25 agosto 2020, proiezione di Tenet per la stampa italiana.
La sala è gremita, secondo la nuova interpretazione del termine che oggi siamo costretti a dare. Tutti i posti disponibili sono occupati, tutti i posti liberi non sono occupabili. La prima proiezione ufficiale di un film per affamati giornalisti cinematografici si svolge in modo esemplare. Temperature corporee rilevate, mascherine indossate per tutto il tempo di permanenza all'interno dell'edificio, frequente uso di prodotti igienizzanti, distanza minima rispettata come da misure anti-Covid.
Alcuni colleghi di testate diverse si ritrovano con piacere, dopo cinque mesi e mezzo di digiuno da proiezioni fisiche all'interno di un cinema. Altri non si salutano perché non si riconoscono, con quella metà di volto coperta, altri ancora ne approfittano e si defilano. Ognuno ha subito il lockdown a modo proprio e non si può immaginare quali difficoltà stia ancora attraversando.
È palpabile un eccitamento generale, non soltanto per l'industria che vede una luce in fondo al tunnel. Il 90% percento delle persone che lavorano in questo settore si sono lasciate trascinare dalla passione per il cinema. Qualcuno dirà che avrebbe fatto meglio a continuare gli studi scientifici per un più redditizio lavoro d'ufficio, ma è indubbio che vedere film sia salutare, terapeutico, rinvigorente. Scrivere di cinema non rende ricchi, ma regala il lusso di entrare in connessione con le proprie emozioni.
Alla proiezione di Tenet, la Warner Bros fa gentilmente trovare una bottiglietta d'acqua per tutti. Il film è programmato per le 10:30 del mattino ed è con una grande sorpresa, senza precedenti, che il film inizia venti minuti prima. Tutti e duecento (circa) siamo arrivati con così largo anticipo per agevolare la procedura sanitaria del check-in che alle 10:10 si può già iniziare.
Smartphone imbustato, luci in via di spegnimento, logo Warner Bros virato in rosso.
Ancora con la pelle d'oca sulle braccia, la prima vera immagine di Tenet colpisce al cuore, suo malgrado. Il film inizia in un auditorium dove un'orchestra sta per esibirsi. La sala è gremita, nel senso corretto del termine, con tutti i posti occupati. Ed è qui che emettiamo il primo sospiro sotto la mascherina, vedendo uno stralcio di mondo al quale vogliamo ardentemente tornare. La nostalgia ha vita breve, perché il film di Christopher Nolan innesta la marcia e parte a razzo. Il ritmo è sostenuto, musica ed effetti rimbombano nel petto, le immagini inghiottono gli occhi e il corpo vibra di pura gioia, una sensazione che il televisore di casa non potrà mai eguagliare.
Mai.
Sarà bello Tenet? Adesso non ha importanza. Silenzio, siamo di nuovo al cinema e lo spettacolo è iniziato.
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