martedì 28 luglio 2020

In nome di mia figlia, la disperata storia vera dietro al film con Daniel Auteuil

In nome di mia figlia (2016) è un film drammatico con Daniel Auteuil, diretto da Vincent Garenq e cointerpretato da Sebastian Koch: si basa su una storia vera, un duro e disturbante caso di cronaca nera, che cercheremo di riassumere a grandi linee, prima di mostrarvi una sequenza del lungometraggio.

In nome di mia figlia, la storia vera del caso Kalinka Bamberski: la morte inspiegabile

Nel 1982, in vacanza presso la casa tedesca del patrigno Dieter Krombach con sua madre, la quattordicenne francese Kalinka Bamberski viene lì trovata morta nel suo letto, tra il 9 e il 10 luglio. Le cause del decesso non sono chiare alla prima investigazione condotta in Germania: tutto sembra ruotare su un'iniezione che Krombach, anche medico, le avrebbe fatto la sera del 9, un preparato a base di ferro e cobalto, secondo Dieter finalizzato a migliorare l'abbronzatura della ragazzina (anche se poi, contraddicendosi, sosterrà di aver effettuato l'iniezione per curarla dall'anemia). Il preparato può causare in effetti una reazione violenta, ma il padre biologico di Kalinka, André Bamberski, da subito si rifiuta di credere all'incidente, anche perché diversi dettagli dell'autopsia sembrerebbero suggerire (ma non provare) una violenza carnale. Soprattutto, l'eventuale shock per la somministrazione di solito sopravviene immediatamente, non dopo ore o addirittura nel sonno, come ha sostenuto Krombach. I sospetti sono alimentati anche da un episodio oscuro nel passato di Dieter negli anni Settanta: la morte della sua giovane moglie per avvelenamento.

In nome di mia figlia, la battaglia legale nel caso Dieter Krombach

In Germania il medico Dieter Krombach (Sebastian Koch nel film) non viene incriminato, André riesce a farlo condannare in Francia per lo meno per omicidio preterintenzionale nel 1995, anche se pochi anni dopo la sentenza viene annullata dalla Corte Europea dei Diritti Umani perché Krombach non è presente al processo per difendersi.
La musica cambia nel 1997, quando Krombach viene condannato a due anni e alla rimozione dall'albo per aver drogato e violentato una sua paziente sedicenne, aprendo una serie di denunce, tra cui quella di due ragazze che nel 2006 sostengono di essere state drogate e stuprate proprio con la tecnica dell'iniezione di ferro e cobalto.
Nell'ottobre 2009 André Bamberski (Daniel Auteuil nel film) decide allora di far rapire Krombach per trascinarlo in Francia, avendo la Germania negato l'estradizione per un caso già chiuso. Il rapimento riesce (Bamberski verrò condannato in patria come mandante), però la Francia non restituisce alla Germania un pesto Krombach, e gli assegna nel 2011, ormai settantaseienne, 15 anni di prigione.

In nome di mia figlia, una clip in italiano dal film con Daniel Auteuil

La scena in italiano che vi presentiamo di In nome di mia figlia si riferisce all'episodio del 1997, quando André torna in Germania per assistere al primo processo a Krombach come stupratore seriale. Le preoccupazioni della moglie di André sono probabilmente anche dovute ai 500.000 marchi che Bamberski si era rifiutato di pagare nel 1983, condannato per diffamazione nei riguardi di Krombach, da lui accusato appunto dello stupro e della morte di Kalinka.



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