sabato 23 novembre 2019

Gosford Park: l'anello di congiunzione tra Cena con delitto e Downton Abbey

Rivediamo il murder mystery scritto da Julian Fellowes nel 2001 e diretto da Robert Altman per scoprire alcune curiosità e i collegamenti tra film e serie.

Nel 2001 Robert Altman, maestro del cinema corale e autore di film-ritratto di un'America dove i personaggi parlano come persone normali, spesso sovrapponendosi e interrompendosi, abituato ad utilizzare le sceneggiature come semplici canovacci, si cimenta a sorpresa - con Gosford Park - con un genere molto scritto e strutturato, tipicamente britannico, il whodunit. È il collega e attore Bob Balaban (nel film il regista americano Morris Weissman) a proporgli due anni prima l'idea di lavorare insieme in un murder mystery alla Agatha Christie ed è sempre lui a presentargli Julian Fellowes, che non ha avuto molto successo come attore ma che fa centro alla sua prima sceneggiatura per il cinema, vincendo l'Oscar. Quando esce, Gosford Park viene adorato dalla critica e dei 61 premi a cui è candidato ne vince 25. Dopo M.A.S.H., è anche il film del regista americano di maggior successo al box office. Eppure, inizialmente, nessuno voleva finanziarlo, tanto che il film viene realizzato grazie al contributo determinante della British Lottery. Rian Johnson, regista di Cena con delitto – Knives Out, ha citato Gosford Park tra le sue molte influenze, probabilmente per la capacità degli autori di innestare un amaro commento sociale sulla crisi di una classe dominante in un tipico prodotto da intrattenimento, cosa che lo stesso Johnson ha fatto, ambientando però il suo whodunit in epoca contemporanea. Ad Altman importa poco o nulla chi l'ha fatto, tanto che non sarà il poco intelligente ispettore interpretato da Stephen Fry a risolvere il caso, ma la giovane cameriera interpretata da una ventenne Kelly McDonald.

Nove anni dopo, Fellowes trasformerà quello che inizialmente aveva concepito come uno spin-off di questo premiato film nella celebrata serie Downton Abbey. Da Gosford Park riprenderà alcuni attori e perfino alcune delle battute dei personaggi (“le ragazze non sposate non fanno colazione a letto in questa casa”), anche se attorno alla nobile famiglia del conte di Grantham e dei loro servitori, anche nei momenti più cupi, c'è una luce e un'armonia che mancano del tutto nel grigio squallore di un novembre inglese tra gente che si odia o poco si sopporta. La serie britannica Su e giù per le scale, andata in onda dal 1970 al 1974, è stata sicuramente l'ispirazione iniziale per questi lavori: la vita di una famiglia altolocata che si divide tra Upstairs, i piani nobili dove vivono i proprietari, e Downstairs, il piano in cui lavora e alloggia la servitù, che sale di sopra solo per adempiere ai suoi doveri. L'esercito di servitori di Gosford Park, come quello di Downton ha i suoi segreti, anche se mr. Jennings - il maggiordomo interpretato dal grande attore Alan Bates in una delle sue ultime prove - non ha la stessa dignità e autorità sul gruppo di mr. Carter ed ha un debole per l'alcool.

Il cast è una sintesi del Gotha degli attori britannici, affiancati da giovani emergenti: conta quasi più sir e dame nella realtà che nella finzione. Maggie Smith, che nel murder mystery da Agatha Christie Assassinio sul Nilo era la vessata cameriera personale della bisbetica Bette Davis, è qua la contessa Trentham (nome rievocato nella Lady Grantham di Downton Abbey) che tiranneggia la giovane cameriera Mary. Oltre al citato Alan Bates ci sono Richard E. Grant, Michael Gambon, Derek Jacobi, Helen Mirren, Eileen Atkins, Kristin Scott Thomas, Charles Dance, Clive Owen, Emily Watson e Jeremy Northam. La storia è ambientata nel novembre del 1932 in Inghilterra, quando un gruppo di ospiti viene invitato nella residenza dell'eccentrico e non affabile sir William McCordle per una battuta di caccia. Nessuno sopporta il padrone di casa ma tutti vorrebbero qualcosa da lui, finché non viene ritrovato in biblioteca avvelenato e accoltellato.

Nel film sono presenti molti riferimenti al cinema: Weissman è un regista dei gialli di Charlie Chan e pensa a un murder mystery ambientato in una residenza inglese durante una battuta di caccia, uno degli ospiti è il vero dell'attore e compositore inglese Ivor Novello (una bella prova di Jeremy Northam che canta anche le sue canzoni), star del cinema muto, protagonista di The Lodger di Alfred Hitchock, ispirato alla storia di Jack lo squartatore, ed è come se i personaggi stessi, come il giovane intruso che si spaccia per quello che non è (a rivelarlo sono l'accento e i pantaloni col marchio del guardaroba della Fox) sapessero di non essere che quello che sono e di avere un autore che li manovra. Una battuta del film non a caso recita “un attore è peggio di un assassino”. In un mondo in apparenza immutabile in cui i ricchi sfruttano impunemente chi sta sotto di loro, non c'è spazio per la tenerezza e la nostalgia che troveremo invece in dosi abbondanti nelle sei stagioni di Downton Abbey e del film uscito quest'anno, ambientate non a caso diversi anni prima di questo anomalo whodunit.



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