Most Beautiful Island (2017) è il titolo di un thriller horror diretto e interpretato da Ana Asensio, con Natasha Romanova, David Little e Nicholas Tucci. L'opera è stata presentata al London Film Festival e all'indipendente SXSW (South bu Southwest) Film Festival, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria. Il film ha oltretutto ricevuto una nomination al John Cassavetes Award ai Film Independent Spirit Awards.
Most Beautiful Island, la trama del film
Protagonista di Most Beautiful Island è una donna spagnola, Luciana (Asensio), che si lascia alle spalle la patria e un passato spiacevole per ricominciare a New York: non che sia economicamente semplice, tanto che finisce per accettare l'offerta di 2.000 dollari per un impiego curioso. Senz'alcun obbligo di contatto fisico, dovrà recarsi a un party esclusivo, dove si suppone che stia "al gioco" degli altri ospiti. Che segreto nasconde quella stanza misteriosa?
Most Beautiful Island, chi è la regista e protagonista Ana Asensio
Anche se Most Beautiful Island rappresenta il suo esordio alla regia e alla sceneggiatura, come attrice Ana Asensio è attiva in Spagna dalla fine degli anni Novanta. Nata nel 1978 a Madrid, prima di trasferirsi a New York ha infatti mosso i primi passi da attrice in patria, dove ha cominciato a recitare in opere teatrali per bambini, ottenendo anche una parte di rilievo nella popolare serie tv spagnola Nada es para siempre (1999-2000). Si è trasferita in America nel 2001, impegnandosi essenzialmente da attrice solo in cortometraggi ("Avevo visto il film di Michael Winterbottom, Wonderland, e non so perché mi ha ispirato a mollare tutto e a spostarmi a New York per vedere cosa sarebbe successo“, ha raccontato a Film Inquiry). Ha sposato il regista Craig William Macneill, autore del Lizzie con Chloë Sevigny e Kristen Stewart.
Most Beautiful Island, il coraggio nel racconto e nella produzione
Nella citata intervista a Film Inquiry, Ana Asensio ha spiegato cosa l'abbia spinta a rendere la sua Luciana un personaggio poco empatico e piuttosto cattivo.
Mi ricordo che davanti a uno dei primi montati qualcuno ha detto: lei non mi piace. Io voglio solo mostrare un vero essere umano che, quando è in difficoltà, non pensa agli altri, solo a se stesso. E' una cosa che si vede raramente al cinema, un eroe imperfetto.
Non si parla di coraggio solo nella narrazione, ma anche nella produzione: non ci riferiamo soltanto a una famigerata scena con le blatte (lì dove altri attori e attrici avrebbero sventolato bandiera bianca), ma anche allo stesso reperimento dei fondi, come racconta Ana.
Ho provato a trovare fondi in tutti i modi, ho chiesto ogni possibile prestito in America e Spagna, non mi hanno dato nulla. Dopo un anno e mezzo, ho deciso che l'avrei fatto da sola. Ho bussato alle porte di chiunque avesse soldi e fosse interessato. Non volevo fare crowdfunding, perché i miei amici sono senza soldi! [...]
Ho detto letteralmente a chiunque: "Sto facendo un film e cerco denaro". Alla fine sono riuscita a trovare degli investitori che non investivano normalmente nei film, ma avevano somme extra da piazzare su mercati diversi, li ho convinti, sono rimasti intrigati. Ci ho messo anche tutti i miei risparmi.
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