mercoledì 30 aprile 2025
Reminders of Him, Bradley Whitford si unisce al cast
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martedì 29 aprile 2025
Jeunes mères: il trailer ufficiale del film di Jean-Pierre e Luc Dardenne in concorso a Cannes
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Liberi, l’isolamento come forma di libertà interiore: è al cinema il documentario più visto in Spagna nel 2023
Qualcuno di voi potrebbe ricordare il film documentario del 2005 intitolato Il grande silenzio, una co-produzione tra Germania, Francia e Svizzera diretta dal regista Philip Gröning. Quell'opera (Miglio Documentario agli EFA) raccontava la vita quotidiana dei monaci Certosini del monastero della Grande Chartreuse che hanno fatto voto del silenzio e non proferiscono mai parola se non per le preghiere e i riti religiosi. A distanza di 20 anni esce al cinema un documentario non distante questo, ma molto più incisivo nel messaggio che vuole farci arrivare, vista soprattutto l'evoluzione tecnologica, e la contestuale involuzione umana, nella società dal 2005 ad oggi.
Il 29 e 30 aprile sono i giorni in cui poter rintracciare nei cinema italiani il documentario spagnolo Liberi, un film che ci conduce nel silenzioso universo dei monasteri di clausura. Diretto dall'esordiente Santos Blanco, prodotto da Bosco Films e Variopinto Producciones con il supporto della Fondazione DeClausura, il film è distribuito da Bosco Films e Arkadia Group (l'elenco delle sale è disponibile sul sito liberifilm.com).
Liberi è stato girato in dodici monasteri sparsi tra Burgos, Madrid, Navarra e Salamanca, tra cui San Pedro de Cardeña, Las Batuecas e Monasterio Leire, diventando di fatto un viaggio all’interno di luoghi normalmente inaccessibili. Per la prima volta una macchina da presa ha varcato le soglie di comunità che hanno scelto l’isolamento come forma di libertà interiore, raccontando attraverso immagini rispettose e coinvolgenti la quotidianità scandita da preghiera, contemplazione e raccoglimento. Il progetto è nato durante la pandemia da un’esperienza personale del regista e della produttrice-distributrice Lucia Gonzalez-Barandiaran. Impegnati in una campagna a sostegno dei monasteri in difficoltà economica, hanno vissuto giorni di clausura che si sono trasformati in un percorso di riflessione sulla spiritualità e sul significato più autentico della libertà.
Attraverso il racconto di diversi ordini monastici, il documentario invita il pubblico a esplorare la scelta radicale di chi si sottrae alla frenesia moderna per dedicarsi a una vita di solitudine, silenzio e sacrificio, interrogandosi sul valore della fede e sulla ricerca di pace interiore. Con quasi centomila spettatori, Liberi è stato il documentario più visto in Spagna nel 2023 e il quinto più seguito negli ultimi venticinque anni, confermandosi un’opera capace di toccare corde universali e di svelare un mondo nascosto, fatto di spiritualità concreta, gesti essenziali e tradizioni radicate nei secoli.
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Ritorno al futuro 4? Bob Gale: "Ma perché continuate a chiedercelo?"
Di solito si è sempre molto guardinghi, se non arrabbiati, quando vengono recuperati marchi entrati nel mito, ma allo stesso tempo la curiosità di vederli proseguire serpeggia: Bob Gale, coautore di Ritorno al futuro con Robert Zemeckis, si vede infatti sempre proporre domande su un eventuale Ritorno al futuro 4, più e più volte smentito da loro stessi. Ospite delle Universal Fan Fest Nights venerdì scorso, Gale è tornato sulla questione, escludendo ancora la possibilità e scherzando sul tormentone. Leggi anche Ritorno al Futuro, sequel o reboot? Robert Zemeckis: "La Universal me lo chiede ogni sei mesi!"
Ritorno al futuro 4, Bob Gale: "Forse pensano che se continuano a chiedercelo alla fine cediamo?"
No, Ritorno al futuro 4 non s'ha da fare. Ricordiamo che anni fa furono proprio Robert Zemeckis e Bob Gale a dichiarare che per loro realizzare un quarto capitolo senza Michael J. Fox (per forza di cose, date le sue condizioni di salute), sarebbe stato come "organizzare un barbecue e dimenticarsi la carne". Certo, la versione musical del primo Ritorno al futuro, che ha debuttato nel 2020 con Olly Dobson come Marty e Roger Bart come Doc, ha riscosso un enorme successo, e Gale ne è consapevole: "Lo replicano ancora a Londra, è in tour per gli Stati Uniti, l'abbiamo appena presentato in giapponese a Tokyo e ne vanno matti lì come altrove. Sono onorato e stupito per la longevità di quello che io e Bob inventammo". Forse non a caso Zemeckis aveva aperto alla Universal solo la possibilità di trasporre il musical al cinema, come omaggio, ma non più di quello. Gale dice la sua.
Io non so perché continuino a parlarne! Cioè, pensano che se lo chiedono un numero sufficiente di volte, alla fine lo facciamo sul serio? Praticamente in ogni intervista mi chiedono: "Bob, ci sarà mai un Ritorno al futuro 4?" Mai. "Quando farete il prequel?" Mai. "Potreste fare uno spin-off?" Mai. Sta bene come sta. Non è perfetto, ma come Bob Zemeckis era solito dire: "È abbastanza perfetto." Giusto nel caso in cui una gigantesca corporation americana o deliri corporativi internazionali dovesso dirci: "Se non siete d'accordo, vi ammazziamo i figli" allora beh, non vogliamo che ci ammazzino i figli! Ma anche Steven Spielberg dovrebbe accettare. E così come Steven non ha mai concesso un altro E.T., rispetta in pieno il fatto che noi non vogliamo un altro Ritorno al futuro. Lo capisce benissimo e ci ha sempre coperto le spalle. Grazie, Steven. [...]
La cosa bellissima è vedere la nuova generazione di figli e figlie che viene toccata dalla storia e dice: "Cavolo, i miei genitori sono stati una volta ragazzini!" È per questo che secondo me funziona ancora, perché a un certo punto realizzi questa cosa, e noi ci facemmo un film. Adoro l'idea che ci sia qualcuno che lo scopre per la prima volta.
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Miami Vice, un remake in arrivo a cura del regista di Top Gun: Maverick
Non è la prima volta che si parla di un remake di Miami Vice: nel 2017 Dwayne Johnson valutò un riavvio della serie tv (dopo otto anni deduciamo che non è andato in porto), mentre nel 2006 fu Michael Mann a firmarne una lettura decisamente meno patinata, più noir, con il suo film interpretato da Colin Farrell e Jamie Foxx: lui poteva, non solo perché è uno dei più grandi cineasti viventi, ma anche perché aveva prodotto lui stesso la serie - anzi, usiamo le parole corrette dell'epoca - il telefilm con Don Johnson e Philip Michael Thomas. Deadline riporta che un nuovo lungometraggio è in preparazione, un remake a firma Joseph Kosinski. Leggi anche Miami Vice: Vin Diesel ed NBC lavorano al remake della Serie TV
Joseph Kosinski riavvia Miami Vice al cinema
Joseph Kosinski, lanciatissimo dopo il trionfo commerciale di Top Gun: Maverick, altra riproposta di un mito degli anni Ottanta, sta per affrontare un remake di Miami Vice, sotto forma di lungometraggio, appena dopo aver chiuso F1 con Brad Pitt, al cinema dal 25 giugno. A quanto pare il regista dirigerà questa nuova versione delle indagini di Sonny Crockett e Rico Tubbs dopo essersi occupato di un imprecisato thiller a base di UFO per la Apple. La Universal ha messo in cantiere il reboot di Miami Vice, affidandone la sceneggiatura a Dan Gilroy, un nome piuttosto solido, da poco autore di diversi episodi di Andor, la serie tv di Star Wars su Disney+. Anche regista in proprio, fa parte di una famiglia piuttosto creativa, con i suoi fratelli Tony Gilroy (sceneggiatore e regista a sua volta) e John Gilroy, montatore. La squadra sembra essere addestrata correttamente, ma finché non saranno scelti gli attori protagonisti il pubblico più nostalgico non si farà sentire sul serio...
Miami Vice, ideata da Anthony Yerkovich e prodotta da Michael Mann, andò in onda dal 1984 al 1990 sull'NBC, mentre in Italia la vedemmo su Rai 2 dal 1986 al 1992: cinque stagioni che contribuirono a caratterizzare un'epoca, con un riconoscibile stile edonista, fatto di abiti e auto sopra le righe, al ritmo dei sintetizzatori di Jan Hammer. Il Miami Vice del 2006 che Mann creò per il grande schermo fu un progetto diverso, molto più cupo, una rilettura nera e contemporanea della dinamica tra i personaggi: al boxoffice cascò, per uno stentato incasso mondiale di 163.800.000 dollari, a fronte di una spesa di 135 milioni. Potrebbe funzionare un nuovo approccio che ribilanci noir con solarità? E che sapore avrebbe la solarità di oggi, rispetto a quella degli anni Ottanta?
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lunedì 28 aprile 2025
I migliori film in streaming interpretati da Michelle Pfeiffer
Facciamo oggi gli auguri di buon compleanno a Michelle Pfeiffer, che spegne oggi 67 candeline. Negli anni ‘80 e nel decennio successivo l’attrice nata in California è stata una delle star hollywoodiane maggiormente apprezzate da pubblico e critica, decenni in cui ha lavorato con grandi registi e ottenuto ben tre candidature all’Oscar, mentre una quarta (almeno…) l'avrebbe meritata per uno dei film in streaming che trovate di seguito. Buona lettura.
Cinque film in streaming interpretati da Michelle Pfeiffer
- Tutto in una notte
- Le relazioni pericolose
- Batman - Il ritorno
- L’età dell’innocenza
- Le verità nascoste
Tutto in una notte (1985)
Dopo essere esplosa grazie al remake di Scarface diretto da Brian De Palma, la Pfeiffer si conferma attrice di presenza e talento grazie a questo noir stralunato e notturno targato John Landis, davvero in grande forma. Tutto in una notte vede protagonista un Jeff Goldblum in grandissima forma, più una serie di attori a supporto che comprende anche la leggenda David Bowie. Divertimento, ironia che ammanta il genere, un finale perfetto e una Pfeiffer che rimane impressa nella memoria. Film mai troppo ricordato di questo autore unico, ma è davvero uno dei suoi migliori. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video.
Le relazioni pericolose (1988)
Prima nomination all’Oscar come miglior attrice non protagonista grazie a questa straordinaria trasposizione diretta da Stephen Frears. John Malkovich e una immensa Glenn Close conducono Le relazioni pericolose dentro un labirinto di grazia cinematografica e potenza psicologica. Ricostruzione meticolosa, sceneggiatura da oscar del grande Christopher Hampton. Nel cast anche Keanu Reeves e Uma Thurman. Duelli pazzeschi tra attori in stato di grazia, che fanno di questo film in costume uno dei migliori mai realizzati, un capolavoro di rarissima finezza cinematografica. E la Pfeiffer eterea e fragile è semplicemente perfetta. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video.
Batman - Il ritorno (1992)
Il ruolo di culto della carriera dell'attrice, riempito con una competenza incredibile e un sex-appeal senza precedenti. Se Batman - Il ritorno è uno dei cinecomic più apprezzati di sempre è soprattutto grazie alla sua Catwoman, ancor più che al Pinguino di Danny De Vito, al Max Schreck di Christopher Walken o all’Uomo Pipistrello di Michael Keaton. Tim Burton si sbizzarrisce a creare un universo cinematografico tanto coerente quanto oscuro e minaccioso. Favola nerissima per una visione davvero personale e coerente. Bellissimo. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, TIMVision, NOW.
L’età dell’innocenza (1993)
Questa è la quarta nomination che la Pfeiffer avrebbe dovuto ottenere in carriera, senza il minimo dubbio, La sua contessa Olenska è la passione e il dolore, perfetto contraltare per l’algida bravura di Daniel Day-Lewis e l’ipocrisia calcolata di Winona Ryder. Martin Scorsese dirige L’età dell’innocenza con una prepotenza estetica mai vista in un film in costume, facendone un capolavoro fuori dal tempo. La fotografia di Michael Ballhaus impreziosisce ogni singola inquadratura, costumi e scenografie sono da applauso, e infatti Dante Ferretti arriva alla nomination all’Oscar e Gabriella Pescucci conquista la statuetta. Uno dei tre, quattro migliori film di Scorsese: basta? Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video.
Le verità nascoste (2000)
Che gioiello di tensione e orrore questo “filmetto” di Robert Zemeckis! Girato nell’anno di pausa per finire di realizzare Cast Away, Le verità nascoste vede la Pfeiffer duettare con il co-protagonista Harrison Ford con la grazia che le compete. Momenti di grandissimo cinema di genere, grande regia che si poggia su una sceneggiatura più che funzionale. Ci si diverte un mondo con questo horror che conquista il Festival di Venezia ma soprattutto il botteghino americano. La conferma che Zemeckis sapeva girare anche con la mano sinistra con una competenza sconosciuta a quasi tutti i colleghi del periodo. Spassoso e terrificante. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Amazon Prime Video, Disney +.
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Scream 7, il ritorno di David Arquette doveva essere una sorpresa
A detta di David Arquette, il suo ritorno in Scream 7 era stato pensato inizialmente come una grande sorpresa da destinare ai fan. Peccato che questo dettaglio sia trapelato tempo fa, rendendo il suo ritorno semplicemente una grande conferma. Il cast del settimo film horror non farà a meno di diversi volti già coinvolti in precedenza, incluso quello di David Arquette che riporterà in azione Dewey Riley, l’ex sceriffo di Woodsboro la cui vita è stata spezzata nel franchise. In che modo tornerà al momento non è dato sapere, ma il suo Dewey non sarà l’unico personaggio a riapparire sul grande schermo. Anche Matthew Lillard e Scott Foley riprenderanno rispettivamente i ruoli di Stu Macher e Roman Bridger, nomi che in passato hanno indossato la maschera di Ghostface.
Scream 7, David Arquette annuncia che il suo ritorno doveva essere una sorpresa
Ai microfoni di ComingSoon.net, David Arquette ha raccontato che il suo coinvolgimento in Scream 7 era nato in principio come un grande segreto da custodire, ma poi è trapelato diventando un’informazione degna di nota. “Era uno spoiler bello e buono. Non doveva diventare pubblico. Doveva essere una sorpresa”, ha precisato l’attore. Poi ha aggiunto: “Non dovrei parlarne troppo, ma Kevin Williamson era alla regia ed è stato davvero emozionante. Ed è incredibile vederlo avere questa opportunità e riavere Neve [Campbell] in questo film. E Matthew [Lillard], intendo... È emozionante. Adoro interpretare il ruolo di Dewey e lo amerò sempre”.
Pur avendo condiviso il suo ritorno, Scream 7 non ha ancora rivelato al pubblico in che modo Dewey e gli altri personaggi riappariranno sul grande schermo. Una delle teorie più gettonate coinvolge la survival girl del franchise: Sidney Prescott potrebbe essere tormentata da alcune morti del passato, incluse quelle dei precedenti Ghostface. Il personaggio di David Arquette è deceduto in Scream del 2022, vittima dell’assassino del franchise, per cui non è chiaro come tornerà in scena.
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Il Mohicano: una clip in anteprima esclusiva del western politico francese al cinema l'8 maggio
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domenica 27 aprile 2025
I migliori film in streaming di Florence Pugh, protagonista di Thunderbolts*
Dal momento che torna nelle sale italiane con il cinecomic della Marvel Thunderbolts*, vogliamo dedicare gli odierni cinque film in streaming al talento di Florence Pugh. A neppure trent’anni di età - li compirà il prossimo gennaio - l’attrice inglese ha già collezionato numerosi successi di critica e pubblico e una candidatura all’Oscar. Ricordiamo che parteciperà anche all’attesissimo blockbuster sempre della Marvel/Disney Avengers: Doomsday. Buona lettura.
Cinque film in streaming interpretati da Florence Pugh, protagonista di Thunderbolts*
- Piccole donne
- Midsommar - Il villaggio dei dannati
- Black Widow
- Oppenheimer
- Dune - Parte Due
Piccole donne (2019)
Dopo essersi affermata come attrice da tenere d’occhio in alcuni film indipendenti, la Pugh ottiene addirittura la nomination all’Oscar come non protagonista grazie all’adattamento diretto da Greta Gerwig. Saoirse Ronan conduce Piccole donne nella sua elaborazione tutta contemporanea del classico. Nel cast anche una sorniona Meryl Streep, Bob Odenkirk, Timothée Chalamet e altri caratteristi di lusso. Un film elegante e sciolto, che arriva anche alle nomination per il miglior lungometraggio, l’attrice protagonista e la sceneggiatura tra le altre. Arriva la sola statuetta per i migliori costumi. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, TIMVision, Amazon Prime Video.
Midsommar - Il villaggio dei dannati (2019)
Nello stesso anno la Pugh è protagonista del disturbante folk-horror diretto da Ari Aster. Dopo il notevolissimo Hereditary, Midsommar - Il villaggio dei dannati conferma che il cineasta non è intenzionato a servire incondizionatamente gli stilemi del genere, ma vuole aggiungervi qualcosa di personale, anche se spesso stralunato. Il risultato di questo film funziona soltanto a tratti, ma quando lo fa colpisce allo stomaco e terrorizza. Jack Reynor e Will Poulter compongono il cast di questo film originale anche nella sua discontinuità. Da vedere. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video, NOW.
Black Widow (2021)
Il cinecomic della Marvel diretto da Cate Shortland e dedicato all’eroina interpretata da Scarlett Johansson funziona decisamente meglio di molti altri prodotti confezionati malamente dalla Major in questi ultimi anni. Black Widow è un più che discreto spy-thriller con ottime scene d’azione estensione sprigionata anche dai rapporti complessi tra i personaggi. Nel cast anche David Harbour, Ray Winstone, Olga Kurylenko e Rachel Weisz. Ci si diverte, si parteggia per le eroine, si assiste a uno spettacolo intelligente e discretamente confezionato. Intrattenimento con la giusta misura di intelligenza. Disponibile su Rakuten TV, Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video, Disney +.
Oppenheimer (2023)
Il ruolo forse emotivamente più intenso del biopic diretto da Christopher Nolan, dopo ovviamente il protagonista interpretato da Cillian Murphy. Oppenheimer è un puzzle narrativo che non sempre funziona, possiede alcune slabbrature infatti, ma a livello visivo è davvero un lungometraggio eccezionale. Se poi aggiungiamo Robert Downey Jr., Emily Blunt e tutti gli altri attori che vi partecipano, la formula funziona in pieno. Incassi stratosferici, sette premi Oscar tra cui quelli per film, regia, attore protagonista e non. Poco o nulla da dire per un prodotto confezionato in maniera impeccabile, anche se a nostro avviso un po’ sopravvalutato. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, Netflix, Amazon Prime Video.
Dune - Parte Due (2024)
Chiudiamo col secondo capitolo della saga di fantascienza diretta da Denis Villeneuve a cui la Pugh aggiunge tutto il proprio carisma e la necessaria eleganza per il ruolo della figlia dell’imperatore Christopher Walken. Dune - Parte Due propone uno spettacolo se possibile ancora maggiore del primo capitolo, anche se probabilmente meno preciso a livello narrativo. Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Javier Bardem, Austin Butler e tutti gli altri regalano al cast di questo blockbuster profondità emotiva e carisma. Visivamente portentoso, denso e stilizzato. Il meglio del cinema fantastico contemporaneo. Disponibile su Google Play, Apple Itunes, TIMVision, Amazon Prime Video, NOW.
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Sisu - L'immortale, ancora 20 giorni per vedere su Netflix il violento e ironico film finlandese: il sequel uscirà a novembre
La leggenda narra che durante la Guerra d'Inverno (1939-1940), la Finlandia resistette all'attacco dell'Unione Sovietica soprattutto grazie a un uomo che da solo arrivò a uccidere 300 soldati nemici. Il gruppo di nazisti che si imbatte in questo "immortale" di nome Aatami Korpi, pagherà molto caro l'errore di avergli interrotto il cammino. Sisu si ambienta nella tundra lappone del 1944 quando un commando di tedeschi si sta avviando con calma verso il confine con la Norvegia. Con altrettanta calma, un cercatore d'oro viaggia a cavallo in direzione opposta. I tedeschi stanno lasciando una scia di cadaveri al loro passaggio e pensano (male) che questo vecchio uomo brizzolato sarà semplicemente un'altra delle tante vittime. Invece no.
Prodotto dalla società finlandese Subzero Film Entertainment, alla quale si sono associate la britannica Good Chaos e l'americana Stage 6 Films (divisione della Sony), Sisu è costato soltanto 6 milioni di dollari e ne ha incassati globalmente 15. La notizia che un sequel fosse in lavorazione aveva iniziato a circolare un paio di mesi fa. Le riprese sono già concluse e il film è ora in fase di post-produzione con una data di uscita nei cinema del Nord America già fissata: 21 novembre 2025. Regia e sceneggiatura sono firmate anche in questo caso da Jalmari Helander e va da sé che a riprendere il ruolo del massacratore di nazisti sarà ancora l'attore Jorma Tommila.
In attesa del sequel provvisoriamente intitolato Sisu 2, avete tempo fino al 17 maggio per recuperare Sisu - L'immortale prima che Netflix lo tolga dal proprio catalogo. A convincervi, ci pensa Federico Gironi che nella sua recensione su questo sito scrive: "c’è l’immagine in movimento, c’è il divertimento, c’è l’azione, c’è la violenza e c’è la capacità di comporre sequenze e inquadrature in maniera non banale, omaggiando il cinema classico da un lato e rispettando le esigenze della contemporaneità dall’altro. Il tutto in 91, giustissimi minuti. Un equilibrio invidiabile".
Qui sotto il trailer di Sisu - L'immortale.
P.S.: Come recita la didascalia all'inizio del film, "Sisu è una parola finlandese che non può essere tradotta. È un coraggio alimentato dalla paura e una determinazione inimmaginabile. Si manifesta quando ogni speranza è perduta".
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Hunger Games: L'alba sulla mietitura, il regista spiega perché hanno impiegato così tanto tempo per i casting
Perché il casting per un giovane Haymitch in Hunger Games: L’alba sulla mietitura ha impiegato così tanto tempo? Una domanda più che logica che i fan hanno posto anche sul web e rivolti persino al regista, che avrebbe ricevuto in anteprima la copia del romanzo di Suzanne Collins, avendo modo quindi di immergersi con netto anticipo nelle nuove avventure di un giovane Haymitch. Perché, allora, il processo di casting è stato così lungo?
Hunger Games: L’alba sulla mietitura, perché il casting ha impiegato così tanto tempo: la spiegazione del regista
Quando Hunger Games tornerà sul grande schermo, lo farà per raccontare un’altra storia prequel concentrandosi sulla Seconda Edizione della Memoria, vinta da Haymitch, un sedicenne del Distretto 12 destinato a diventare più avanti il mentore di Katniss e Peeta. In Hunger Games: L’alba sulla mietitura, il protagonista è un adolescente che spera soltanto di superare un altro giorno di mietitura che capita ogni anno nel giorno del suo compleanno. Il regalo ricevuto, però, va ben oltre la sua immaginazione. Haymitch diventa uno dei quattro tributi di quella spaventosa edizione e per un crudele gioco del destino. Non avrebbe dovuto essere tra i sorteggiati e invece eccolo lì, a lottare per la sua vita. Con una data d’uscita fissata da tempo per novembre 2026, Hunger Games: L’alba sulla mietitura rappresenta il secondo prequel della saga ambientata a Panem. Ad interpretare la versione adulta di Haymitch è stato Woody Harrelson, mentre toccherà a Joseph Zada interpretare la versione più giovane. Una delle domande che i fan si pongono è: perché tanta difficoltà nell’annunciare il prossimo protagonista? In occasione del CinemaCon 2025, al regista Francis Lawrence è stata posta proprio questa domanda, avendo ricevuto il romanzo in anteprima circa un anno fa:
Onestamente, ho letto il manoscritto originariamente circa un anno fa e quando l'ho letto me ne sono innamorato e penso che sia uno dei miei libri preferiti, se non il mio preferito, della serie e quindi penso che tornare a una famiglia che abbiamo costruito e a un mondo che abbiamo creato e ad alcuni personaggi e alcuni membri della troupe e alla mia produttrice Nina e lavorare con Suzanne è tutto fantastico, ma penso che tornare indietro e raccontare quella che penso sia una delle sue migliori storie all'interno del franchise sia davvero emozionante.
Ma perché temporeggiare così tanto? A detta del regista, la mancata pubblicazione del romanzo ha comportato una serie di limitazioni nella realizzazione del film: "Eravamo un po' bloccati perché il libro non era ancora uscito ed eravamo come bloccati con segreti e cose del genere, ma ora che il libro è uscito abbiamo piena libertà, quindi il cast è a buon punto”.
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Thunderbolts*, un video backstage Marvel piuttosto movimentato
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Jon Hamm desidera unirsi al MCU: "Perché io no?"
Far parte di un universo di supereroi potrebbe essere più frequente di quel che si pensa in quel di Hollywood, eppure c’è ancora chi non ha avuto modo di effettuare quell’esperimento come Jon Hamm. Dal suo canto, però, l’attore di Fargo vorrebbe ardentemente unirsi al Marvel Cinematic Universe e ha lanciato un appello per chiedere a chi di dovere perché non è stato ancora interpellato.
Jon Hamm desidera unirsi al MCU: "Perché io no?"
Jon Hamm continua a lottare per ottenere un posto tutto suo nel MCU. In più di un’occasione, in passato, l’attore aveva condiviso il suo desiderio di recitare in un universo di supereroi e, da allora, i suoi fan hanno più volte speculato sul possibile personaggio da assegnargli spaziando tra Marvel e DC. Ad oggi, però, Jon Hamm non ha ancora avuto la sua occasione. Tempo fa aveva ammesso di essersi candidato per alcuni ruoli nel MCU e, come riporta Screen Rant, l’attore ancora oggi si interroga su quelle audizioni e se i ruoli in questione fossero ancora disponibili:
Onestamente non lo so, davvero. Nessuno sa cosa succede nel mondo segreto di quell’azienda, ma so di avere molta… molta stima per quel mondo, quindi spero che sia ricambiata. Perché io no?
Sia allora come oggi, l’attore non ha rivelato i ruoli a cui aveva puntato nel MCU. Aveva soltanto spiegato di aver manifestato interesse per una storia specifica dei fumetti e, quando ha capito che anche gli Studios fossero interessati a loro volta, ha sperato di essere contattato ma ad oggi non è ancora accaduto. È probabile che i ruoli in questione e la storia di suo interesse non sia ancora emersa, ma tutto potrebbe cambiare dopo Avengers: Doomsday, per cui Jon Hamm potrebbe pazientare ancora un po’ prima di ottenere la sua grande opportunità.
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sabato 26 aprile 2025
Stasera in TV: Film da vedere Sabato 26 Aprile, in prima serata
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The Accountant 2, Ben Affleck è molto legato al personaggio: "Non mi ha mai lasciato"
Sono trascorsi quasi dieci anni dall’uscita di The Accountant al cinema e Ben Affleck sta per tornare con un sequel diretto che non ha mai lasciato la sua mente. L’attore, infatti, ha raccontato di essere particolarmente affezionato al suo personaggio e che, negli ultimi anni, il pensiero di un sequel non l’ha mai abbandonato. Presente al CinemaCon 2025 svoltosi a Las Vegas, l’ex interprete di Batman ha mostrato scene inedite del suo prossimo film, particolarmente atteso non soltanto dai fan ma anche da Ben Affleck stesso.
The Accountant 2, Ben Affleck è molto legato al suo personaggio: “È come se non mi avesse mai lasciato”
Ben Affleck è al settimo cielo all’idea che The Accountant 2 arrivi in sala. Supportato dal regista Gavin O’Connor e con altri membri del cast come Jon Bernthal (riapparso anche come The Punisher in Daredevil: Rinascita nelle ultime settimane), Affleck ha presenziato all’anteprima al CinemaCon 2025 del film in sala dal 25 aprile 2025. Prodotto da Amazon MGM Studios, The Accountant 2 ha soddisfatto le aspettative del suo protagonista. Come ha raccontato durante il panel: “Sono entusiasta di interpretare di nuovo questa parte con questo grandissimo cast. Sotto un certo punto di vista, è come se questo personaggio non mi avesse mai lasciato del tutto. È una bella sensazione continuare la storia di The Accountant”.
Film d’azione, The Accountant 2 vede Ben Affleck riprendere il ruolo di Christian Wolff che si riavvicina a suo fratello Brax dopo la morte di Ray King, interpretato da JK Simmons. Sulla scia dell’omicidio c’è anche un messaggio diretto a lui: “trova il contabile”. A quel punto Christian recluta suo fratello, un personaggio estremamente letale, per aiutarlo a risolvere il caso. A detta di Jon Bernthal, Brax ha bisogno di suo fratello ma Ben Affleck non la vede allo stesso: “Non sono convinto che Christian abbia così tanto bisogno di Brax. Non è necessario, ma è utile”.
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Bill Murray, Naomi Watts e un alano nel trailer di L'amico fedele
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venerdì 25 aprile 2025
Split Fiction, il film dal videogioco con Sydney Sweeney per la regia di Jon M. Chu
Evidentemente Sydney Sweeney è un'appassionata di videogiochi, perché dopo aver avviato la coproduzione di Out Run, adesso ha accettato di interpretare una delle due protagoniste di Split Fiction, prossima versione cinematografica del grande successo Hazelight Studios. Il progetto sta davvero decollando (mentre il film di It Takes Two non si è ancora concretizzato): alla regia ci sarà Jon M. Chu, su copione degli sceneggiatori di Deadpool. A differenza di altri adattamenti da videogiochi come Un film Minecraft, questo viene messo in cantiere proprio "a caldo", visto che il titolo è uscito all'inizio di marzo.
[Foto di Sydney Sweeney di Jay Dixit, da Wikimedia Commons, licenza CC BY-SA 4.0] Leggi anche Out Run, il videogioco SEGA diventa un film di Michael Bay prodotto da Sydney Sweeney
Split Fiction con Sydney Sweeney e la regia di Jon M. Chu, il progetto decolla
Nella versione cinematografica di Split Fiction, quale ruolo ricoprirà Sydney Sweeney, Mio o Zoe? Pare che l'attrice non abbia ancora deciso: la storia del videogame degli Hazelight Studios di Josef Fares vede infatti due ragazze scrittrici finire insieme nei propri mondi immaginati, uno fantasy e l'altro sci-fi. Per sopravvivere devono collaborare, così come devono collaborare due giocatori, perché com'è stato il caso dei precedenti giochi della casa, A Way Out e It Takes Two, si deve affrontare la sfida in tandem. La Story Kitchen ha davvero premuto il pedale dell'acceleratore su questo adattamento cinematografico, perché i nomi coinvolti sono notevoli.
Il regista Jon M. Chu ormai è lanciatissimo, dopo il grande successo del musical Wicked, che vedrà il secondo atto Wicked for Good in sala questo Natale: probabile che sia stato scelto per aver saputo mettere in scena con successo un duetto al femminile, in un contesto di coreografica fantasia. Lo humor della sceneggiatura dovrebbe essere garantito da Rhett Reese & Paul Wernick, già complici di Ryan Reynolds per i Deadpool, a occhio molto sulla lunghezza d'onda dell'umorismo di Fares, che quando si occupava di cinema firmò lavori come Jalla Jalla o Kops.
Story Kitchen è ormai specializzata in questi adattamenti videoludici, dopo i Sonic, la prossima serie animata di Tomb Raider per Netflix e i film in arrivo tratti da Streets of Rage e ToeJam & Earl.
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La ragazza della palude, Daisy Edgar-Jones difende il film: "È grandioso"
Daisy Edgar-Jones negli ultimi anni ha conquistato grande e piccolo schermo. In molti l’hanno fortemente apprezzata come protagonista di Normal People e altri invece di recente in Twisters. Eppure, in una recente intervista, l’attrice ha preso le difese di La ragazza della palude, film drammatico del 2022 diretto da Olivia Newman che non ha incassato recensioni particolarmente brillanti.
La ragazza della palude, Daisy Edgar-Jones difende ancora il film: “Penso che sia fantastico”
Tratto dall’omonimo romanzo di Delia Owens, La ragazza della palude racconta la storia di Catherine, detta Kya, che cresce in una sperduta palude del Nord Carolina. Kya è una ragazza piena di risorse, che impara a sopravvivere da sola dopo essere stata abbandonata dalla sua famiglia da bambina. Da adolescente, cattura l’attenzione del quarterback della scuola, Chase, che la corteggia e la convince che un giorno la sposerà. Peccato che Chase abbia già una fidanzata e quando Kya lo scopre pone fine alla relazione, scatenando il lato oscuro di Chase. Prova ad imporsi con la violenza, le devasta casa e non accetta la fine della loro storia. Quando poi verrà trovato morto, Kya sarà la prima sospettata d’omicidio. Ad aiutarla ci penserà un avvocato in pensione, incuriosito dal suo caso e dalla sua storia. Pur essendo trascorsi quasi tre anni dall’uscita di La ragazza della palude, Daisy Edgar-Jones non ha ancora dimenticato la reazione contrastante della critica e ha preso le difese del film in una recente intervista con Elle:
Questo film è stato apprezzato dalla maggior parte del pubblico. Per alcuni è il loro film preferito. Non è incredibile? Io mi sono divertita tantissimo e penso che sia un film fantastico. L’arte è soggettiva e non puoi controllare la reazione delle persone. Puoi fare qualcosa solo con tanta buona volontà e per imparare qualcosa da essa. E poi, il modo in cui le persone reagiscono dipende dal contesto e dalle loro esigenze.
Il cast del film includeva anche Taylor John Smith, Harris Dickinson, Michael Hyatt, Sterling Macer Jr., Jojo Regina, Garret Dillahunt, Ahna O'Reilly e David Strathairn.
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giovedì 24 aprile 2025
Twin Peaks arriva in streaming su MUBI
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mercoledì 23 aprile 2025
Capi di stato in fuga: ecco il trailer del film con John Cena e Idris Elba
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I Peccatori: Ryan Coogler scrive una lettera di ringraziamento al pubblico per il successo del film
In America I Peccatori, il film di Ryan Coogler, non solo ha ottenuto il plauso pressoché unanime della critica, ma ha fatto registrare ottimi incassi al botteghino, superiori alle aspettative, piazzandosi al primo posto nella classifica dei film più visti (a oggi il film in patria ha superato i 55 milioni di dollari in cinque giorni). Per questo ll regista ha pubblicato sui social del film una lunga lettera di ringraziamento al pubblico, che potete vedere qua sotto e di cui vi riassumiamo i punti salienti.
Ryan Coogler ringrazia il pubblico che è andato al cinema a vedere I Peccatori
In questa lunga lettera al pubblico, Coogler scrive: "Voglio ringraziare tutti quelli che hanno comprato il biglietto per vedere I Peccatori, quelli che hanno deciso di prendere la macchina per vedere il film in diversi formati, quelli che hanno comprato i popcorn e una bibita, ingaggiato una babysitter e condiviso il viaggio in macchina, sono rimasti dopo all'ingresso del cinema a parlarne e si sono fatti un amico, quelli che hanno cambiato gli orari di lavoro, quelli che hanno visto il film in gruppo, voglio ringraziare tutti voi che lo avete visto più volte, che lo avete raccomandato ad altri, sia di persona che sui social o nelle vostre conversazioni whatsapp". Coogler dice poi che il film è ispirato alla sua famiglia e ai suoi avi e che realizzarlo è stato per lui un vero dono. E anche se è una storia molto cara e personale, dice, ha sempre avvertito la responsabilità di fare un film che potesse intrattenere il pubblico. "Credo nel cinema. Credo nell'esperienza di andare al cinema. Credo sia un pilastro necessario della società. Per questo io e tantissimi miei colleghi abbiamo dedicato la nostra vita a quest'arte. Ma non possiamo fare quello che facciamo se voi non venite al cinema. Il pubblico cinematografico mondiale mi ha permesso di sognare, di farmi una carriera e di costruire una vita più sostenibile per me e per la mia famiglia. E l'unico modo che conosco per ringraziarvi di questo è quello di continuare ad estrarre dalla mia personale esperienza e dalle mie relazioni altre storie da portarvi in un linguaggio cinematografico. Vedere la vostra reazione al film ha rinvigorito me e molti altri che credono in questa forma d'arte". Comunque continuino le cose, I Peccatori è un grande successo per Ryan Coogler, col suo 98% di critiche positive su Rotten Tomatoes e il record di essere il primo fllm horror ad aver ricevuto il massimo dei voti, una A, su CinemaScore. In Italia le reazioni sono state più tiepide o comunque alterne, noi, ad esempio, lo abbiamo apprezzato moltissimo. E voi lo avete visto?
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I Peccarori: Ryan Coogler scrive una lettera di ringraziamento al pubblico per il successo del film
In America I Peccatori, il film di Ryan Coogler, non solo ha ottenuto il plauso pressoché unanime della critica, ma ha fatto registrare ottimi incassi al botteghino, superiori alle aspettative, piazzandosi al primo posto nella classifica dei film più visti (a oggi il film in patria ha superato i 55 milioni di dollari in cinque giorni). Per questo ll regista ha pubblicato sui social del film una lunga lettera di ringraziamento al pubblico, che potete vedere qua sotto e di cui vi riassumiamo i punti salienti.
Ryan Coogler ringrazia il pubblico che è andato al cinema a vedere I Peccatori
In questa lunga lettera al pubblico, Coogler scrive: "Voglio ringraziare tutti quelli che hanno comprato il biglietto per vedere I Peccatori, quelli che hanno deciso di prendere la macchina per vedere il film in diversi formati, quelli che hanno comprato i popcorn e una bibita, ingaggiato una babysitter e condiviso il viaggio in macchina, sono rimasti dopo all'ingresso del cinema a parlarne e si sono fatti un amico, quelli che hanno cambiato gli orari di lavoro, quelli che hanno visto il film in gruppo, voglio ringraziare tutti voi che lo avete visto più volte, che lo avete raccomandato ad altri, sia di persona che sui social o nelle vostre conversazioni whatsapp". Coogler dice poi che il film è ispirato alla sua famiglia e ai suoi avi e che realizzarlo è stato per lui un vero dono. E anche se è una storia molto cara e personale, dice, ha sempre avvertito la responsabilità di fare un film che potesse intrattenere il pubblico. "Credo nel cinema. Credo nell'esperienza di andare al cinema. Credo sia un pilastro necessario della società. Per questo io e tantissimi miei colleghi abbiamo dedicato la nostra vita a quest'arte. Ma non possiamo fare quello che facciamo se voi non venite al cinema. Il pubblico cinematografico mondiale mi ha permesso di sognare, di farmi una carriera e di costruire una vita più sostenibile per me e per la mia famiglia. E l'unico modo che conosco per ringraziarvi di questo è quello di continuare ad estrarre dalla mia personale esperienza e dalle mie relazioni altre storie da portarvi in un linguaggio cinematografico. Vedere la vostra reazione al film ha rinvigorito me e molti altri che credono in questa forma d'arte". Comunque continuino le cose, I Peccatori è un grande successo per Ryan Coogler, col suo 98% di critiche positive su Rotten Tomatoes e il record di essere il primo fllm horror ad aver ricevuto il massimo dei voti, una A, su CinemaScore. In Italia le reazioni sono state più tiepide o comunque alterne, noi, ad esempio, lo abbiamo apprezzato moltissimo. E voi lo avete visto?
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martedì 22 aprile 2025
Weapons: ecco il primo trailer in italiano del misterioso film di Zach Cregger al cinema dal 6 agosto
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Finché morte non ci separi 2: ecco il video annuncio del cast con due sorprese da paura!
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lunedì 21 aprile 2025
Generazione romantica in un paese che cambia: intervista a Jia Zhangke
Uno sguardo lucido sui mutamenti della sua Cina, sempre al centro delle sue storie e con un ruolo cruciale insieme ai personaggi che ha raccontato in trent’anni di carriera. Jia Zhangke si presenta con un sorriso e l’entusiasmo di un ragazzo nell’affrontare le evoluzioni tecnologiche, del nostro tempo e di conseguenza del suo cinema. Occhiali da sole per un piccolo problema agli occhi, la figura più autorevole della cosiddetta “sesta generazione” del cinema cinese ha accompagnato a Roma, dove l’abbiamo incontrato, ma anche in altre città italiane, il suo nuovo film, in italiano Generazione romantica, appena uscito in sala per Tucker Film dopo essere stato presentato allo scorso Festival di Cannes.
Scritto dal regista, insieme a Wan Jiahuan, Generazione romantica è interpretato dalla musa di Jia Zhangke, Zhao Tao, insieme a Li Zhubin. Racconta di un uomo e una donna, “una storia d’amore come tante”, come indica la trama ufficiale. Siamo a Datong, in Cina, all’alba del nuovo millennio. Le cose tra Bin e Qiaoqiao sembrano andare bene, la vita scorre leggera a ritmo di musica, ma Bin decide improvvisamente di partire: questione di affari. Manterrà la promessa di ritornare? Qiaoqiao si fida. Lo aspetta. Poi, prendendo atto che i giorni del dancefloor e delle canzoni sono finiti, si mette in viaggio per cercarlo.
Jia Zhangke ha diretto una storia sospesa tra documentario e finzione. Lo abbiamo intervistato.
Quando si è reso conto che in queste immagini del passato c’era un film, una storia da raccontare?
Già dalle riprese, quindi nel 2001, avevo ben chiaro di poter raccontare una storia. Parliamo del momento in cui è arrivato il digitale, volevo creare una sorta di film itinerante, prendendo la macchina da presa, andando con i miei attori sul campo a girare, registrando i loro dialoghi. Però il materiale all’epoca non era sufficiente, quindi nell’arco di tutti questi anni ho continuato a girare, cominciando a completarlo poi solamente nella seconda metà del 2020, quando mi sono reso conto che poteva diventare la storia specifica che ho raccontato in Generazione romantica.
Quanto è importante il tempo nel suo cinema? il film ci racconta ad esempio come incida sui luoghi e sulle persone.
Il tempo svolge un ruolo cruciale per me, in particolare nei miei ultimi tre film, soprattutto ne I figli del fiume giallo. Hanno un arco narrativo molto lungo, sempre intorno ai vent’anni. Generazione romantica inizia nel 2001 e si conclude al giorno d’oggi. Dopo aver realizzato film, infatti, sempre legati a un arco temporale piuttosto breve mi sono incuriosito su come gli individui cambiano. Il corpo e l’età portano a una variazione, condizionato anche dalla società. Nell’ultimo decennio siamo stati sommersi da informazioni molto frammentarie e in questo contesto mi sono detto che avevo bisogno di più tempo per analizzare il destino delle persone. Per dare un quadro completo dei personaggi e della loro storia, adottando anche un punto di vista più storico, ho voluto compiere questo tipo di scelta. Quindi ho sentito l’esigenza di andare in contrapposizione con il rapporto con il tempo che avevo avuto nei film presenti.
Quanto era importante per lei raccontare, insieme ai personaggi, anche la Cina, il suo paese in continuo mutamento?
È sempre stato importante per me, ma questa volta, in Generazione romantica, mi sono focalizzato in particolare sulla tecnologia. In Platform, ambientato negli anni ’70, era ben evidente il cambiamento in corso, così come in Still Life, era al centro il boom economico, senza dimenticare la sua ricaduta sociale, invece in questo film una novità per me è una rinnovata attenzione verso la tecnologia, che prima era del tutto assente. Mi sono reso conto, durante la pandemia, che tutto si era fermato, a parte la tecnologia, che continuava a svilupparsi e progredire. Ho vissuto l’era di internet, poi quella del digitale, ora stiamo entrando in quella caratterizzata dall’intelligenza artificiale.
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CSC - Scuola Nazionale di Cinema: pubblicato il bando di selezione per l'ammissione ai corsi del triennio 2025-2028
È stato pubblicato online il bando di selezione ai corsi del triennio 2025 -2028 del CSC – Scuola Nazionale di Cinema, tra le più antiche e prestigiose scuole di cinema del mondo, da 90 anni luogo di formazione d’eccellenza per generazioni di professionisti del cinema italiano e internazionale.
I programmi didattici del CSC - Scuola Nazionale di Cinema si articolano nell’arco di un triennio e offrono un percorso in grado di coniugare ricerca e sperimentazione, con l’obiettivo di consolidare la collaborazione tra le componenti tecniche e artistiche dell’opera audiovisiva. Il CSC produce inoltre cortometraggi che vengono proposti durante l’anno ai selezionatori dei principali Festival del mondo.
Tra gli allievi rapidamente avviati alle professioni figurano giovani talenti tra cui Celeste Dalla Porta, Elia Nuzzolo, Matteo Paolillo, Maria Chiara Giannetta ed Eduardo Scarpetta, Margherita Ferri, Francesca Mazzoleni, Paolo Strippoli, Ludovico Di Martino, Simone Bozzelli, Valerio Ferrara, Lorenzo Tardella, Federico Russotto, Giulia Regini e Angela Norelli.
Dal direttore di fotografia allo sceneggiatore, dallo scenografo al fonico, dal costumista all’autore di effetti visivi, il CSC rappresenta il serbatoio a cui il mondo del lavoro regolarmente attinge in funzione dei nuovi progetti da realizzare.
Il Diploma rilasciato dalla Scuola Nazionale di Cinema del Centro Sperimentale di Cinematografia è equipollente alla laurea triennale L-03 (DAMS), ai sensi del D.M. n. 378 del 24 aprile 2019, ad esclusione del corso di Conservazione e management del patrimonio audiovisivo.
A partire dal 2 maggio e fino al 3 giugno 2025 sarà possibile inviare le domande di ammissione, per via telematica, esclusivamente attraverso l’apposita procedura online pubblicata sul sito del Centro Sperimentale di Cinematografia (https://ift.tt/Bix9H30).
Le domande di ammissione per il corso di Documentario e il corso di Reportage audiovisivo potranno invece essere inviate fino al 30 settembre 2025.
Qui di seguito l’elenco completo di tutti i Corsi del CSC – Scuola Nazionale di Cinema.
- Animazione
- Conservazione e management del patrimonio audiovisivo
- Costume
- Documentario
- Fotografia
- Montaggio
- Produzione
- Pubblicità e Cinema d’Impresa
- Recitazione
- Regia
- Reportage Audiovisivo
- Sceneggiatura
- Scenografia
- Suono
- Visual Effects Supervisor & Producer
Per maggiori informazioni e delucidazioni sul Bando è possibile scrivere via mail all'indirizzo: infoscuola@fondazionecsc.it
Ma c'è anche l'oramai immancabile Open Day, previsto dal CSC il 6 maggio alle ore 11.00, quando nella sala P. Germi ci sarà occasione, per tutti gli interessati, di incontrare i Direttori artistici, i docenti e lo staff del CSC – Scuola Nazionale di Cinema.
L’Open day non sarà previsto per tutti i corsi e quest’anno sarà dedicato esclusivamente ai seguenti: Costume (diretto da Maurizio Millenotti), Montaggio (diretto da Francesca Calvelli), Produzione (diretto da Gianluca Arcopinto), Reportage dell’audiovisivo (diretto da Francesca Mannocchi), Scenografia (diretto da Francesco Frigeri), Suono (diretto da Daniela Bassani e Adriano Di Lorenzo), Visual Effects Supervisor & Producer (diretto da Renato Pezzella e Daniele Tomassetti) e Conservazione e management dell’audiovisivo (diretto da Paolo Tosini).
L’Open day è fino ad esaurimento posti e sarà necessaria la prenotazione al seguente link (entro il 29/4 ore 14.00): https://ift.tt/xZVR4uw
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domenica 20 aprile 2025
Stasera in TV: Film da vedere Domenica 20 Aprile, in prima serata
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Avengers: Doomsday, il destino di Captain America dopo Brave New World: "È lui al comando"
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sabato 19 aprile 2025
A Star Is Born, Lady Gaga ricorda il film durante il Coachella: "Mi ha cambiato la vita"
Lady Gaga è una popstar di fama mondiale, ma con gli anni si è ritagliata un posto tutto suo anche nel mondo dello spettacolo spaziando tra grande e piccolo schermo. Una delle performance che il pubblico ha apprezzato di più del suo repertorio è quella da protagonista in A Star Is Born, dramma sentimentale del 2018 co-prodotto, co-scritto e diretto da Bradley Cooper che figura anche nel cast. Sono trascorsi diversi anni dal suo debutto al cinema, eppure Lady Gaga ha ancora un ricordo vivido di quell’esperienza che ha condiviso di recente con il pubblico del Coachella 2025.
A Star Is Born, Lady Gaga racconta delle riprese del film durante il Coachella 2025
In occasione dell’esibizione al Coachella 2025, Lady Gaga ha pensato bene di viziare il pubblico presente rendendo omaggio a A Star Is Born. Dopo alcuni brani tratti dal suo ultimo album Mayhem, ha offerto al pubblico presente la sua interpretazione di Shallow, brano meritevole di un Oscar, un Grammy e un Golden Globe che in origine aveva cantato con Bradley Cooper. Sul viale dei ricordi, Lady Gaga ha preceduto l’esibizione con una piccola premessa:
Sapete, dall’ultima volta che mi sono esibita qui al Coachella ho pubblicato diverse canzoni. Ma una tra queste, soprattutto, mi fa ripensare a quando ero qui e ricordo quanto fosse speciale per me potermi esibire in questo posto. Abbiamo girato un film, un film che mi ha cambiato la vita, mi ha aiutato a dire qualcosa che non avevo mai detto prima. Sono così emozionata di cantarla per voi stasera, non vedevo l'ora. Spero che la cantiate più forte che potete.
In A Star Is Born, il protagonista è Jackson Maine, un musicista esperto che si innamora della sua recente scoperta musicale, Ally, un’artista in difficoltà che vuole aiutare ad emergere. Al tempo stesso, però, Jackson deve combattere i propri demoni. Il film è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia e ha trionfato agli Oscar nella categoria di migliore canzone.
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Harry Potter, il regista ha avuto un problema d'accento con la star di Lucius Malfoy
Jason Isaacs ha dovuto lottare per il suo accento nella saga cinematografica di Harry Potter. Noto per aver interpretato l’aristocratico e spietato Lucius Malfoy, Jason Isaacs ha raccontato di recente della sua battaglia sul set per modificare l’accento del suo personaggio. L’interpretazione vocale del malvagio Mangiamorte in un primo momento è stata quasi bocciata dal regista Chris Columbus, che avrebbe richiesto delle modifiche durante la realizzazione di Harry Potter e la camera dei segreti.
Harry Potter, Jason Isaacs ha lottato per l’accento del suo Lucius Malfoy
Malfoy è uno dei personaggi più spregevoli della saga di Harry Potter, contraddistinto dal suo tono minaccioso ma al tempo stesso aristocratico che il pubblico ha apprezzato sin da subito. Eppure, a detta dell’attore che l’ha interpretato, il regista non era convinto della sua interpretazione vocale. Come ha rivelato a The Tonight Show di Jimmy Fallon, Chris Columbus aveva elaborato un accento estremamente pomposo per il padre di Draco, talmente irritante che avrebbe reso la sua performance difficile da digerire. Una scelta creativa diventata rapidamente motivo di dibattito sul set e di confronto tra attore e regista: “Ho inventato una voce, pensavo la più irritante che mi venisse in mente, che ti faceva venire voglia di prenderlo a pugni solo dopo aver sentito una sillaba”. Il regista non era convinto e ha espresso le proprie perplessità, ma l’attore ha replicato in modo brillante: “Dopotutto è un film di magia”.
A rendere efficiente poi l’impostazione vocale di Lucius Malfoy è stato anche il supporto di Daniel Radcliffe. Jason Isaacs, reduce dalla terza stagione di The White Lotus, ha rivelato: “Daniel, che Dio lo benedica, ha detto: ‘In realtà penso che sia figo. Credo che la gente lo replicherà anche nei parchi divertimento’”. Ed è stato proprio il supporto del giovane protagonista a convincere poi il regista che quell’accento fosse giusto per Lucius Malfoy. Pur avendo dato il via libera, il regista successivamente ha chiesto all’attore delle versioni più soft durante le riprese: “Mi si avvicinava e diceva: ‘Tutto fantastico, meraviglioso, ma facciamone un altro, potresti ridurre l’accento dell’80 o 90%?’”. Pare che anche la scelta del look sia merito di Jason Isaacs. In principio, l’idea era quella di dipingere Lucius Malfoy in un classico completo da uomo d’affari con capelli corti e castani: “Sono andato al reparto trucco e acconciature e ho detto 'Speravo in una parrucca... Perché non vorrebbe i capelli come un Babbano. Vorrei i capelli lunghi e biondi. Mio figlio ha i capelli biondi'. E anche per l’abbigliamento ho detto: Lucius non vorrebbe mai vestirsi come un Babbano”.
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Prima di Thanos, Josh Brolin era ad un passo dall'interpretare un eroe di Zack Snyder
Josh Brolin negli ultimi anni ha conquistato un ruolo di spicco nell’universo dei supereroi. Oltre ad aver condiviso la scena con Deadpool di Ryan Reynolds nel cast del secondo film dedicato all’antieroe sboccato, ha interpretato uno dei villain più temuti del Marvel Cinematic Universe. Eppure, prima di ottenere il ruolo di Thanos, l’attore è stato preso in considerazione per un altro ruolo di spicco nell’universo di supereroi creato da Zack Snyder: chi avrebbe potuto interpretare?
Prima di Thanos, Josh Brolin ha valutato un ruolo di spicco per Zack Snyder
Thanos è rappresentato una grande minaccia per i Vendicatori e ha segnato drasticamente l’Infinity Saga e ciò che è seguito. A causa di Thanos, molti degli eroi principali sono caduti in battaglia da Vedova Nera a Iron Man. Ad interpretarlo sul grande schermo è stato Josh Brolin, ma l’attore in questione avrebbe potuto seguire una strada completamente diversa se soltanto Zack Snyder l’avesse scelto per interpretare il suo Batman. In passato, l’attore aveva già parlato liberamente della possibilità di interpretare Bruce Wayne nel DC Extended Universe di Zack Snyder, poi sfumata con il casting ricaduto su Ben Affleck che ha interpretato Batman in diversi film come Batman v Superman: Dawn of Justice nel 2016, Suicide Squad di quell’anno e Justice League del 2017, terminando poi con Justice League di Zack Snyder nel 2021 e The Flash nel 2023.
Durante un’intervista al podcast Happy Sad Confused, Josh Brolin ha rivelato che in un primo momento era stato preso in considerazione per interpretare Batman nel film Batman v Superman: Dawn of Justice per affiancare Henry Cavill. Seppur fosse estremamente interessato all’idea, il regista ha poi optato per Ben Affleck: “Quella è stata una sua decisione, non mia. Avrei proposto una versione più matura, più roca, in mancanza di un termine migliore. Onestamente sarebbe stato divertente. E forse lo farò quando avrò compiuto 80 anni”. L’attore, però, non ha rimorsi e non è pentito. A ComicBook, nel 2018, aveva rivelato: “Ne abbiamo parlato indirettamente, ma non siamo mai arrivati al punto perché non ero la persona giusta per lui. Sono davvero contento che non sia successo. Non ci ho pensato due volte”. Thanos, del resto, gli ha offerto un’altra interessante opportunità in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame diventando uno dei villain più spietati e temuti di sempre nel MCU.
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venerdì 18 aprile 2025
Superman Day: da Christopher Reeve a Brandon Routh e Henry Cavill, festeggiamo L'Uomo d'Acciaio con i suoi film su NOW
Era il 18 aprile 1938, quando gli autori Jerry Siegel e Joe Shuster presentarono al mondo il loro "Uomo d'acciaio" nel primo numero di "Action Comics"... e da allora quella data è passata alla storia come il Superman Day. Per questa felice ricorrenza, è tempo di recuperare in streaming su NOW l'ultimo interprete del leggendario Kal-El alias Clark Kent: stiamo parlando di Henry Cavill, che ha vestito i panni del personaggio nel DC Extended Universe gestito da Zack Snyder. Il regista l'ha diretto in L'uomo d'acciaio, Batman V Superman: Dawn of Justice e Justice League. In questi film Cavill aveva saputo convincere il fandom DC, grazie sia alle sue doti attoriali, sia a un physique du rôle perfetto per il personaggio. C'è chi avrebbe voluto rinconfermare Henry Cavill come Superman, proprio in virtù della sua performance in questi lavori.
L'uomo d'acciaio, l'esordio di Henry Cavill come Superman
L'uomo d'acciaio ("Man of Steel"), arrivato al cinema nel 2013, era un film doppiamente importante. Oltre ad avviare il DC Extended Universe che doveva tener testa al successo del Marvel Cinematic Universe, riportava sul grande schermo Superman, il re dei supereroi, con un nuovo attore. Seppur attivo dai primi del Duemila, Henry Cavill aveva ottenuto pochi ruoli di rilievo fino a quel momento, avendo peraltro perso quello di James Bond in favore di Daniel Craig, perché ancora troppo giovane per 007. Anni dopo, il regista Zack Snyder trovò però in lui la fisicità e l'impostazione che cercava per Kal-El / Clark Kent, e gli assemblò intorno un cast di rilievo: Amy Adams per l'amata Lois Lane, Michael Shannon come villain Zod, addirittura Kevin Costner e Diane Lane nei panni dei genitori adottivi dell'eroe, Jonathan e Martha Kent. Da notare che per Jor-El, il padre biologico di Kal-El, venne scelto Russell Crowe: un passaggio involontariamente simbolico per Cavill, che aveva cominciato a recitare avendo come mentore proprio Crowe.
Nella storia di L'uomo d'acciaio, Kal-El era salvato dai suoi genitori dall'implosione del pianeta Krypton e dal colpo di stato del Generale Zod: finisce sulla Terra, dove una famiglia accogliente lo tratta come un vero figlio, Clark. Dopo poco i suoi cari realizzano che Clark ha capacità straordinarie: non riuscirà a tenerle nascoste per molto tempo, perché sta per scoprire le sue origini... e Zod sta per tornare, proprio per il codice genetico kryptoniano che il nostro eroe porta dentro di sé.
Entra in NOW e guarda L'uomo d'acciaio
Batman V. Superman, lo scontro del secolo
Il grande progetto di Zack Snyder per il DCEU prevedeva anche l'introduzione di un nuovo Batman, cioè Ben Affleck, in uno scontro epico: Batman V Superman - Dawn of Justice uscì nel 2016 e rappresentò per Clark / Kal-El un capitolo fondamentale della sua storia, non meno importante che per Bruce Wayne. La vicenda vede quest'ultimo preoccupato, come una porzione sostanziale dell'opinione pubblica, dai poteri che Superman ha messo in gioco contro Zod, nei momenti finali proprio di L'uomo d'acciaio. Sulla crescente tensione costruisce il diabolico magnate Lex Luthor (Jesse Eisenberg), che mira a manipolare i due supereroi per uno scontro all'ultimo sangue, avendo anche scoperto il potere della kryptonite per annullare le capacità di Kal-El. Le dinamiche di una tragedia annunciata vengono però alterate dall'apparizione di Diana Prince (Gal Gadot), una metaumana che si rivelerà essere l'indomabile Wonder Woman, un vero ago della bilancia.
Entra in NOW e guarda Batman v Superman: Dawn of Justice
Justice League, una coalizione di supereroi che ha bisogno di Superman
La versione di Justice League del 2017, ultimata da Joss Whedon a partire dal lavoro di Zack Snyder, parte dal traumatizzante finale del capitolo precedente: con Superman fuori gioco, i parademoni del terrificante Steppenwolf stanno per abbattersi sulla Terra, onde recuperare le mitiche Scatole Madri, liberandone il devastante potere. Batman cerca di arginare la minaccia: con l'aiuto di Diana assembla un team per salvare l'umanità, composto dai due con Arthur Curry / Aquaman (Jason Momoa), Barry Allen / Flash (Ezra Miller) e Victor Stone / Cyborg (Ray Fisher). Naturalmente, è impensabile contenere Steppenwolf senza il più grande metaumano mai esistito, ma sarà possibile ridare la vita a Kal-El? E quale via si potrà scegliere per riconciliarlo con l'umanità ingrata? La chiave potrebbe essere Lois Lane...
Entra in NOW e guarda Justice League
Christopher Reeve, le indimenticabili origini del mito cinematografico
Quando ancora il termine "cinecomic" non era sulla bocca di tutti, furono il regista Richard Donner e l'indimenticato attore Christopher Reeve a inventarlo. Esplose nei cinema di tutto il mondo nel 1978 il primo Superman, dove un prologo sul pianeta Krypton ci mostrava Jor-El, il padre di Kal-El, interpretato da un altro mito come Marlon Brando. La storia è canonica, Kal-El finisce sulla Terra, a Smallville in Kansas, adottato da Jonathan e Martha Kent che lo ribattezzano Clark. Dimostra grandi capacità molto presto, e alla morte di Jonathan non riesce più a contenere il desiderio di conoscere le sue vere origini, venendo attratto verso la Fortezza della Solitudine, decidendo poi quale sarà il suo nobile compito nel nostro mondo. Comincia difendendolo dalle mire del folle magnate Lex Luthor, che sul grande schermo ebbe le sembianze del recentemente scomparso Gene Hackman, come se in un solo film non potessero esserci abbastanza leggende... Superman ricevette un Oscar speciale per gli effetti visivi, insieme ad altre tre candidature per le musiche (John Williams), il suono e il montaggio.
Superman II (1980) proseguì la saga, anche se in corso d'opera la regia passò da Richard Donner a Richard Lester: fu riconfermato Hackman come Lex Luthor, che trova diabolici alleati in tre pericolosi superstiti del pianeta Krypton (il generale Zod, Ursa e Non), inavvertitamente liberati da Clark in una delle sue imprese. La circostanza mette Superman davanti al lato più oscuro delle sue radici, proprio quando ha deciso di appendere il mantello al chiodo, per vivere una vita più serena al fianco di Lois... Questo secondo atto è meno celebre del primo, però riuscì comunque a incassare 190 milioni di dollari nel mondo, a fronte di un budget sui 50, confermando il successo della trasposizione e contribuendo al mito del Superman-Reeve, solidissimo anche a vent'anni dalla scomparsa della sfortunata star.
Superman Returns: la prima e unica volta di Brandon Routh
Non possiamo concludere questo articolo senza citare Brandon Routh, l'attore che ebbe l'onore e l'onere di riportare Superman sul grande schermo, anche se per un'unica volta, quasi 30 anni dopo Christopher Reeve. Il film in questione era intitolato, giustamente, Superman Returns.
Diretto nel 2006 da Bryan Singer, il film vedeva tra gli altri protagonisti Kate Bosworth nei panni di Lois Lane e Kevin Spacey in quelli di Lex Luthor. Anche Superman: Returns è presente nel catalogo NOW.
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Superman: Rachel Brosnahan ricorda il momento imbarazzante in cui ha scoperto di essere Lois Lane
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Star Wars, svelato il titolo ufficiale del film con Ryan Gosling: l'annuncio di Shawn Levy alla Star Wars Celebration
Ryan Gosling è ufficialmente il protagonista del nuovo film di Star Wars diretto da Shawn Levy: l'annuncio è arrivato dalla Star Wars Celebration 2025, attualmente in corso a Tokyo. Sul palco dell'evento sono saliti l'attore e il regista, che ha svelato al pubblico il titolo ufficiale e la data di uscita del film.
Star Wars: Starfighter è il titolo ufficiale del film con Ryan Gosling. L'annuncio di Shawn Levy alla Star Wars Celebration
Alla Star Wars Celebration 2025, Kathleen Kennedy e Dave Filoni hanno annunciato le più importanti novità sui prossimi progetti che riguarderanno l'Universo di Star Wars. Dopo i rumors dei mesi scorsi, è arrivata la conferma che Ryan Gosling sarà il protagonista del film diretto da Shawn Levy (Deadpool & Wolverine) e che il titolo ufficiale della pellicola è Star Wars: Starfighter.
Accolto dagli applausi del pubblico, l'ex Ken di Barbie ha rivelato di essere emozionato e onorato di far parte del film, elogiandone la sceneggiatura, aggiungendo che nessun luogo era più adatto della Star Wars Celebration per svelarne i dettagli:
"Questo è il luogo perfetto per iniziare questo viaggio per noi, perché è un incredibile promemoria del motivo per cui faremo questo film e per chi lo faremo"
Shawn Levy ha confermato che il film sarà un progetto standalone, ambientato cinque anni dopo gli eventi di Episodio IX: L'Ascesa di Skywalker: "Questo film è indipendente. Non è un prequel, né un sequel. Si tratta di una nuova avventura, è ambientato in un periodo storico che non è stato ancora esplorato".
Non connesso alla Skywalker Saga, la pellicola presenterà personaggi nuovi ed esplorerà un arco temporale che non ha trovato spazio fino a ora nei vari progetti e spin-off dell'Universo di Guerre Stellari. La produzione del film verrà avviata nell'autunno del 2025 e la pellicola arriverà al cinema il 28 maggio 2027, a un anno di distanza da The Mandalorian & Grogu (22 maggio 2026), con cui si concluderanno le avventure del mandaloriano Din Djarin (Pedro Pascal) e del piccolo Grogu.
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giovedì 17 aprile 2025
I Peccatori: un affascinante viaggio nel Delta del Mississippi tra Blues, gangster, vampiri e magia hoodoo
Se I Peccatori vi piacerà o meno, dipenderà come sempre da cosa vi aspettate dal film. Chi scrive aveva la curiosità di assistere a uno spettacolo epico, incentrato su alcune delle cose che preferisce in assoluto: la musica blues, i vampiri, i gangster, la cultura nera del Delta del Mississippi... e Michael B. Jordan (per di più doppio) e la spettacolarità che solo la visione in pellicola può dare. Sarà per questo che non sono rimasta delusa, perché di tutto questo nel film di Ryan Coogler ce n’è in abbondanza. A dire il vero, era da tempo che non vedevamo un’opera così ambiziosa e somigliante al cinema epico classico, oggi sparito - con poche eccezioni - dal grande schermo. E lo schermo per questo film deve essere il più grande possibile, possibilmente gigantesco ed avvolgente, l’IMAX, perché Coogler è un regista che crede ancora nell’esperienza cinematografica collettiva, e, se vi va di leggere cosa abbiamo scritto qua sotto e di vederlo mentre spiega, usa la tecnologia per ottenere il meglio in termini di immagini e di sonoro.
Leggi anche I Peccatori: Ryan Coogler ci spiega perché, al cinema, le dimensioni contanoPer quel che mi riguarda, anche se l’ho visto su uno schermo “normale e doppiato . mi perdoneranno i fautori del doppiaggio e i professionisti del settore, ma per quanto bravi siano io preferisco sentire le voci, gli accenti, il ritmo degli interpreti originali, specie quando l’ambientazione è il profondo Sud degli Stati Uniti dove la gente non parla in ottimo… italiano - sono uscita soddisfatta e satolla dalla visione. Dovessi scrivere una recensione e analizzarlo scena per scena avrei bisogno di molte pagine, ma mi basta provare ad offrirvi qualche spunto interessante (saltando l'ovvio di cui tutti parlano, qualcuno lamentandosi anche perché "questi registi fanno horror troppo politici e parlano sempre di razzismo": giuro che l'ho sentito), che forse non servirà ad apprezzare maggiormente il film, ma magari vi toglierà qualche piccola curiosità. Prima che ce ne dimentichiamo, un avvertimento: c’è una scena piuttosto lunga a metà dei titoli di coda che perfino molti miei colleghi si sono persi, dunque non uscite non appena vedete un signore anziano - di cui vi diremo - che suona perché c'è dell'altro.
Prima de I peccatori: Il black cinema e i vampiri
Il black cinema, fino ad oggi, non ha mostrato tanta familiarità coi vampiri. I titoli nel genere più famosi sono i blaxploitation Blacula (FOTO) (1972, un sequel l’anno successivo) e il cult Ganja and Hess con Duane Jones, protagonista del romeriano La notte dei morti viventi (ne esiste un remake del 2014, Da Sweet Blood of Jesus, firmato da Spike Lee che, indovinate un po’, da noi non è nemmeno uscito al cinema ma solo in home video). Sono però film dedicati ad un pubblico nero e conosciuti solo da appassionati ed addetti ai lavori. Ci sono poi i piò noti (ma firmati da bianchi) Vampiro a Brooklyn di Wes Craven, e, in margine ma non del tutto in tema, la trilogia di Blade, La regina dei dannati e il teen horror Nero come la notte. Ma di vampiri in Mississippi non ne ricordiamo. E infatti, inizialmente, anche i protagonisti de I peccatori sono convinti che si tratti di entità demoniache. Ma esistono i vampiri nel folclore africano, che gli schiavi hanno portato in America? Esistono in molte regioni fin dall’antichità demoni che succhiano il sangue, diversi dalla figura del vampiro resa popolare dal cinema in seguito al romanzo di Bram Stoker, che in alcuni casi sono anche più mostruosi e spaventosi dei loro omologhi occidentali. Ma nel film di Coogler è come se i reietti del vecchio Continente (il loro capo è irlandese) avessero colonizzato con le loro credenze e la loro cultura anche l’immaginario nero.
I peccatori: le citazioni
Chi ama il cinema dell’orrore noterà nel film di Ryan Coogler molte citazioni e omaggi ai classici dell’horror. Sono evidenti i riferimenti ai film di John Carpenter (non solo a Vampires), a The Faculty di Robert Rodriguez con un pizzico di Dal tramonto all'alba, ma anche a titoli non horror come Non è un paese per vecchi e Fargo dei Coen, ma in due scene in particolare sono evidenti nell’inquadratura stessa il rimando a Shining e a Il giorno degli zombi di George A. Romero (e ovviamente al suo seminale La notte dei morti viventi). Coogler ha citato anche come ispirazione il romanzo "Le notti di Salem" di Stephen King e Ai confini della realtà, in particolare l’episodio intitolato L’ultimo rito di Jeff Myrtlebank (lo trovate su YouTube, se volete vederlo).
I Peccatori: La magia del Delta, lo hoodoo, Robert Johnson e il Blues
Se come noi amate alla follia il Blues e la sua profonda influenza sulla nascita della musica rock e molti altri generi musicali, conoscete sicuramente la leggenda di Robert Johnson, il re del Delta Blues, morto a 27 anni, Era un tale portento con la chitarra che si diffuse la storia avesse fatto un patto col diavolo, incontrato a mezzanotte in un crocevia, per essere il migliore. Visto che Johnson morì in circostanze misteriose, iniziò a circolare l’idea che il signore del male fosse venuto a reclamare la sua anima dopo aver mantenuto la promessa. Di lui si parla anche nel romanzo e nella serie Lovecraft Country. A proposito di magia, ne I Peccatori c’è anche l’hoodoo, tipico della zona, da non confondersi col voodoo o vudù diffuso nel Bayou della Louisiana: niente bamboline con gli spilli, né sacrifici di galli, insomma, ma una pratica magica più affine alla Wicca, dove è importante il potere curativo e di difesa contro gli spiriti maligni di erbe e radici, spesso racchiusi in piccoli scapolari appesi al collo. Nella pratica hoodoo anche la Bibbia ha un potere taumaturgico e Mosè è considerato un maestro. Anche in questo caso si può parlare di sincretismo, di culture e credenze che si incrociano e danno origine a volte a superstizioni e pseudo medicina.
Il Blues è una forma musicale che nasce nel Sud degli Stati Uniti dalla sofferenza e dalla tristezza (da lì molti fanno risalire l’origine della parola) degli schiavi, sviluppatasi dai canti di lavoro, gli stessi che in precedenza avevano dato vita agli spiritual, con connotazioni religiose, a differenza dei temi terreni del blues (l'amore, il tradimento, la miseria). Gli strumenti essenziali erano la chitarra, l’armonica e ovviamente la voce. Nel film di Coogler uno dei personaggi, da vecchio, è interpretato da Buddy Guy, 88 anni, uno dei più grandi esponenti dell’electric blues ancora in vita (è lui il protagonista della scena finale di cui vi parlavamo prima). Ma ne I peccatori non c’è solo il Blues, ma anche un altro canto popolare, le Ballad irlandesi e nella pièce de résistence del film, in una scena assolutamente grandiosa, la musica crea un ponte tra vivi e morti, passato e futuro e i ritmi tribali si mescolano all'hip hop, all’elettronica, al pop e al rock. Anche solo quella sequenza (e non è l’unica) vale la visione di un film travolgente e girato da dio, al cui ritmo, che è quello della vita, dell’amore, del sesso e anche della morte, bisogna solo lasciarsi andare.
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