lunedì 22 febbraio 2021

Dalla Spagna con furore: su Prime Video i film di Rodrigo Sorogoyen

Tra i titoli che hanno suscitato maggior clamore nel programma del Torino Film Festival 2020, che si è tenuto in versione virtuale con ottimi risultati in termini di pubblico, c’è stata sicuramente Antidisturbios, serie tv spagnola presentata nella sezione “Le stanze di Rol”, curata da Pier Maria Bocchi.
Antidisturbios - che speriamo di vedere quanto prima in Italia su qualche piattaforma - racconta con stile esplosivo e trascinante le vicende di un gruppo di violenti e cinici agenti appartenenti a un reparto antisommossa della polizia di Madrid, che parte dallo sgombero di un edificio occupato della capitale spagnola e con la morte di un giovane immigrato africano, con conseguente indagine da parte degli affari interni.
Antidisturbios è anche la prima serie di un regista spagnolo che gli appassionati di cinema più attenti conoscono già: Rodrigo Sorogoyen, che l’ha ideata e scritta assieme alla sua abituale collaboratrice Isabel Peña.



Per quanti già conoscevano Sorogoyen e il suo cinema, Antidisturbios è stata una piacevolissima conferma. Per chi invece non lo conosceva, una piacevolissima sorpresa.
Ed è soprattutto a questi ultimi che va segnalato che due dei film diretti da Sorogoyen sono disponibili in streaming su Prime Video, e che si tratta di due titoli da non perdere per nessun motivo al mondo.

Che Dio ci perdoni

Il primo dei due film di Rodrigo Sorogoyen disponibili in streaming su Amazon Prime Video si intitola Che Dio ci perdoni, ed è un thriller spietato, adrenalinico e cupissimo nel quale due ispettori della polizia di Madrid - che anche loro non sono esattamente due stinchi di santo - indagano sul caso di un serial killer che prende di mira donne anziane e sole, prima violentandole e poi uccidendole.
Ma il film di Sorogoyen non si esaurisce nell’indagine poliziesca, riuscendo a raccontare attraverso i suoi personaggi uno spaccato inquietante della società spagnola, facendone venire alla luce lati oscuri e, ovviamente, violenti, negando in qualche modo ogni possibilità di redenzione, o di miglioramento.
Presentato in prima mondiale al Festival internazionale del cinema di San Sebastián del 2016 (ma poi anche al Sitges, e a Seattle), dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura, Che Dio ci perdoni ha ottenuto sei candidature ai Premi Goya, comprese quelle per il miglior film e la miglior regia, vincendo in quella per il miglior attore protagonista, andato a Roberto Álamo (che, non a caso, è anche uno dei poliziotti di Antidisturbios).

Guarda il film Che Dio ci perdoni su Prime Video

Guarda Che Dio ci perdoni su Prime Video

Il regno

Antonio de la Torre, che con Álamo era protagonista di quel film, si rifarà grazie al film successivo di Sorogoyen, che si chiama Il regno, e che è anche lui disponibile in streaming su Amazon Prime Video. Sì, perché Il regno di candidature ai Goya ne ebbe addirittura tredici, e i premi furono sette: quello come miglior protagonista a de la Torre, appunto, ma anche quelli per miglior regia, sceneggiatura, attore non protagonista, montaggio, colonna sonora e sonoro.
I temi di Il regno sono in apparenza distanti da quelli del precedente Che Dio mi perdoni: qui non si parla di serial killer, ma di politici corrotti.
La storia vede infatti de la Torre nei panni dell’astro nascente della politica locale di un importante e non meglio specificato partito spagnolo che, come tutti i suoi colleghi, si arricchisce grazie a corruzione e manovre illecite di varia natura. Ma quando si vede trasformato nel capro espiatorio di un’intera classe politica, diverrà determinato a portare alla luce il marcio di tutto il sistema. Anche a costo della sua vita.
Ancora una volta, però, Sorogoyen usa il genere come strumento di narrazione cinematografica, e lo fa con potenza visiva e capacità di racconto per continuare a mostrare le ombre nel suo paese e delle sue istituzioni principali. E se in Che Dio ci perdoni lo stile era - pur di livello superiore - ispirato a quello di analoghi thriller hollywoodiani, qui sembra guardare direttamente, e senza complessi, al cinema di Michael Mann (e, per la precisione, a Insider): tanto nella precisione e nella cura dell’immagine che nella frenesia, e nei temi che affronta.

Leggi anche La recensione di Il regno

Guarda Il regno su Prime Video



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