mercoledì 24 febbraio 2021

La terrazza sul lago: la storia vera a cui si ispira il film con Samuel L. Jackson

Come soltanto Samuel L. Jackson sa interpretare personaggi con un forte carattere intimidatorio, La terrazza sul lago è un thriller del 2008 che approfitta del talento dell'attore per mettere in scena una vicenda ispirata da fatti realmente accaduti. La storia è quella di una giovane coppia, Chris e Lisa Mattson, da poco trasferitasi in una bellissima villa. In quella nuova casa dei sogni, i due vivono un matrimonio felice nel mite clima californiano. La loro serenità inizia ad essere minacciata quando il vicino Abel Turner, un ex agente di polizia afroamericano particolarmente razzista, sembra non tollerarli secondo lui quella felicità non è compatibile con le loro diverse etnie: lui è bianco, lei è nera. Poco per volta si incaponisce nel rendere loro la vita un inferno, affinché se ne vadano, ma la situazione inizia a degenerare. Oltre a Samuel L. Jackson, nel cast del film ci sono Patrick Wilson e Kerry Washington.

La terrazza sul lago: la storia vera racconta del film

Lakeview Terrace, il titolo originale del film, è un quartiere della città di Los Angeles che si trova nella San Fernando Valley dove si ambienta la storia. Questo distretto è tristemente noto per essere il luogo dove nel 1991 Rodney King è stato picchiato e ucciso dalla polizia, dopo essere stato fermato per guida in stato di ubriachezza. Tradotto letteralmente in italiano con La terrazza sul lago (una scelta non saggia, considerato che si perde il nome del quartiere oltre a non esserci alcuna terrazza su un lago), il film è basato su quanto vissuto da John e Mellaine Hamilton, una coppia mista continuamente molestata dal vicino di casa afroamericano Irsie Henry, poliziotto in servizio all'epoca dei fatti.

I disaccordi tra loro, diventanti un caso nel quartiere, attirarono nel 2002 l'attenzione di un reporter del Pasadena Weekly che iniziò a raccontare gli screzi, le violenze verbali e i ripetuti disturbi al vicinato che degeneravano sempre di più. Il regista Neil LaBute e lo sceneggiatore David Loughery seguivano la vicenda nelle cronache, già immaginandola adattata per lo schermo. I due però non contattarono mai gli Hamilton, ma si limitarono a prendere spunto dalla loro storia ricamandoci sopra le proprie licenze narrative e ovviamente cambiandone i nomi.

Gli Hamilton denunciarono Henry ricorrendo agli avvocati per portarlo di fronte a un giudice. In tribunale ci andarono, accumulando denunce e udienze, e Henry finì per perdere il lavoro in polizia nel 2006, ma fu ritenuto innocente nel caso di una presunta aggressione in cui lo si vedeva rincorrere John Hamilton con una bomboletta spray, "urticante" secondo Hamilton, un semplice "deodorante" secondo Henry. E questo perché poco prima Hamilton aveva spruzzato su Henry con l'innaffiatoio del giardino.

La loro vicenda andò avanti per cinque anni, fino a quando ci fu un ordine restrittivo del tribunale affinché Henry si tenesse a distanza dagli Hamilton. Quella volta che violò l'ordine, gli fu condannato dieci giorni di arresti domiciliari. Il film naturalmente va in un'altra direzione, più hollywoodiana, ma né gli HamiltonHenry furono contenti di sapere che era stato fatto un film basato sulla loro vicenda.



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