martedì 19 gennaio 2021

Jungle: la vera storia da cui è tratto il film con Daniel Radcliffe

Che cosa provereste se vi trovaste soli nella giungla sudamericana con una disperazione crescente e la speranza di uscire da quell'incubo verde che si affievolisce sempre di più? Il film Jungle con protagonista Daniel Radcliffe racconta proprio questo nei minimi dettagli, perché si basa su quanto raccontato da chi quell'esperienza l'ha vissuta realmente. Tratto dal libro autobiografico Jungle: A Harrowing True Story of Survival in the Amazon, il film mette in scena l'avventurosa storia vera di sopravvivenza che l'israeliano Yossi Ghinsberg ha vissuto all'inizio degli anni 80. Partito con due amici, accompagnati da una guida, Yossi si smarrisce e si ritrova ad affrontare in solitudine le difficoltà di un ambiente tanto affascinante quanto ostile, capace di opprimere fisicamente e psicologicamente chiunque ci si avventuri perdendo l'orientamento.

Jungle: la storia vera di Yossi Ghinsberg, smarritosi nella giungla nel 1981

Seguendo la solida tradizione israeliana, dopo il servizio militare obbligatorio (dai 24 ai 32 mesi) per i giovani maschi e femmine che compiono 18 anni, si parte con zaino in spalla per andare a scoprire il mondo. Ormai liberi dalle responsabilità relative alla sicurezza nazionale, quei ragazzi e ragazze che hanno poco più di vent'anni devono entrare in un nuovo capitolo della loro vita, ma prima di farlo vanno a conoscere le culture degli altri paesi girando il mondo per alcuni mesi. Yossi Ghinsberg era uno di quei giovani nel 1981, quando si trovava in viaggio in America Latina.

Come vediamo in Jungle, insieme ad altri escurisionisti che incontra a La Paz, il ragazzo decide di avventurarsi nei territori inesplorati della giungla della Bolivia del nord in cerca di tribù indigene e di resti di civiltà perdute. Nonostante fossero stati avvisati dei pericoli dagli abitanti locali e dal pilota del biplano che li ha accompagnati in un punto di raccolta per turisti avventurosi, ciò che Yossi e i suoi amici desideravano era vivere qualcosa di epico. Il gruppo si divise in due quando uno dei componenti si ferì a un piede e fu impossibilitato a continuare. Ghinsberg e il suo amico Kevin Gale decisero comunque di rientrare, ma non tornando sui propri passi. Per loro, se l'avventura doveva durare meno del previsto, almeno la via del ritorno doveva essere diversa da quella dell'andata.

I due scelsero la via fluviale per tornare al punto di raccolta, facendo rafting sul fiume con una canoa. Quando arrivarono in prossimità di alcune rapide, si ribaltarono e si persero di vista. Contro ogni previsione, Ghinsberg riuscì a sopravvivere per ben tre settimane in queste terre selvagge e inospitali, vivendo veri e propri stati di allucinazione mangiando tutto ciò che poteva per sopravvivere. Alla fine, venne trovato viene salvato da Gale insieme a una squadra di ricerca locale. Dieci anni più tardi, Ghinsberg tornò in Bolivia con l'intento di sviluppare un programma di turismo sostenibile in un gesto di gratitudine e rispetto nei confronti della popolazione locale e della giungla che lo ha "risparmiato".

Qui sotto le foto di Yossi Ghinsberg nel 1981, quando stava per partire per l'escursione e quando è stato ritrovato. Più in basso, lo vediamo sul set del film nel 2017 insieme a Daniel Radcliffe.

Oggi Yossi Ghinsberg è un autore, imprenditore, coach motivazionale e vive a Byron Bay, in Australia. Sostiene diverse cause umanitarie ed è il fondatore delle applicazioni Headbox, che integra tutte le attività sui social media in un unico feed, e Blinq che fornisce aggiornamenti live sui social media.



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