie sta proprio nella possibilità di salvezza della sua anima, nel capire se riuscirà ad estirpare quel dna distruttivo che si è appena portato via sua madre e che tenta di fare lo stesso con lui.
Ovviamente però, come in ogni famiglia che si rispetti, è la donna il fulcro di tutto. In questo caso, Smurf. Capofamiglia con tanto di potere decisionale (sui colpi da effettuare) ed economico (è lei ad amministrare il denaro rubato, dando la ‘paghetta' mensile ai suoi ragazzi), all'occorrenza funge anche da coach se c'è necessità di motivare o punire qualcuno, ricorrendo una volta alla droga, una volta al cibo ed un'altra al sesso, seguendo esattamente il metodo del bastone e della carota.
Ma risulta quasi imbarazzante il modo in cui la donna passa da boss malavitoso a madre tenera e ad amante seducente - a tratti fin troppo (e morbosamente) seducente, al limite dell'incesto – fino ad interpretare, in tutto e per tutto, Iago, inculcando nella mente di Pope un'idea e lasciando che sia lui stesso ad eseguirla concretamente, in un finale di stagione che stringe l'occhio a Shakespeare lasciando però apertissima la lotta faustiana per l'anima di J.
(Animal Kingdom); genere: crime, drama; sceneggiatura: Jonathan Lisco; stagioni: 1 (IN CORSO); episodi prima stagione: 10; interpreti: Ellen Barkin, Scott Speedman, Shawn Hatosy, Ben Robson, Jake Weary, Finn Cole, Daniella Alonso, Molly Gordon, C. Thomas Howell, Nicki Micheaux, Dorian Missick, Spencer Treat Clark; produzione: John Wells Productions, Warner Horizon Television; network: TNT (U.S.A., 14 giugno 2016); origine: U.S.A., 2016; durata: 50' per episodio; episodio cult prima stagione: 01x10 – What Have You Done
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