venerdì 23 dicembre 2022

Beata te, il piacere di raccontare una donna imperfetta, non irrisolta: presentata la commedia Sky Original di Natale

“Non ho più niente da chiedere”. Compie 40 anni, punta tutto su un nuovo spettacolo come regista teatrale e cerca di fare i conti con la sua naturale instabilità. Marta è la protagonista della commedia più divertente di queste festività, che affronta con toni leggeri ma mai banali la maternità e la libera scelta, che non uscirà in sala ma andrà in onda su Sky la sera di Natale. Uno Sky Original, Beata te, da vedere domenica 25 dicembre alle 21.15 in esclusiva su Sky Cinema Uno e in streaming solo su NOW , prodotto da Olivia Musini per Cinemaundici e Vision Distribution.

Diretto da Paola Randi (Tito e gli alieni, La befana vien di notte - Le origini), scritto da Lisa Nur Sultan e Carlotta Corradi, è tratto dall’opera teatrale Farsi fuori di Luisa Merloni e vede come protagonisti Serena Rossi e Fabio Balsamo. Con loro nel cast (molto in forma) Paola Tiziana Cruciani, Gianni Ferreri, Valentina Correani, Elisa Di Eusanio, Corrado Fortuna, Emiliano Masala, Alessandro Riceci e la piccola Caterina Bernardi.

La storia di Beata te racconta di “Marta (Serena Rossi), regista di teatro, single e tutto sommato soddisfatta della sua vita, a un passo dal debutto del suo Amleto. La sera del suo 40esimo compleanno riceve la visita dell’Arcangelo Gabriele in persona e abito bianco (Fabio Balsamo), che vorrebbe annunciarle la nascita di un figlio. Ma Marta non è sicura di volere un figlio in dono e chiede tempo per pensarci. A quel punto Gabriele si trasferirà a casa sua e vivrà con lei ogni momento delle due settimane che serviranno a Marta serviranno per capire cosa vuole per sé stessa e per essere felice”.

Guarda Beata te dal 25 dicembre su NOW

Beata te racconta un "tema attualissimo e universale come la maternità in chiave di commedia”, come ricordano le sei donne che hanno presentato questo film durante una divertita conferenza stampa. “Non sempre nel girare un film divertente ti diverti, è matematica e musica”, ha dichiarato la regista, Paola Randi. “Questa volta invece è andata così, abbiamo provato a tavolino alcune scene come fossimo a teatro, anche ispirate dal mestiere di Marta. È stato faticoso ma esilarante, non riuscivamo a guardarci in faccia senza ridere tutti, la troupe, gli attori. È stato difficile concentrarsi. La sceneggiatura faceva schiantare dalle risate, leggendola ridevo sola a casa. Da lì abbiamo costruito molte cose anche di regia, con una Roma dall’incredibile bellezza quotidiana come la conosco vivendoci da 21 anni. Il cuore di tutto era la casa di Marta, che doveva essere molto calda, il luogo cui cresce l’amicizia fra lei e l’Arcangelo. Volevamo mostrare una donna nella sua quotidianità, senza rinunciare all’immagine classica che ti riempie il cuore. Per rendere una figura come l’Arcangelo abbiamo pensato a qualcosa di cinematograficamente eterno, come l’allure di Cary Grant, il Visconti di Morte a Venezia, Il grande Gatsby e gli anni ’30. Fabio Balsamo era perfetto, mentre per Marta il riferimento era la Jennifer Beals di Flashdance. Poi ci siamo divertiti a creare le enormi ali di Gabriele; ma del resto sono una veterana degli effetti speciali”.

Serena Rossi si è “lamentata” con il sorriso di come la regista ridacchiava spesso dietro al monitor. “Mi ha fatto tirare fuori una forza che non sapevo di avere. Per due attori napoletani come noi è stato strano non usare le naturali caratteristiche di quell’umorismo. C’era una sceneggiatura che filava alla grande. Il mio criterio principale per scegliere i progetti è la presenza di un messaggio bello da raccontare attraverso il mio personaggio. Marta è una donna lontana da me che sono quadrata e mamma, con le idee chiare su quello che ero e volevo essere. Parlare della libertà di una donna è oggi più che mai una gioia, con quello che succede in Afghanistan dove non possono andare all’università o in Iran, dove vengono uccise per essersi tolte il velo. Nel mio piccolo voglio portare a vederlo mio figlio, che è maschio, per educarlo ad amare e rispettare una donna anche con le sue paure e i suoi dubbi. L’arte e la commedia servono anche a seminare speranza. Ancora oggi molti chiedono a una donna di un figlio, se non ce l’hanno, o magari a me quando ne farò un secondo, senza sapere cosa c’’è dietro. È un argomento super delicato. Basti pensare, come diciamo nel film, che in Italia praticamente se sei omosessuale o single l’unico modo per avere un figlio e l’arrivo dell’Arcangelo Gabriele. A me avevano sconsigliato di diventare mamma. Ma io me ne sono fregata, e da quel momento la mia carriera è decollata. Non tutte le donne hanno questa fortuna, alcune ancora vengono discriminate o magari licenziate”.

Ormai con una carriera avviata come attore, dopo essersi fatto conoscere come uno dei Jackal, Fabio Balsamo ricorda come con Serena Rossi si siano appoggiati uno con l’altra, “affidandoci poi entrambi a Paola Randi. Ci ha subito trasmesso molta fiducia. Il mio è un personaggio molto caratterizzato, c’è stata una grande ricerca su costumi e trucco, Paola aveva le idee molto chiare. Abbiamo lavorato per stratificazioni sul suo essere vanitoso, galante ma eccentrico, femminile ma non effeminato. Per me da attore e uomo è stato un privilegio affacciarmi in un mondo femminile, affacciarmi dall’alto come fa l’Arcangelo, vedere come evolve la natura intima di una donna. Ha ampliato la mia visione, verso una donna non ideale ma terrena”.

Ottimamente scritta, la commedia Beata te è partita dalla folgorazione a teatro di Lisa Nur Sultan. “Subito dopo aver visto lo spettacolo di Luisa Merloni ho pensato che fosse un innesco geniale" ha dichiarato la sceneggiatrice, "poi l’abbiamo fatto nostro, scegliendo l’Amleto come spettacolo in preparazione per Marta, per declinare il tema del dubbio intorno alla definizione di te stessa attraverso l’essere o non essere madre. Ovviamente il nostro film cerca di dire che non è così, che non sai che ti capita e puoi essere completa nell’imperfezione, non irrisolta, confusa e con le contraddizioni di ognuna di noi. Siamo partiti da una scrittura un po’ realistica senza essere addomesticata, con la confezione di una commedia femminile con toni favolistici ma anche il realismo delle cose di cui ti vergogni. Non sono molto tecnica quando scrivo, non rifinisco molte volte, il testo è venuto un po’ da sé. Poi ci siamo domandate spesso se una cosa fosse troppo ideologica o maschilista, o se fossimo inciampati in uno dei tanti campi minati rappresentati dalla scrittura di una commedia oggi. È stato facile scriverlo, con Carlotta Corradi che viene dal teatro; di base parliamo di noi, è un tema fresco. L’Arcangelo rappresenta una cartina di tornasole per fare un bilancio a 40 anni non solo sulla maternità, ma anche sulla carriera, la vita sentimentale, il rapporto con le madri".

Guarda Beata te dal 25 dicembre su NOW
foto Luisa Carcavale


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