Il designer americano aveva 86 anni e a lui dobbiamo anche il mitico robot n.5 di Corto circuito.
E’ morto, all’età di 86 anni, dopo aver combattuto per 3 anni con un brutto male, Syd Mead, il concept artist senza il quale Blade Runner non sarebbe stato Blade Runner. La notizia arriva dal suo compagno di vita e di affari Roger Servick, rammaricato per la perdita di un genio del disegno che amava definirsi “futurista visivo”.
Nato nel 1933 a San Paul, in Minnesota, Mead crebbe in diverse città e si diplomò in un liceo di Colorado Springs. Dopo aver fatto il servizio militare, frequentò l'Art Center School di Los Angeles, da cui uscì, laureato, nel 1959. Fu quindi assunto dalla Ford di Detroit, dove rimase per due anni lavorando come designer, per poi diventare illustratore di libri e cataloghi per diverse società.
Nel 1970 Syd Mead creò la sua compagnia di design, la Syd Mead Inc., lavorando per clienti notevolmente prestigiosi come la Philips, la Sony e la Honda. Genio della matita fin da bambino (sembra che a 8 anni sapesse già disegnare il corpo umano come un illustratore di un libro di anatomia), diede un apporto fondamentale al cinema, immaginando e disegnando universi che difficilmente dimenticheremo. Cominciò nel 1979 con Star Trek per poi dedicarsi a Blade Runner (suo è, per esempio, lo Spinner), Tron, 2010 - L'anno del contatto, Corto circuito (per cui inventò, fra le altre cose, il robot n. 5), Aliens - Scontro finale, Timecop, Johnny Mnemonic, Mission: Impossible III.
Di recente Mead aveva collaborato con Denis Villeneuve per Blade Runner 2049, creando ambientazioni da lasciare senza fiato, e prima con Neill Blomkamp per Elysium.
La carriera lavorativa di Syd Mead, che mise il proprio talento a disposizione degli anime Turn a Gundam e Yamato 2520, è stata raccontata nel documentario di Joaquin Montalvan Visual Futurist: The Art & Life of Syd Mead.
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