Arriva l’estate nell’Alaska meridionale, momento da molti anni per l’esperto di orsi David Bittner di arrivare nella terra d’elezione degli orsi grizzly e continuare le sue lunghe sedute di osservazione, di foto e di riprese, questa volta però in compagna del regista Roman Droux. Quest’ultimo ha tratto da questi tre mesi intensi di esperienza a contatto con la natura placida estiva, anche da quelle parti, ma con degli animali decisamente selvaggi, almeno nell’immaginario collettivo come i grizzly, l’affascinante documentario svizzero Der Bar in Mir, in concorso al Trento Film Festival 2020.
Bittner, in compagnia del suo ospite, è molto organizzato, e circonda il suo campo per tende e attrezzature varie con un giro di filo come recinzione, che può elettreficare premendo un pulsante e rendendo improvvisamente sicurissimo un perimetro apparentemente certo non invalicabile. Almeno si spera. Le giornate però i due le passano in mezzo ai grizzly, alcuni noti da anni a Bittner, come il grande boss Bruno, o il vecchio capo ormai anziano e spodestato. Sono placidi, da poco risvegliati dal letargo, enormi eppure snelli, sempre in proporzione. Iniziano a cercare cibo, prima senza troppa fretta e poi, con il passare delle settimane, sempre più freneticamente, fino a essere nervosi, e quindi più pericolosi per chi incontrano, uomini compresi. I fiumi sono vuoti o quasi, sarà solo dopo molto tempo che arriveranno di nuovo a casa i salmoni, dopo aver compiuto il loro giro per il mondo, con un istinto ancora poco chiaro alla scienza.
Sono proprio i salmoni, una volta tornati a centinaia, a diventare vittime della necessità naturale di nutrirsi dei grizzly, che sono pur sempre delle creature selvagge. Fino a trenta al giorno vengono pescati dalle madri per sé stesse o per i loro figli, e i maschi adulti non sono certo da meno. Si ingozzano fino a satollarsi, a riprendere delle forme più rotonde e consoni alla sottospecie degli orsi bruni che conosciamo e amiamo, fin dalla versione teddy bear da bambini. Dopo una scorpacciata di giorni e settimane diventano schizzinosi, mangiano solo le parti più grasse, la testa e la pelle, in modo da immagazzinare le calorie necessarie a superare il grande sonno invernale, un altro dei veri miracoli della natura.
Non mancano i momenti di sincero stupore, vedendo Der Bar in Mir, che ci regala un ritratto visivamente sbalorditivo di creature che non ci stancheremmo mai di osservare. Un viaggio magico e a tratti brutale, fino a far emergere la personalità, il carattere, di questi grizzly, che smettono di essere tutte uguali, bestie enormi, e, come per David Bittner, sono identificabili con un nome. A proposito di nomi, il suo preferito rimane sempre Baloo, scusate se non è significativo.
Der Bar in Mir di Roman Droux è disponibile per la visione in streaming, in tutta Italia, sulla piattaforma del Trento Film Festival.
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