venerdì 23 dicembre 2022

Il canto di Natale di Topolino, 3 motivi per guardarlo su Disney+ alla Vigilia

Anche Disney ha proposto una versione strappalacrime del Canto di Natale di Charles Dickens, ma avvalendosi della ricca famiglia di Topolino. Il cortometraggio, uscito nel 1983, ha rispolverato il fascino di Mickey Mouse e aggiunto una connotazione emotiva in più, riallacciandosi al capolavoro letterario dello scrittore inglese che oggi ha ottenuto diverse trasposizioni per grande e piccolo schermo. Con questo cortometraggio, il primo dopo 30 anni, Topolino ha riconquistato il pubblico raccontando una storia vecchia come il tempo, attuale ancora oggi che si fa portavoce di speranza, redenzione e amore. Topolino in questo caso interpreta Bob Cratchit, d’animo buono e sempre disposto a prendersi cura della sua famiglia. Lavora per Ebenezer Scrooge, interpretato da Paperon de’ Paperoni, un personaggio consumato dall’avidità e che non riesce a guardare oltre la pila di monete d’oro del suo patrimonio. Il Canto di Natale di Topolino è un appuntamento della tradizione per molti e vi spieghiamo in tre punti perché dovrebbe diventare anche il vostro.

La trama nella trasposizione Disney strappa sorrisi e lacrime

Ambientata nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento, la storia si svolge nell’arco di 24 ore partendo dalla Vigilia di Natale. Ebenezer Scrooge è legato soltanto al denaro, una scelta di vita che l’ha privato di qualsiasi legame affettivo. Il suo unico impiegato, Bob Cratchit, difficilmente rifiuta le richieste dell’avido papero pur di guadagnare qualche misera moneta in più. Alla richiesta di avere una mezza giornata libera per festeggiare il Natale con la sua famiglia, Scrooge afferma che sì, potrà averla, ma per questo non verrà pagato. Perché il tempo è denaro e Scrooge non ama perdere soldi. La trama si ispira al classico letterario di Charles Dickens, ma in questo caso è semplificata (avendo a disposizione soltanto 26 minuti). Ciò che conta è il modo in cui Scrooge processa la sua vita attraverso le visite di tre spiriti, come previsto dal suo ex socio Jacob Marley. Costui è morto tragicamente dopo aver derubato vedove e truffato i poveri quand’era in vita. Tramite passato, presente e futuro, Scrooge capisce che nella vita ciò che conta non è il denaro, ma chi abbiamo intorno.

I cameo dagli altri film d’animazione

Gli appassionati di film d’animazione Disney saranno felici di sapere che ne Il canto di Natale di Topolino sono presenti tanti altri personaggi. Provengono da disparati classici che hanno aiutato Disney a diventare il colosso che è tutt’oggi. Ad esempio, durante la parentesi passata, mentre Ebenezer Scrooge sbircia la versione giovane ed innamorata di se stesso, la scena inquadra anche altri personaggi. I più attenti avranno sicuramente riconosciuto personaggi provenienti da Robin Hood, così come Nonna Papera, Zio Reginaldo de Gli Aristogatti, Cip e Ciop che ballano allegri e anche i paperotti Qui, Quo e Qua. Per non parlare dei tre fantasmi: quello del passato ha le fattezze del grillo parlante di Pinocchio; il fantasma del presente è Willie il gigante mentre Pietro Gambadilegno rappresenta il fantasma del futuro.

Tutti possiamo cambiare

Il motivo che dovrebbe spingervi a guardare ogni anno Il canto di Natale di Topolino è il bellissimo messaggio che custodisce: tutti possiamo cambiare. Scrooge dimostra perfettamente come la persona più avida e restia ad aiutare il prossimo, con delicati accorgimenti e revisioni del proprio percorso, può rendersi conto di aver commesso degli errori. E non è mai troppo tardi per rimediare, almeno nella maggior parte dei casi. La vita è fragile, non bisogna sprecarla con vecchi rancori e questioni in sospeso, così come non bisogna rinunciare a chi ha dimostrato di volerci bene. Scrooge l’ha capito nell’arco di 24 ore: che il suo esempio non vada sprecato.



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