Il critico Owen Gleiberman non risparmia nessuno: né Christopher Nolan, né Paul Thomas Anderson, né Sam Mendes.
La notissima testata giornalistica Variety, da sempre fra le nostre fonti privilegiate, ha stilato una classifica dei film più sopravvalutati del decennio che sta per concludersi. Fra i titoli selezionati dal critico Owen Gleiberman - che all'inizio dell’articolo ci tiene a precisare che i gusti son gusti - ce ne sono alcuni che la redazione di comingsoon.it ha molto amato e che secondo noi hanno avuto il plauso che meritavano. Poco male. È comunque interessante capire le motivazioni del giornalista, che tira in ballo Sam Mendes, Paul Thomas Anderson e Christopher Nolan, e se la prende con il sequel di Magic Mike e con un orsetto di pelouche che deve il nome da una nota stazione ferroviaria di Londra.
La top ten di Variety dei film più sopravvalutati del decennio
- The Master di Paul Thomas Anderson
- Paddington 2 di Paul King
- L'atto di uccidere di Joshua Oppenheimer e Christine Cynn
- Skyfall di Sam Mendes
- Under the Skin di Jonathan Glazer
- Magic Mike XXL di Gregory Jacobs
- Ad Astra di James Gray
- Support The Girls di Andrew Bujalski
- Inception di Christopher Nolan
- Margaret di Kenneth Lonergan
The Master di Paul Thomas Anderson
All'esimio signor Gleiberman potremmo rispondere a questa sua scelta con contestazioni di ogni sorta, ma siccome è di lui che parliamo, atteniamoci al suo pensiero. Il nostro riflette sul fatto che PTA è considerato dall'intero globo terracqueo, in particolare dai critici, il filmmaker che non sbaglia mai. Per Owen Gleiberman, che ha amato tantissimo Boogie Nights e Magnolia, il regista ha invece perso lo swing abbastanza presto, precipitando sempre di più nell'abisso delle storie con protagonisti uomini monomaniacali e non completamente sani di mente. Per lui The Master ha un buon inizio ma poi si ingarbuglia, prendendo addirittura in giro lo spettatore.
Paddington 2 di Paul King
Gleiberman non si capacita del favore di cui ha goduto il sequel di Paddington, amatissimo anche dalla critica. Per lui si tratta semplicemente di un film "carino" di una slapstick comedy neppure troppo raffinata da un punto di vista tecnico. Andando al cinema dopo aver letto ottime recensioni, si aspettava un nuovo Staurt Little. Si è trovato invece di fronte un mediocre prodotto commerciale.
L'arte di uccidere di Joshua Hoppenheimer e Christine Cynn
Questo documentario, che porta la firma anche di un regista indonesiano anonimo, racconta la purga anticomunista avvenuta in Indonesia tra il 1965 e il 1966 che portò alla morte di un milione di persone. La tragedia è narrata dal punto di vista di due gangster che oggi sono rispettabili componenti di organizzazioni paramilitari indonesiane. Gleiberman trova le loro testimonianze agghiaccianti ma abbastanza inutili, visto che descrivono il loro infame operato senza però spiegare cosa li abbia davvero spinti a fare del male.
Skyfall di Sam Mendes
Il critico di Variety non sente ragioni: per lui il miglior film con Daniel Craig nei panni di James Bond è Casino Royale. Gli altri… li butterebbe dalla finestra. Nonostante riconosca indiscusse doti registiche a Sam Mendes (e vorrei vedere…), Gleiberman sembra non aver amato la trasformazione (o meglio l'umanizzazione) della spia con licenza di uccidere e l'insistenza sulla sua vulnerabilità. Nemmeno Javier Bardem nei panni del cattivo lo ha convinto più di tanto. Nel suo personaggio ha infatti riscontrato un che di caricaturale. Però, dear Owen, leggi la nostra recensione di Skyfall, magari cambi idea.
Under the Skin di Jonathan Glazer
"Questa angosciante ma inutile parabola poetica di una itinerante femme fatale fantascientifica sarebbe stata perfetta se fosse durata un'ora" - scrive Leiberman a proposito del film con Scarlett Johansson in versione aliena che, a contatto con un corpo vero, acquista via via un'anima sempre più umana. Il critico se la prende con le atmosfere rarefatte e con quanti hanno giudicato il secondo lungometraggio di Glazer una meraviglia visiva, un film d'arte, per così dire.
Magic Mike XXL di Gregory Jacobson
In Italia, il sequel del bellissimo Magic Mike di Steven Soderbergh non è stato affatto sopravvalutato, anzi… Gleiberman ci informa che oltreoceano alcuni lo hanno ritenuto quasi un capolavoro. Se nel primo film Channing Tatum diventava una specie di nuovo Tony Manero, qui il suo personaggio viene giudicato inconsistente. Il giornalista di Variety bolla lui e i suoi compari spogliarellisti come stalloni dal sospensorio di pelle assurti al rango di santi, oltre che come portatori occasionali di autostima.
Ad Astra di James Gray
Per Owen Gleiberman James Gray è un regista sopravvalutato tanto quanto Paul Thomas Anderson. Ha talento da vendere, non c'è dubbio, ma i suoi film prendono sempre in prestito qualcosa dai capolavori dei meravigliosi anni '70. Per il nostro Ad Astra è "2001: Odissea nello spazio che incontra Apocalypse Now". Il film, insomma, è "vedibile", ma indiscutibilmente mediocre.
Support The Girls di Andrew Bujalski
Sappiamo poco di questo film, che narra della proprietaria di un ristorante tutto al femminile lungo un'autostrada che contagia con il suo inguaribile ottimismo le sue ragazze, se non che la performance di Regina Hall è stata notevolmente applaudita. L'attrice ha vinto il New York Film Critics Circle Award, riconoscimento che Gleiberman non mette in discussione, anche se afferma che Support The Girls sembra una sitcom degli anni '80 con uno stile e una regia talmente dimessi da non far emergere nemmeno la solidarietà fra donne che poi è il tema del film.
Inception di Christopher Nolan
Mamma mia cosa ci tocca leggere! Nemmeno Inception viene lasciato in pace dal feroce Gleiberman! Il bellissimo film di Christopher Nolan, giustamente osannato, viene giudicato incomprensibile, insomma pieno di incongruenze narrative, soprattutto quando, all'interno di un sogno, comincia un altro sogno in cui inizia un terzo sogno e il tempo scorre in maniera diversa in ognuna delle fantasticherie. E la trottola? Cassata pure quella!
Margareth di Kenneth Lonergan
Chiude la top il film drammatico con Anna Paquin Margaret, storia di una ragazza che causa involontariamente un incidente. Diretto da Kenneth Lonergan, originariamente durava 3 ore e il regista proprio non ne voleva sapere di tagliarlo, ma poi ha ceduto e mezz'ora è stata tolta. Della versione extended cut Owen Gleiberman si limita a dire che è troppo lunga, giudicando male coloro che hanno beatificato il regista gridando la capolavoro perduto o violato.
from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/2tdPdL5
via Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web
Nessun commento:
Posta un commento