Realizzato nel 2017, Il giocatore di scacchi è un film spagnolo che non ha avuto una grande fortuna sui mercati internazionali al di fuori della Spagna, nonostante le molte critiche positive e i numerosi premi nel circuito di Festival cinematografici in cui è stato presentato (soprattutto per le musiche).
La storia ruota intorno allo scacchista Diego Padilla che nel 1934 vince il campionato spagnolo di scacchi, incontra una giornalista francese e ne innamora. Si trasferisce a Parigi per vivere con lei e la loro figlia, ma qui è accusato di essere una spia dai nazisti e per questo viene rinchiuso in una prigione delle SS. Nell'ambiente ostile del carcere, Diego deve riuscire a sopravvivere e lo può fare con il suo talento di fronte a una scacchiera di cui condivide la passione con l'ufficiale tedesco in comando, il Colonnello Maier.
Il giocatore di scacchi è diretto da Luis Oliveros e interpretato da Marc Clotet, Melina Matthews, Alejo Sauras e Stefan Weinert.
Il giocatore di scacchi: la storia vera che ha ispirato il film spagnolo
Il giocatore di scacchi è tratto dal romanzo El jugador de ajedrez scritto da Julio Castedo (inedito in Italia). L'autore, che ha scritto anche la sceneggiatura del film, ha creatola storia di Diego Padilla ispirandosi a quanto realmente accaduto al celebre scacchista russo naturalizzato francese Aleksandr Alechin (prende il suo nome la difesa del cavallo in f6 dopo l'apertura del bianco in e4). All'età di 22 anni, nel 1914, Alechin era uno dei quattro giocatori più forti del mondo. Negli anni '30, Alechin dominava i tornei mondiali riuscendo a mantenere il titolo di campione del mondo tra il 1927 e il 1935, e tra il 1937 e il 1946, quando morì a 53 anni.
Nel 1940, durante la Seconda Guerra Mondiale, Alechin lavorò per l'esercito francese come interprete. Quando nazisti occuparono Parigi, estendendo in breve tempo la loro invasione a tutta la Francia settentrionale, anche la sua vita, come per tutti, fu inevitabilmente influenzata dagli eventi.
Il brutale estremismo dell'ideologia nazista è quanto di più lontano potesse esserci con il gioco degli scacchi, ma gli ufficiali tedeschi cercavano un'affinità tra la "razza superiore" alla quale credevano di appartenere e l'intelligenza richiesta per muovere i pezzi sulla scacchiera. Per poter uscire dal paese occupato e raggiungere le località dove si svolgevano i tornei, Alechin scriveva articoli di propaganda nazista in cui spiegava quanto il gioco degli ariani fosse superiore a quello degli ebrei. Alla fine della guerra disse che fu costretto a firmare quei testi che non era lui a scrivere.
Tra il 1942 e il 1944, per proteggere la moglie americana Grace Wishard e proseguire la sua vita di scacchista, il giocatore accettò di partecipare ai tornei sponsorizzati dai nazisti, in cui al tavolo da gioco compariva in bella vista una bandierina con la svastica. La sua reputazione di collaboratore del Terzo Reich si diffuse rapidamente e quando la guerra terminò, nessuna federazione di scacchi lo invitò ai tornei americani o europei (eccetto quelli della penisola iberica), per le vivaci proteste degli altri scacchisti, nonostante fosse il campione del mondo in carica.
Alechin morì in un hotel di Lisbona nel 1946 mentre si preparava a un torneo. Le circostanze della sua morte rimangono oscure. Ufficialmente si dice che sia stato colpito da un infarto, ma altre indagini parlano di soffocamento causato da un boccone di carne rimastogli in gola.
Sono in molti a ritenere che ad aver messo fine alla sua vita possano essere stati i servizi segreti sovietici oppure la Resistenza francese, che nel periodo post-bellico era determinata a trovare ed eliminare i collaboratori del nazismo che avevano operato in Francia.
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