Roma, anni Duemila e quasi venti. Il Professore staziona da un bar all'altro, un bianchetto di qua un altro di là, saluta i baristi, fa conversazione, lascia sul conto. Incontra Giorgio, per gli amici Giorgetto, si siede al sole con lui, parlottano della pensione, dei soldi che non bastano mai, sono in crisi ma non lo danno a vedere, ci bevono su. L'estate, i gratta e vinci, i sanpietrini, i vicoli ciechi, il mercato, la città vecchia, com'era prima, negli anfratti in cui poco cambia. La tabaccaia parla per caso a Giorgio di un amico dello zio che è andato a vivere all'estero, dove i pochi spicci della pensione gli consentono una vita agiata in un clima mite. La dritta casuale diventa il cacciavite perfetto per mettere in moto un desiderio di cambiamento messo a dormire molto tempo prima. Così alla banda formata dal Professore e Giorgio si aggiunge Attilio, robivecchi col banco a Porta Portese: il trio è pronto a rivoluzionare la propria vita.
Attraverso la semplicità geniale di una trama lineare e sospesa in cui l'attesa e la costruzione di qualcosa diventano più importanti della cosa stessa, assistiamo come spettatori a una musicale commedia della vita, a giorni estivi caldi e appaganti in cui non accade quasi nulla ma quel nulla è tantissimo. La delusione, l'indecisione, il ripensamento; la salute, la burocrazia, il sapere; il combattere, l'insegnare, l'amore: i tre eroi, pensionati settantenni, camminano lievi su terreni pericolanti, acrobati innati nell'esercizio di una quotidianità senza più doveri né oneri. Sono i bravi guaglioni della commedia all'italiana, sono ironici viaggiatori del tempo, sono generosi natanti della bella e dolce vita romana.
La morbidezza dell'accento romano, gli scorci trasteverini, un odore traspirante di popolanità e borghesia, di affitti non pagati, di tirare a campare, di file alla posta e visite a un notabile con una passione per la grappa che, dall'alto della sua sapienza, può illuminare i tres amigos sulla destinazione del loro trasferimento. Si ride, si piange, si sospira con empatia, si applaude la meraviglia pacifica con cui si risolve tutto con il minor spreco di energie possibile.
Un modo felice di raccontare la vecchiaia, senza lamentele o piagnistei, senza lo spettro costante della morte, senza retorica né moralismi. Giorgetto, Attilio e il Professore si incontrano e si ritrovano pieni di tempo libero, annoiati, ciondolanti come cani sciolti e puri come se ciò che gli è rimasto fosse solo il proposito di essere felici.
(Lontano lontano); Regia: Gianni Di Gregorio ; sceneggiatura: Gianni Di Gregorio, Marco Pettenello; fotografia: Gogò Bianchi; montaggio: Marco Spoletini; musica: Ratchev & Carratello; interpreti: Ennio Fantastichini, Giorgio Colangeli, Gianni Di Gregorio, Daphne Scoccia, Salih Saadin Khalid, Francesca Ventura, Silvia Gallerano, Iris Peynado, Galatea Ranzi, Roberto Herlitzka; produzione: Bibi Film, Le Pacte, Rai Cinema; distribuzione: Parthénos; origine: Italia, 2019; durata: 92'
from Close-Up.it - storie della visione https://ift.tt/2OTCrbG
Nessun commento:
Posta un commento