sabato 31 ottobre 2020

Sean Connery, Indiana Jones e l'ultima crociata e il vero grande cinema d'intrattenimento

La morte di Sean Connery a 90 anni spinge a riflettere sul ruolo che ha avuto per chi scrive, e per molti coetanei del sottoscritto nato nel 1976, uno dei suoi personaggi più famosi, l'Henry Jones sr. padre di Indy in Indiana Jones e l'ultima crociata (1989) di Steven Spielberg. Quando la nostra generazione ha raggiunto l'età della ragione, Connery era entrato già in una fase diversa della sua carriera, più iconica e autocelebrativa: basti pensare a Gli intoccabili (1987) e a Il nome della rosa (1986), ma l'incontro con il cinema spielberghiano generò in me una consapevolezza del mezzo particolare, forse spingendomi senza neanche che lo realizzassi, insieme ad altre opere di analoga importanza, a scrivere di audiovisivi. Questa è una riflessione che spero possa valere come omaggio.

Sean Connery, padre di Indiana Jones, il divo nel cinema davvero per tutti

Tra Sean Connery e Harrison Ford, padre e figlio in Indiana Jones e l'ultima crociata, c'erano solo 12 anni di differenza, eppure tutti giudicammo all'epoca e ancora oggi perfettamente plausibile il rapporto tra i due attori e tra i due personaggi. Avevo 12 anni io stesso quando vidi il film appena uscito in sala, non potevo riflettere su una cosa del genere, ma da adulto la realtà dei fatti continua a non disturbarmi. Perché? Solo perché Sean era invecchiato ad arte e Harrison giovanile? C'è qualcosa di più sottile.
Se tra Connery e Ford ci sono solo 12 anni, tra Indiana Jones e l'ultima crociata e Licenza di uccidere ce ne sono 27, ed è quella la distanza che si misura in questo irresistibile gioco: da ragazzino non potevo capirlo, ma stavo assistendo a un raffronto tra divi, non tra persone reali. Sean Connery è stato uno dei divi per eccellenza, in grado di segnare talmente tanto l'immaginario collettivo, da inquadrare un'epoca e perciò riconfigurare la concezione del tempo. E' una delle ragioni per cui ci si sente disorientati davanti alla perdita di un'icona, perché è una magica stella polare, che trascende le regole della vita quotidiana e il suo inesorabille trascorrere.
La presenza di Sean Connery in Indiana Jones e l'ultima crociata mi ha fatto toccare con mano come in pochi altri casi, nelle mie riflessioni sul mezzo, il concetto profondo di divismo, ma allo stesso tempo mi ha fatto realizzare qualcosa di più semplice ma di altrettanto prezioso: il suo Henry Jones Sr., essendo anche un personaggio ben scritto e perfettamente recitato, è un valore aggiunto del film anche al di là di queste riflessioni critiche e linguistiche. E forse la sfida attoriale di Connery in questo caso fu proprio nel cercare un personaggio reale, pur nel coinvolgimento "metacinematografico" voluto da Spielberg, che non a caso avrebbe sempre voluto girare un James Bond.
E allora il magistrale Henry Jones sr. di Sean Connery in Indiana Jones e l'ultima crociata mi ha dimostrato due cose: che col cinema si poteva essere divertenti, immediati e simpatici, e allo stesso tempo sofisticati e sottili, coniugando la professionalità dell'intrattenimento con livelli di lettura più complessi, sposando pop-corn e intelligenza, reazioni di cuore e storia del cinema. Ecco, per questo ringrazio Sean Connery, per essere stato un grande attore e per esserlo stato giocosamente all'interno del suo divismo, unendo in una sola emozione ogni approccio alla settima arte, dall'immediato al meditato. E in quest'impresa non poteva che essere diretto da Steven Spielberg, che dietro alla macchina da presa incarna lo stesso prezioso equilibrismo. Leggi anche Oltre James Bond: semplicemente Sean Connery



from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/3jJKa9y

via Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web

Nessun commento:

Posta un commento