mercoledì 30 settembre 2020

Burraco fatale: nel grande gioco della vita il principe azzurro gira in Ape

Il cinema americano è pieno di film che parlano di amicizia femminile e di due, tre, o quattro donne che, unendo le forze, spaccano il mondo o lasciano il segno. Vale anche per le serie tv vecchie, nuove e nuovissime, e il primo esempio che viene in mente è l'intramontabile Sex and The City, in cui quattro giovani donne di Manhattan si scambiavano confidenze sulla propria vita sessuale sorseggiando cosmopolitan e facendo shopping come se non ci fosse un domani. Due donne hanno gridato al mondo la propria ribellione e festeggiato un inaspettato status da fuorilegge in Thelma & Louise di Ridley Scott, e tre signore non più giovanissime hanno unito le forze dopo esser state preferite dai mariti per fanciulle di più tenera età ne Il club delle prime mogli. E che dire, tanto per parlare di serie tv cult, di Jane Fonda e Lily Tomlin in Grace e Frankie? Insuperabili!
Passando al cinema italiano più recente, Michela Andreozzi ha riunito quattro indomite rapinatrici in Brave Ragazze, mentre Giorgia Farina, nella commedia nera Amiche da morire, ha raccontato di tre donne, una pistola e un cadavere di cui sbarazzarsi. Una delle protagoniste del film era Claudia Gerini, che ritroviamo nel buddy-movie al femminile Burraco fatale, che riporta alla regia di un lungometraggio Giuliana Gamba, che ha iniziato a fare cinema quando in Italia le registe si contavano sulle dita di una mano.
All'attrice che ci ha fatto ridere per la prima volta, nel lontano 1995, dicendo: "Lo famo strano?" in Viaggi di nozze di Carlo Verdone, la Gamba ha affiancato Paola Minaccioni, Caterina Guzzanti e Angela Finocchiaro. Le fab four interpretano Irma, Eugenia, Miranda e Rina, quattro signore borghesi che si vedono una volta a settimana per giocare a Burraco al grido "Come quando fuori piove". Mentre Irma crede di aver incontrato l'uomo della sua vita, l'allegra brigata viene invitata a partecipare al torneo nazionale di Burraco, che si tiene in un lussuoso hotel con SPA in cui non mancano tisane drenanti e ospiti alquanto pittoreschi.

Maestre di comicità

Burraco fatale è la dimostrazione che non solo quattro donne sono perfettamente in grado di reggere sulle proprie spalle un film (non avevamo dubbi), ma anche che possono tranquillamente far ridere, ciascuna con il proprio stile. Angela Finocchiaro, per esempio, è irresistibile nella sua sbadataggine e con la sua aria stralunata, mentre Caterina Guzzanti è cinica e mordace. Paola Minaccioni ha una comicità sia fisica che verbale e a lei Giuliana Gamba e Francesco Ranieri Martinotti affidano le battute forse più buffe del film, fra cui "Se aspetto un altro po’ entro in menopausa". Poi c’è Loretta Goggi, nei panni della suocera impicciona. Il suo personaggio appartiene a un'altra generazione, forse più serena, più risolta e più sicura di sé, perché a ben guardare, con l'eccezione forse di Miranda, le girls di Burraco fatale hanno, ahinoi, grandi fragilità. Sono vittime di loro stesse e delle loro scelte sbagliate, chi di un'indipendenza di facciata che nasconde una profonda solitudine, chi di un rapporto di sudditanza con un marito traditore seriale oppure ansioso di tornare a casa la sera e trovare la cena pronta e cucinata a puntino. A metà fra gli angeli del focolare di una volta e le giovani virago intraprendenti di oggi, le campionesse regionali di Burraco sono creature squisitamente contemporanee, ma nello stesso tempo hanno dalla loro lo spaesamento, la malinconia e perfino il cinismo e l'amarezza di tanti protagonisti maschili della grande commedia all'italiana, solo che per farsi strada in un mondo che le considera ancora il sesso debole, devono lottare di più, o addirittura fingersi ciò che non sono o che non corrisponde ai loro desideri più intimi.

Il principe azzurro

Il guaio di Irma la dolce, Rina la maniaca del fantacalcio, Miranda la ricca signora ed Eugenia la reginetta goffa degli elettrodomestici è che, quando erano delle bambine con il grembiulino o delle ragazzette con le trecce, hanno creduto, chi più chi meno, nel principe azzurro. Oltre a loro, va detto, anche i tre quarti della popolazione femminile delle terre emerse ci ha creduto. Per questo il sottotitolo, un po’ ironico, di Burraco fatale è Ogni donna cerca il principe azzurro possibilmente single, e per questo Irma, che pure ha tante risorse interne, in primis l'amore per la musica e la capacità di insegnarla, precipita in un gorgo di disperazione quando un avvenente ragazzo marocchino dagli occhi azzurri la delude. Eugenia, dal canto suo, è convinta di non poter trovare nulla di meglio dell'omino comandino che non le permette di abbandonare il suo status di Cenerentola. Giuliana Gamba non assicura un lieto fine a tutte le sue fanciulle. Ci spiega, con il film, che l'amicizia è una grande risorsa e una soluzione alle piccole tragedie, soprattutto se condita con l'ironia e l'autoironia. Pur essendo una storia inventata, Burraco fatale è vero come la vita, dove, al contrario di quanto succede nelle favole, bisogna scendere a compromessi. L’importate è che i compromessi non siano con noi stessi. Fra l'esistenza che desideravamo e quella che ci è toccata in sorte può esserci insomma una differenza, uno scarto, però è necessario continuare a lottare per far avverare i nostri sogni.

La provincia e le seconde possibilità

E' giusto definire Burraco fatale come un film sulle seconde possibilità? In un certo senso sì, perché per Irma non tutto è perduto. Ciò non significa, come appena detto, che Burraco fatale sia un feel good movie nel senso assoluto del termine. Certo, ha la leggerezza necessaria a una commedia, e per questo l'unico principe azzurro realmente esistente, e che, guarda caso, arriva da un paese lontano, si sposta con l'Ape. Attenzione: qualcuno semplifica troppo quando parla della religione di Mr. Right e di una cultura che accetta la poligamia. Fra uno scherzo e un equivoco, Giuliana Gamba sta bene attenta a raccontare la piccola provincia con i suoi pregiudizi, e i panni sporchi lavati rigorosamente dentro alle case finché non ci si mettono i social. Anzio, dove la vicenda si svolge, è un paese piccolo in cui la gente mormora, un Hysteria Lane e dove le casalinghe non sono poi così disperate ma ostentano una civetteria old fashion. Al posto delle villette qui ci sono i palazzetti dai colori pastello, ma dietro alla quiete apparente possono nascondersi turbamenti e scandali, e loschi figuri come il personaggio di Pino Quartullo che dopo 20 anni di matrimonio non sa ancora dove stanno pentole e posate.

Interpretato anche da Mohamed Zouaoui e da Luis Molteni, Burraco Fatale arriva in sala il 1° ottobre distribuito da Fenix Entertainment, che produce insieme a Rai Cinema e a Morocco Movie Group. Per andarlo a vedere non è necessario saper giocare a Burraco. Basta un po’ di voglia di lasciarsi andare a divertimento e a sogni ad occhi aperti.



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