lunedì 18 gennaio 2021

I 60 anni della Carica dei 101 e 5 motivi per cui è un film importante

Il 25 gennaio La carica dei 101 dei Walt Disney Animation Studios compie 50 anni: era il 1961 quando questo mitico film di animazione sbarcò nelle sale americane (da noi sarebbe arrivato nel dicembre dello stesso anno). Praticamente tutti abbiamo nel cuore e nei ricordi una scena o un personaggio iconico di questo lungometraggio, ma adesso vorremmo proporvi cinque ragioni storiche per cui, a nostro modo di vedere, è un film storico al di là della sua contagiosa simpatia. Leggi anche Qualche notizia sulla Bella addormentata nel bosco, il film precedente

La carica dei 101, nel suo 50° anniversario 5 considerazioni per capirlo meglio

La carica dei 101 fu una rivoluzione tecnologica. È infatti il primo lungometraggio animato Disney ad avvalersi della xerografia, una variazione sul tema della... fotocopia! Fino a poco tempo prima, i disegni a matita eseguiti dagli animatori passavano dal "clean-up" (delineo e pulizia dei bozzetti), per poi essere nuovamente ricopiati a inchiostro sui fogli trasparenti che venivano immortalati, apposti sui fondali. Gli animatori si erano spesso lamentati di questo ultimo ripasso, suggerendo che sottraesse espressività ai loro disegni. Con la macchina xerografica messa a punto da Ub Iwerks, co-creatore di Topolino, i disegni a matita potevano venire direttamente fotocopiati sui fogli trasparenti, e poi colorati. Si saltava un passaggio, si guadagnava in espressività e si risparmiava, con un vantaggio pratico: per i piccoli dalmata in secondo piano si potevano riciclare le animazioni più volte, fotocopiandole!

La carica dei 101 introduce la prima villain satirica nel canone ufficiale dei lunghi animati Disney. Crudelia De Mon (Cruella de Vil in originale) è una vamp sfiorita, cattiva sì, ma anche decadente, ritratta col gusto dello sberleffo. Non c'è magia nel male che incarna, solo uno squallido realistico capriccio: non a caso alla fine del film non viene nemmeno eliminata, soltanto umiliata. Il personaggio è anche un monumento al suo animatore, Marc Davis, all'ultimo impegno prima di dedicarsi al design dei parchi a tema: nel precedente La bella addormentata aveva progettato e animato Malefica, a testimonianza della sua incredibile duttilità grafica, nel gestire due personaggi così diversi nei modi e nel carattere!

Sembra strano scriverlo, ma il film sancisce lo stop alla Disney più ambiziosa sul piano narrativo e artistico, avviando quella degli anni Sessanta e Settanta, più attenta ai costi e orientata all'intrattenimento dell'infanzia: debutta qui alla regia di un lungo l'animatore Wolfgang Reitherman, che sarà l'alfiere di questa fase, portandola avanti con La spada nella roccia, Il libro della giungla, Gli artistogatti, Robin Hood e Le avventure di Bianca e Bernie.

Un lato oscuro: proprio a partire dalla Carica dei 101, Walt Disney cominciò a disinteressarsi dei disegni animati, rassegnato all'idea che il suo modo di intenderli, fiabeschi e spettacolari, fosse anacronistico e troppo costoso. Da imprenditore, sapeva però che era necessario essere all'altezza dei tempi, e lasciò che il direttore artistico Ken Anderson ideasse uno stile più grezzo e pop, bidimensionale e un po' aprospettico, come andava di moda... e che lui sopportava poco. Per la prima volta, delegò la gestione narrativa del progetto a Bill Peet, autore unico di sceneggiatura e storyboard. Walt sarebbe tornato sui suoi passi solo poco prima di morire, per Il libro della giungla.

Se La carica dei 101 fosse andato male, la divisione animazione della Disney sarebbe stata chiusa! Walt aveva già quasi preso la decisione ferale, ma il grandissimo successo di pubblico gli fece cambiare idea: nel 1961 incassò solo negli States ben 14 milioni di dollari, equivalenti grossomodo a 120 attuali. Per l'epoca, quando l'animazione non trainava le folle di oggi, un risultato straordinario. Se Pongo e Peggy non avessero trionfato, oggi non staremmo aspettando Raya e l'ultimo drago



from ComingSoon.it - Le notizie sui film e le star https://ift.tt/38UU2Lt

via Cinema Studi - Lo studio del cinema è sul web

Nessun commento:

Posta un commento