I registi Jennifer Lee & Chris Buck ci hanno raccontato cosa significa tornare su Frozen... e anche manovrare una Disney senza John Lasseter.
Dal di fuori Frozen 2 - Il segreto di Arendelle sembra una corazzata, però anche dietro all'uscita poderosa gestita da una major, collocata il 27 novembre, ci sono artisti che fanno del loro meglio: ci hanno fatto quest'impressione Jennifer Lee e Chris Buck, registi di questo film come del primo Frozen uscito sei anni fa. Riprendere in mano personaggi e ambientazioni che sono entrati nell'immaginario collettivo ha rappresentato una sfida, da diversi punti di vista.
Recuperare Anna, Elsa, Olaf, Kristoff e Sven è sembrato impegnativo a Jennifer, anche sceneggiatrice del lungometraggio, ma come nel caso del primo capitolo ci spiega che si trattava di procedere con la stessa formula: "Musica e storia che guidano personaggi affascinanti". Chris confessa di aver concepito il lavoro sul sequel come "il secondo atto di un musical di Broadway, ed è sempre bello esplorare ancora quei personaggi". Il producer Peter Del Vecho considera in particolare Elsa e Anna come sangue del suo sangue: "Sono come le figlie che stanno per lasciare il college e affrontare il mondo".
Al di là della sostanza, il lavoro di production design non può vivere di rendita più di tanto sul predecessore: solo per arrivare ai quattro diversi costumi indossati da Anna ed Elsa (sicuro materiale di cosplay nei prossimi mesi), tutto il team ha passato in rassegna centinaia di variazioni. "Le volevamo più mature, i vestiti dovevano raccontare la loro crescita", sottolinea Jennifer, che loda soprattutto lo "scudo" garantito da Del Vecho. In quanto producer, Peter era responsabile davanti alla Disney dell'allungamento dei tempi per ottenere alcuni risultati: "Peter ci ha sempre detto di sì!" Un caso esemplare è quello del suggestivo cavallo di acqua in una scena clou: una sinergia non banale tra gli animatori dei personaggi e quelli degli effetti visivi.
Le sfide non si fermano al film per Jennifer Lee: così come aumentano le responsabilità di Anna ed Elsa, dai tempi del primo Frozen sono aumentate le sue, scelta per succedere a John Lasseter alla guida creativa degli storici Walt Disney Animation Studios. Nonostante le amare circostanze nell'allontamento di Lasseter, a causa delle accuse di molestie, Jennifer ne riconosce l'eredità e la considera un vantaggio duraturo: "Lasseter ha messo insieme una grande squadra, ci ha lasciato un sistema che sa di doversi sempre migliorare. Vogliamo proseguire su quella scia. Stiamo sempre insieme, ci conosciamo bene, per me la chiave è conoscere le capacità di ciascuno". In caso di sconforto, Jennifer ha radici emotive a cui far riferimento, una è disneyana: "Cenerentola è il mio film preferito, per me è tanto importante che le stesse Anna ed Elsa hanno la vocazione ad aiutare quelli in difficoltà, come faceva Cenerentola." L'altro appiglio è il Totoro di Miyazaki: "E' una presenza che ti conforta, ti dice che tutto alla fine andrà bene".
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