domenica 3 settembre 2017

Rovito (Cosenza): Gemma Bovary con Fabrice Luchini al cineforum "Falso Movimento"

SE FABRICE LUCHINI PRENDE IL POSTO DI FLAUBERT PER CAMBIARE IL FINALE DI MADAME BOVARY

RIPARTE IL CINEFORUM "FALSO MOVIMENTO" DI ROVITO (COSENZA). LA NUOVA STAGIONE SARÀ APERTA DAL SECONDO APPUNTAMENTO DEL CICLO "UGO G. CARUSO È EL CIUDADANO ILUSTRE", IN CUI LO STORICO DEL CINEMA PRESENTERÀ LA DIVERTENTE COMMEDIA DI ANNE FONTAINE, "GEMMA BOVERY", VARIAZIONE SU TEMI E AMBIENTAZIONI FLAUBERTIANE INTERPRETATA DALL'IRRESISTIBILE FABRICE LUCHINI E LA PROROMPENTE GEMMA ARTERTON

GEMMA BOVERY (Francia 2014)

REGIA: ANNE FONTAINE

Interpreti: Fabrice Luchini, Gemma Arterton, Jason Flemyng, Isabelle Candelie Martin Joubert da sette anni ha lasciato Parigi per tornare in provincia dove crede di aver trovato equilibrio e tranquillità. Riciclatosi nella panetteria paterna, mantiene però una grande passione per la letteratura, Gustave Flaubert su tutti. Sforna pane e sfoglia pagine di romanzi dell'Ottocento, ascoltando France Culture. Quando una coppia di inglesi si trasferisce in Normandia, nella casa adiacente alla sua, è colto da una improvvisa eccitazione. Lei infatti si chiama Gemma e il marito Charles Bovery, una coincidenza davvero incredibile. Allora Martin diventa assiduo frequentatore dei coniugi e soprattutto fanatico ammiratote di Gemma che, bella e insoddisfatta, incarna perfettamente l'eroina dei suoi sogni. Deciso a sapere di più di quella magnifica creatura precipitata dalle pagine floubertiane nella sua cittadina, Martin ne spierà le mosse, cercando di guidarne il destino al fine di evitare che si replichi nuovamente la trama del romanzo. Così facendo finirà con il trovarsi al centro di situazioni complicate e imbarazzanti, anche perché la bella Gemma Bovery non ha letto i classici della letteratura ed intende vivere la propria vita come più le piace...

Tratto dalla graphic novel dell'autrice inglese Posy Simmonds che ha collaborato alla sceneggiatura, "Gemma Bovery" è una commedia divertente, ricca di momenti esilaranti e pervasa da un'atmosfera giocosa e accattivante, tipica di un teatro borghese che qui ridefinisce i suoi spazi tra una panetteria, uno chãteau ed un vecchio casale. Il film conferma una volta di più il talento sicuro e la versatilità della sua regista Anne Fontaine, reduce dal successo di critica e di pubblico di "Agnus Dei" (2016), anche se qui siamo più nelle contrade della commedia, come ne "Il mio migliore incubo" (2011 ), seppure la presenza di Fabrice Luchini lo collega per certi versi a "La fille de Monaco" (2008). La regista riesplora il desiderio femminile come aveva già fatto in "Due madri" (2013), avvalendosi qui della sensualità prorompente di Gemma Arterton, ancora fresca dello scompiglio seminato per la contea di Dorset nel film "Tamara Drewe" di Stephen Frears. Dal canto suo Fabrice Luchini arricchisce con un ennesimo personaggio la sua folta e celebre galleria, ridosando originalmente narcisismo, misantropia, immaginificità e conferendo nello stesso tempo al tutto quella letterarietà che lo accompagna da Rohmer a Molière (in bicicletta) passando per Beaumarchais e l'insegnante di lettere e mancato scrittore pensato per lui da Ozon in "Nella casa".

Gemma Bovery riattualizza Madame Bovary riscrivendone il finale e proponendosi come una divertita variazione sul romanzo che conserva in sè tutto lo spirito più autenticamente flaubertiano



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