sabato 12 ottobre 2024

Shining di Stanley Kubrick e l'uso della steadicam, la conferma di una nuova epoca per il cinema

Shining di Stanley Kubrick, in questi giorni tornato in sala rimasterizzato in 4K, viene ricordato per tante ragioni, ma una è squisitamente tecnica: una delle scene più iconiche della storia del cinema è il giro in triciclo di Danny per i corridoi dell'hotel, un crescendo di tensione ottenuto con una ripresa in steadicam. Non era proprio la prima volta che veniva usata, anzi il suo debutto sugli schermi fu con un film altrettanto mitico, ma la creazione dell'operatore Garrett Brown stava cambiando il mondo del cinema. E chi meglio di Kubrick poteva rendersene conto?

La steadicam: l'invenzione epocale di Garrett Brown prima di Shining

Per capire cosa sia la steadicam bisogna prima capire quale fosse il problema che nella seconda metà degli anni Settanta ha risolto, anzi: i due problemi che ha risolto. Una cinepresa in pellicola a 35mm aveva e ha un ingombro e un peso minimi imprescindibili, anche se nel corso dei decenni ditte come l'Arriflex erano riuscite a snellirle il più possibile. Per girare in spazi angusti e in contesti difficili, ma anche per un certo vezzo cresciuto negli anni Settanta (sul quale ironizzavano vecchi grandi come Billy Wilder), alcune sequenze cominciavano a essere girate con la machina a mano: il peso considerevole però rendeva quasi impossibile contenere i tremolii, amplificati tantissimo sul grande schermo, specialmente se si usavano focali lunghe e non troppo grandangolari.
Per movimenti di macchina complessi si possono usare carrellate su binari, appositamente assemblati nella direzione da mantenere, o il dolly, una speciale gru motorizzata che ospita operatore e macchina da presa, oppure ancora il cameracrane, dove la cinepresa è direttamente collocata sulla gru e mossa a distanza. I binari vanno però montati... e hanno bisogno di spazio. Il dolly e il cameracrane sono prevedibilmente ingombranti e hanno un loro costo.
L'operatore Garrett Brown brevettò nel 1975 un'imbracatura dotata di contrappesi ed elementi basculanti, che in parole molto povere "ammortizzano" la ripresa a mano, facendo sempre dipendere i movimenti della macchina da presa da quelli dell'operatore, ma senza un contatto diretto: il vantaggio era quello di poter eseguire alcune delle riprese più difficili anche con la camera a mano, però "morbidamente", facendo a meno di carrelli, dolly o crane. Tra gli autori ai quali fu presentata la rivoluzione c'era anche Stanley Kubrick, ma il primo film in cui fu adoperata la neonata steadicam fu Questa terra è la mia terra (1976) di Hal Hashby, precisamente in questa sequenza, che combina un classico dolly con una ripresa a terra, in continuità, per un piano sequenza unico.

Questo non fu però il primo film con una ripresa in steadicam a vedere la luce negli Usa: il leggendario Rocky con Sylvester Stallone arrivò in sala due giorni prima (!), e molte corse di Rocky furono riprese da Brown con la sua creazione, ivi compresa la salita su un'iconica scalinata... di cui esiste un ciak di prova.

L'uso della steadicam in Shining (1980) non fu in parole povere un primato, se si guardano gli anni: fu tuttavia forse la prima volta in cui anche il pubblico un po' meno smaliziato ricevette un'emozione inedita da una scena coreograficamente cucita sulla nuova tecnica. Non era più solo questione di comodità e pulizia: la steadicam, come tante altre grandi innovazioni, non cancellò binari, dolly o crane, ma vi si affiancò, presentando un'espansione del linguaggio cinematografico. Impensabile costruire binari su un'area così vasta, impossibile farci muovere una gru: piazzare un operatore con la macchina a mano su un altro mezzo avrebbe comunque generato una ripresa sporca o traballante, non mimetica del movimento fluido, costante e sottilmente inquietante del triciclo. Kubrick contribuì di persona a migliorare la steadicam, in particolare il suo output video, mentre Brown e il fonico condivisero il mezzo costruito per "inseguire" Danny, visto che era anche importante cogliere il suono delle ruote sulle diverse superfici dell'hotel.

Ci vollero diversi anni perché in Italia sbarcasse la steadicam: per esempio Alessandro Benvenuti in Ad ovest di Paperino (1981) risolse un celebre piano sequenza con Francesco Nuti e Renato Scarpa alla crudele, piazzando l'operatore con la camera a mano su una sedia a rotelle!

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