Quando Christian Bale, prima di diventare Dick Cheney, ha chiesto a Gary Oldman, che poi è il suo attore preferito, come avesse fatto a trasformarsi in Winston Churchill, il Premio Oscar 2017 gli ha risposto sornione: "Prostethics" (protesi). "Come, come, come?" - ha esclamato Bale - "Nemmeno un chiletto hai messo su?". Sempre più divertito, Oldman ha scosso la testa, ed è stato allora che il nostro ha deciso di rivolgersi, per il film di Adam McKay Vice - L'uomo nell'ombra, non soltanto a un nutrizionista ma anche a una coppia di eccellenti make-up artist (Greg Cannom e Chris Gallagher), che lo hanno aiutato ad assumere le sembianze dell'ex vicepresidente degli Stati Uniti protagonista del biopic candidato a 6 Golden Globe e da oggi, 3 gennaio, nei cinema italiani
Il Bruce Wayne della trilogia di Christopher Nolan, insomma, ha ceduto impunemente ai prodigi del trucco, senza però rinunciare a lavorare sul proprio aspetto fisico. Del resto, per lui che ha cominciato a recitare per sfamare la famiglia, il mestiere dell'attore significa fatica e sacrificio, e una percezione alterata del proprio corpo è uno strumento preziosissimo per catturare un personaggio.
Oltre a cambiare alimentazione per 5 lunghi mesi, Christian Bale si è "nutrito" di video e interviste e, quasi quotidianamente, ha ripetuto a se stesso: "Io non avrò pregiudizi nei confronti di Dick Cheney, io non avrò pregiudizi nei confronti di Dick Cheney". Il risultato di tutti questi sforzi è sorprendente, ma non spetta a noi esprimere un giudizio in questa sede (anche perché lo ha già fatto Federico Gironi nella recensione di Vice - L'uomo nell'ombra). A noi oggi tocca un compito ben più divertente e sbarazzino: parlare delle trasformazioni fisiche compiute dall'attore in quasi 20 anni di cinema, e cioè da quando una regista di nome Mary Harron ha voluto affidargli il ruolo del vanitoso assassino Patrick Bateman, protagonista di American Psycho.
AMERICAN PSYCHO (2000)
Negli anni ’80 andava di moda l'abbronzatura in ogni stagione, per questo esistevano i solarium, e a New York ce n'erano di avanguardistici, sofisticati ed esclusivi. Quello frequentato da Patrick Bateman in "American Psycho" aveva cabine asettiche e luminescenti, dove rosolarsi per bene con l'accortezza di tenere sempre gli occhi ben coperti, per impedire la prematura apparizione delle cosiddette zampe di gallina. Nato dalla fantasia dello scrittore californiano Bret Easton Ellis, il ventisettenne bello bellissimo che lavora a Wall Street, paga con carte di credito platinum e ogni mattina applica sul viso scrub, maschera esfoliante e lozione idratante ha imposto innanzitutto a Christian Bale di limarsi un po’ i canini, per ostentare una dentatura perfetta. Desideroso di dimostrare al mondo intero che una trasposizione cinematografica del libro che celebrava la fatuità e la ferocia del rampantismo yuppie era possibile, l'attore ha avuto anche il coraggio di trasformare il suo narciso in un idiota e, a forza di curare il proprio aspetto fisico, ha cominciato a esserne ossessionato e a guardare con malcelato disprezzo le altrui rughe e maniglie dell'amore. Con solerzia e non poco sforzo, ha lavorato su addominali, bicipiti e tricipiti, ed eliminando grassi e carboidrati, si è limitato unicamente alle proteine.
L’UOMO SENZA SONNO (2004)
"Quando sei talmente magro da riuscire a malapena a salire una rampa di scale, è come se fossi aria, come se avessi abbandonato il tuo corpo". Ecco cosa ha detto Christian Bale all'indomani della dieta da fame a cui si è sottoposto per assumere le sembianze dell'operaio che non dorme da un anno Trevor Reznik, protagonista del film dalle atmosfere un po’ dostoevskijane e un po’ kafkiane L'uomo senza sonno. Senza ricorrere ai consigli di un esperto di alimentazione, l'attore ha perso 28 chili in 4 mesi, arrivando a pesarne solo 54. Oggi che ha quasi 45 anni, non potrebbe osare tanto. Una mela, una tazza di caffè, un bicchiere di whisky e un numero imprecisato di sigarette al giorno forse gli sarebbero fatali. Nel 2004, però, lo hanno come precipitato in un'altra dimensione, una dimensione zen di beatitudine quasi assoluta e nello stesso tempo di grandissima concentrazione. "Dormivo pochissimo e riuscivo a leggere per 15 ore di seguito" - ha raccontato. "Inoltre non provavo emozioni. Appena ho ripreso a mangiare, ho ricominciato a 'sentire'". Nonostante l'immensa prova d'attore, che va ben aldilà del dimagrimento, L'uomo senza sonno non ha avuto, soprattutto in paria, il successo che meritava, e a Bale non è arrivata la candidatura all'Oscar. Che scandalo!
BATMAN BEGINS (2005)
Nel 2005 Christian Bale ottiene il ruolo forse più rilevante della sua carriera, quello di uno dei due supereroi più importanti della DC Comics, Batman. A volere che sia proprio lui a ricoprirlo è il connazionale Christopher Nolan, che, insieme al proverbiale costume e a un maggiordomo con il volto di Michael Caine, gli dà l’opportunità di conquistarsi le simpatie, se non l'adorazione, di un pubblico giovane. Quando si presenta al regista per un primo provino per Batman Begins, Bale è ancora un mucchietto d'ossa, visto che è passato solo un mese da L'uomo senza sonno. Per diventare l'uomo-pipistrello ha solo 5 mesi e per la prima volta decide di ricorrere a un nutrizionista e a un personal trainer. Purtroppo ha i muscoli atrofizzati e, prima di esercitarsi, deve ingrassare un po’. Desideroso di sfoggiare una muscolatura diversa da quella di American Psycho e quasi da body-builder, Christian si lascia prendere la mano e, dopo i primi 26 chili, ne mette su altri 18, tanto che non entra nel costume di scena e, su richiesta di Nolan, si vede costretto a smaltirne qualcuno. Quando si presenta sul set per il primo ciak, è perfetto. Anche la sua performance si dimostra all'altezza delle aspettative, perché Christian Bale ha letto e riletto praticamente tutti i fumetti di Batman e ha capito il dramma del personaggio, di cui per altro accentua la cadenza americana per non far trapelare la propria origine britannica.
L'ALBA DELLA LIBERTA’ (2006)
Christian Bale non fa in tempo a godersi il successo di Batman Begins… che già deve tornare pelle e ossa. E non può certo rifiutarsi di farlo, perché a chiamarlo a raccolta è un maestro con la "M" maiuscola, uno di quelli a cui non si può proprio dire di no. Dopo avergli dedicato il documentario Little Dieter Needs to Fly, Werner Herzog rende l'aviatore USA di origine tedesca Dieter Dengler protagonista di un film di finzione: L'alba della libertà. E siccome costui fu catturato e torturato durante la guerra del Vietnam, all'attore che lo deve interpretare tocca mettersi a dieta. Ma stavolta Bale perde solamente 20kg, lasciando ai truccatori il compito di rendere il suo volto emaciato. Inoltre ha più tempo a disposizione per la trasformazione, e visto che l'acquisizione di peso è più veloce della perdita, il buon Werner decide di girare il film al contrario, immortalando così la "remise en forme" di Christian. Il quale Christian si trova ad affrontare ben altre sfide nella calda e umida giungla tailandese in cui L'alba della libertà viene girato: stare a mollo in acque piene di serpenti velenosi e ingurgitare vermi succosi (e schifosi).
THE FIGHTER (2010)
Quando gira The Fighter diretto da David O. Russell, Christian Bale è ormai assurto al rango di star, avendo all'attivo non solamente Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro, ma anche Quel treno per Yuma, Nemico pubblico, The Prestige e Terminator Salvation. Eppure è un film indipendente e non un blockbuster a regalarli il suo unico Oscar (come miglior attore non protagonista), una storia vera che gli impone un personaggio reale: il fratello drogato (ed ex pugile) del boxeur irlandese Micky Ward, portato sullo schermo da Mark Wahlberg. Ancora una volta l'attore decide di scomparire nell'uomo che deve imitare, che non è affatto un paffutello. Questa volta corre veloce per chilometri e chilometri, mangia poco, ma soprattutto trascorre diverso tempo con il suo modello in carne e ossa Dicky Eklund, imparando a parlare con la stessa velocità e premurandosi di non indebolirsi a tal punto da non poter stare sul ring. Con la dedizione che gli è propria e che nasce dalla totale mancanza di egocentrismo, Bale si lascia guidare dal filippino Manny Pacquiao - primo e unico campione mondiale in otto classi di peso - e, fra un ciak e l'altro, non esce mai dal personaggio, ma non fa come Jim Carrey sul set di Man on The Moon, che sparava a raffica le battute di Andy Kaufman. No, Christian porta silenziosamente sulle spalle, giorno dopo giorno, il peso della disperazione di un individuo eccentrico e larger than life, che ha perso tutto ma che trova la forza di riscattarsi.
AMERICAN HUSTLE (2014)
In American Hustle Christian Bale ritrova David O. Russell, Amy Adams (che sarà sua compagna di set anche in Vice) e… la ciccia. Già, perché per il film che lo porta alla candidatura all'Oscar come miglior attore protagonista non deve mettere su massa muscolare ma rotoli di adipe per un totale di circa 20 chilogrammi. Libero dalla panca per gli addominali, dal bilanciere e dai manubri, CB si tuffa con entusiasmo nella dieta della "doppia c": ciambelle e cheeseburger. In realtà la sua malsana alimentazione gli impone di ingollare qualsiasi cibo ipercalorico, che lui benedice, mentre la sua schiena grida vendetta. Va detto, però, che la sua trasformazione fisica in Irving Rosenfeld non si limita a una dieta ingrassante. Per potersi incollare alla testa un tupé, Christian si rasa il cranio a zero, con il risultato che sua figlia di 8 anni Emmeline lo guarda e ride, e prende l'abitudine di schiaffeggiarlo sulla testa, mentre sua moglie, che tanto lo ama, sopporta l'imbruttimento con certosina pazienza, perché l'uomo che ha sposato, e che è fra le più fascinose star del cinema, non è certo un tipo avvenente nel film sull'operazione Abscam. L'abbigliamento poi non lo aiuta, e nemmeno quegli occhi all'ingiù e un po’ gonfi che sul set gli hanno valso il soprannome di "tasso". A riprese concluse, per fortuna, Mrs. Bale ha l'opportunità di consolarsi in fretta: la sua dolce metà è stata scritturata per Exodus - Dei e Re, in cui gli è stata affidata la parte di Mosé, un personaggio che non viene certo ricordato per la sua pinguedine.
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