venerdì 20 dicembre 2019

Tenet: la scelta di non guardare il trailer del film di Christopher Nolan e difenderla

Avete mai provato a vedere un film senza sapere nulla? Può essere un'esperienza illuminante.

Mettiamola così: è di Christopher Nolan che stiamo parlando, un autore cinematografico preceduto dalla sua stessa reputazione. Tutto ciò che ci basterebbe conoscere di ogni suo nuovo progetto è il titolo con la data di uscita. Nient'altro.

Il sottoscritto si occupa di cinema ogni giorno. Per lavoro certo, ma soprattutto per passione. Si presume che tutti coloro che scrivono di cinema siano avidi consumatori di film, bramosi di vivere storie altrui per un paio d'ore, feticisti dell'immagine in movimento, dei colori, della composizione e della sua potenza narrativa.
Negli anni recenti la tecnologia ci ha fatto entrare in mondo in cui il bombardamento visivo è costante e continuativo. Siamo circondati da immagini statiche o dinamiche ogni giorno, in percentuali diverse tra news di cronaca, sport, meteo, cene, tramonti, selfie degli amici, gatti e tutto il resto con fini commerciali. Un film è ancora (non sempre, ma quasi) un'esperienza visiva con il superpotere di offrire una profondità di lettura, un'immersione emotiva che va dentro l'estetica del soggetto inquadrato. E forse, in certi casi, vale la pena preservarla quell'esperienza.

Un film però è anche un prodotto commerciale che deve essere venduto e le logiche di marketing dicono che bisogna investire sulla brand awareness, dove il brand in questo caso è il titolo del film e, in seconda battuta, lo studio che lo ha prodotto. I trailer arrivano con largo anticipo rispetto all'uscita in sala, proprio per il bombardamento sopracitato, per conquistarsi uno spazio nella memoria dei consumatori/spettatori e mantenerlo fino al momento dell'acquisto del biglietto.
Andando controcorrente, un buon proposito per il 2020 può essere questo: arrivare vergini alla visione di Tenet. Non guardare nessun trailer, nessun video promozionale, niente prologo di dieci minuti nei cinema Imax prima di Star Wars: L'Ascesa di Skywaker, nessuna lettura che lo racconti, nessuna trama e nessun maledetto articolo che dica "tutto quello che sappiamo di".

Farsi bastare invece la natura palindromica del titolo, il poster e il fatto che Tenet sia il nuovo film di Christopher Nolan in uscita a un certo punto a metà del 2020, elementi sufficientemente accattivanti e già garanzia di qualcosa di unico.
Avete mai provato a vedere un film senza saperne nulla?
Può essere un'esperienza quasi soprannaturale entrare in una storia senza aspettative e senza pregiudizio alcuno. È accaduto al sottoscritto una volta con I segreti di Brokeback Mountain. Il film di Ang Lee era in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, uno di quei festival dove si vedono tra i tre e i quattro film al giorno di cui si sa poco e i ritmi sono così sostenuti che a volte si entra in sala non avendo letto nemmeno la sinossi. Ecco, quel film ambientato in un qualche paese montano degli Stati Uniti con due ragazzoni in cerca di lavoro come pastori di pecore poteva esser qualunque cosa: un survival thriller, un dramma naturalistico, un film di science-fiction con gli alieni nascosti nel bosco. Invece no, all'improvviso diventa una delle storie d'amore più belle mai viste al cinema, potente come uno schiaffo.

Perché scegliere Tenet? Perché dietro al film c'è la mente superiore di Christopher Nolan, un manipolatore narrativo, sperimentatore progressista e promotore di un cinema complesso nemico della passività di chi guarda. I suoi film domandano attenzione e impegno, fin dall'esordio del 1998 con Following, quando aveva 28 anni, una storia affascinante che già all'ottavo minuto si complica progressivamente con il montaggio a puzzle, chiedendo allo spettatore di iniziare il lavoro di ricomposizione.
Ogni titolo della filmografia di Christopher Nolan, Memento, The Prestige, Il cavaliere oscuro, Inception o Intestellar, è una benedizione per chi guarda, un viaggio tra i suoi contorti e seducenti ragionamenti che mettono in sintonia autorialità e intrattenimento.
Per chi scrive di cinema, scegliere di non vedere e non sapere qualcosa di un film è praticamente impossibile, oltre ad essere professionalmente un passo falso perché vuol dire non aggiornarsi, auto-escludersi dalle conversazioni sul film. Ma scegliere di non essere inquinati a livello promozionale, battere una strada che non sia già tracciata da qualcun altro, significare anche investire affinché il guadagno finale possa essere maggiore. E non si parla di denaro ma di esperienza, l'unica cosa davvero capace di arricchire una persona. Con Tenet vale la pena tentare, proprio per difendere l'amore viscerale per i film e capitalizzare con lungimiranza un guadagno di vita vissuta ancora da vivere.

Il poster di Tenet

Il trailer di Following di Christopher Nolan



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