Ci sono film che colpiscono gli spettatori per la loro originalità, anche se magari alcuni particolari della storia possono sfuggire. Questo è sicuramente il caso di The Square di Ruben Östlund, il regista svedese dello spettacolare Forza maggiore, alla sua prima prova in lingua inglese. Arrivato al festival di Cannes 2017 per un pelo, appena uscito dal montaggio, il suo film colpisce talmente la giuria da fargli vincere la Palma d'Oro. Viene anche candidato all'Oscar come miglior film straniero e vince il David di Donatello come miglior film europeo. Il cast, internazionale, è composto nei ruoli principali dal danese Claes Bang, dall'americana Elisabeth Moss e dall'inglese Dominc West. Di un altro attore, specializzato in ruoli molto particolari, vi parleremo in seguito.
The Square, il quadrato, è il nome di un'installazione che Christian, curatore del museo d'arte contemporanea a Stoccolma, che ha la sede nell'ex Palazzo reale, sta per ospitare. In realtà è un piccolo spazio quadrato all'esterno del museo, aperto e con dei confini tracciati a terra sulle pietre che sta a rappresentare una utopistica zona franca, all'interno della quale hanno tutti gli stessi diritti e doveri. Tutti gli sforzi di Christian sono impiegati nel tentativo di promuovere l'evento in modo efficace. A un certo punto, però, gli viene rubato il cellulare e la sua reazione al furto dà il via a una serie di disastrosi eventi, incluso l'infelice flirt con una giornalista americana, che culmineranno nella disastrosa inaugurazione dell'evento.
Leggi anche The Square: la recensione del film di Ruben Östlund Palma d'oro al Festival di Cannes 2017Il vero The Square
Probabilmente The Square è l'unico film che è stato preceduto da una vera e propria prova concreta di quello di cui parla. Prima di girare il film, infatti, Ruben Östlund e il suo produttore Kalle Boman hanno davvero realizzato l'installazione che vediamo nel filmn al Museo Vandalorum di Värnamo, nel 2014, come una sorta di esperimento sociale. La sera dell'inaugurazione, dei ragazzi ubriachi rubarono la targa. In seguito il posto divenne il punto di incontro di artisti di strada, mendicanti e contestatori in genere. Gli impiegati in pausa pranzo ci si ritrovavano per mangiare nelle belle giornate, e ci sono state anche proposte di matrimonio all'interno dei suoi confini. Come ha detto il regista: “Non eravamo più in controllo del posto, di come veniva usato dai cittadini. Se lo vandalizzano, questo dice qualcosa di loro, e se lo trattano bene anche questo dice qualcosa di interessante”. Anche l'episodio dell'uomo con la sindrome di Tourette che inizia a dire le parolacce imbarazzando i presenti, ha origine in un fatto reale. Racconta sempre Östlund: “Ho un caro amico che è un regista teatrale svedese. Una sera stavo tra il pubblico a guardare una pièce quando questo tizio inizia ad applaudire e poi a zittirsi da solo. Applaudiva e si zittiva. Ma molto rumorosamente, tutti lo sentivano. Così eravamo tutti lì seduti e la nostra attenzione era divisa: cos'è più interessante? La pièce sul palcoscenico o l'uomo in platea? E quando gli attori facevano una scena rumorosa, quell'uomo si agitava di più. Quindi gli attori erano terrorizzati: “Oddio, sta per arrivare la scena in cui devo alzare la voce e questo lo farà partire in quarta”. Probabilmente è stato lo spettacolo più bello a cui ho assistito in vita mia!".
Chi è Terry Notary, l'uomo scimmia di The Square
Sicuramente chi ha visto o vedrà The Square resterà estremamente colpito dalla performance di un uomo che la sera dell'inaugurazione spaventa i ricchi mecenati del museo con la sua esibizione scimmiesca. Abbiamo il raro privilegio di vederlo in faccia, perché l'artista che lo interpreta in modo straordinario, cancellando i confini tra civiltà e natura primitiva con la sola forza del suo happening, si chiama Terry Notary e in genere non appare col suo vero aspetto. È infatti un attore, stuntman e insegnante di gestualità americano di 52 anni che ha iniziato la sua carriera di performer nel Cirque du Soleil ed è specializzato nel riprodurre in maniera fedele i movimenti e il linguaggio degli animali, soprattutto dei primati: sotto il trucco o col motion capture ha prestato le sue capacità a decine di film tra cui quelli della serie de Il pianeta delle scimmie, ad Avatar, Tarzan e addirittura a King Kong nel film Kong: Skull Island. E anche Lo Hobbit, Avengers: Infinity War ed Endgame, Mowgli Il figlio della giungla e Il Re leone non sarebbero stati gli stessi senza la sua arte.
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