venerdì 31 luglio 2020

Auguri a Franca Valeri: 100 anni di intelligenza e ironia!

Oggi una straordinaria interprete del nostro spettacolo, Franca Valeri, all’anagrafe Franca Maria Norsa, compie 100 anni: una ricorrenza festeggiata ovunque, con articoli anche più approfonditi del seguente, perché riassumere la vita e la carriera di questa donna e artista eccezionale in poche righe è impossibile, e su di lei esistono documentari e libri, oltre alla sua bellissima, breve ma essenziale autobiografia “Bugiarda No, reticente”. E proprio dalla sua capacità di sintesi, di cogliere il segno con una battuta, una caratterizzazione, un dialogo, partiremmo forse per spiegare, oggi, chi è Franca Valeri a un ragazzo che non la conosca. Non è facile scegliere tra la sua variegata produzione cosa la rappresenta di più, ma forse il modo più immediato per conoscerla, ancora prima dei film, è quello di vedere su youtube alcuni dei suoi personaggi televisivi, spesso creati per la radio.

Donne al telefono: Franca Valeri e i suoi personaggi

Chi scrive, nata in epoca pre-boom, alla fine degli anni Cinquanta, ha avuto un vero e proprio imprinting con Franca Valeri grazie alle sue apparizioni televisive: bambina, la ricordo al telefono in Studio Uno e in altri varietà del sabato sera (come lei, anche Bice Valori seppe intuire le potenzialità comiche e invadenti di uno strumento che ci sarebbe diventato indispensabile), impegnata in interminabili telefonate. Era l’irresistibile signora Cecioni (fija della sora Augusta maritata Cecioni), che dopo aver parlato con “mammà”, attaccava a chiamare uffici pubblici e malcapitati interlocutori che non sempre le rispondevano educatamente, suscitando la replica “scostumato!”. Poi c’erano le telefonate della signorina snob, con la r arrotondata, il personaggio che svilupperà e tornerà poi in tanti suoi film, che usava già all’epoca termini ancora sconosciuti agli italiani come “week-end” e in cui metteva alla berlina la borghesia milanese che aveva frequentato da giovane (era nata in una famiglia benestante, padre ebreo e madre cattolica, e ferocemente antifascista), verso la quale provava comunque un certo affetto e da cui ha ereditato l’eleganza che l’ha sempre caratterizzata. Dalla sua consuetudine e stima per chi mezzi non ne ha sono poi nati altri personaggi dell’epoca come la manicure Cesira e tutte le donne tiranniche, vittime, bruttine ma intelligenti, dalla battuta tagliente, a cui il cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta hanno attinto a piene mani, spesso utilizzandola come caratterista, lei che protagonista è nata.

Franca Valeri sceneggiatrice e gli uomini

Sempre col suo caratteristico taglio "alla maschietta", sul finire degli anni Quaranta (passati finalmente l’incubo delle leggi razziali che la colpisce ma a cui fortunatamente riesce a sopravvivere con la famiglia, e della guerra), conquista il pubblico parigino con il trio eccezionale de I Gobbi, assieme al romano Luciano Salce (che sostituisce Alberto Bonucci) e al napoletano Vittorio Caprioli, che diventò suo marito (e uno dei suoi traditori compulsivi, come racconta nel suo libro), senza l’ausilio di scenografia o costumi, interpretando scene di vita moderna. Erano i cosiddetti Carnet de Notes, tra pantomima e farsa, lingua comica internazionale, rappresentati nello stesso teatro del Quartiere Latino dove si esibiva il grande mimo Marcel Marceau (è triste pensare che se oggi su internet cercate I Gobbi vengano fuori solo siti anti Juventus, ma questi sono i tempi). E a Parigi (e alla sua cultura: anche il nome d’arte Valeri deriva dal cognome del poeta Paul Valery) è legato uno dei film più belli tra quelli da lei sceneggiati, il cult Parigi o cara (1962), diretto da Vittorio Caprioli, in cui – per una volta protagonista assoluta – Franca Valeri è una prostituta, Delia Nesti, che si reca a Parigi in cerca del fratello, sperando in una vita e una carriera più brillante, ma si ritrova confinata in periferia e finisce per sposare un pizzaiolo napoletano con cui torna in Italia. Un film giustamente cult, che ricorda per certi versi, anticipandolo, il mondo colorato e camp di Pedro Almodòvar, e che inizia a fare di lei un personaggio adorato dalla comunità gay. Prima di Parigi o cara (che Cine34 trasmette stasera 31 luglio, e che vi consigliamo di non perdere) Franca Valeri aveva scritto anche Il segno di Venere (1955) diretto da Dino Risi, la cui struttura era stata ampiamente cambiata dalla produzione, che aveva voluto metterci tutte le star dell'epoca. Il film è comunque un piccolo capolavoro, e il personaggio di Cesira, ragazza romantica ma insignificante che cerca l’amore ostinatamente, restando sempre delusa, al contrario della prosperosa cugina Agnese (Sophia Loren) che viene naturalmente corteggiata da tutti, è uno dei più belli da lei scritti e interpretati. Senza contare il divertimento di vederla recitare con Alberto Sordi (suo futuro Cretinetti, con cui tante volte divide lo schermo), Vittorio De Sica, Peppino De Filippo e la stessa Loren, in una Roma sparita come quella dei bagni diurni del Passeggero vicino alla Stazione Termini.

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Franca Valeri ha sempre contribuito a creare i suoi personaggi cinematografici, rendendoli indimenticabili: Un eroe dei nostri tempi, Piccola posta, Il moralista, Il vedovo… in ognuno di questi film e in tutte le sue altre apparizioni è un piacere unico vederla nei suoi ruoli, figli dei tempi in cui li ha interpretati e quindi interessanti anche come ritratto dell’evoluzione (o meglio, dell’involuzione) di un Paese. Io ho avuto il piacere di intervistarla una volta, proprio in occasione del restauro del Segno di Venere, e proprio come immaginavo ho trovato una donna acuta, simpatica, comunicativa e mai banale (è un vero peccato non potervi riproporre il video). Anche commediografa e grande interprete teatrale, regista di opere liriche, Franca Valeri non si è fatta mancare nulla nella vita. Forse, come molte donne intellettuali, è rimasta delusa dall’universo maschile, ma di sicuro in questa splendida ricorrenza non è sola. Auguri, donna Franca, e grazie!



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