lunedì 23 settembre 2019

Tuttapposto, stavolta decidono i giovani: sul set catanese della commedia con Roberto Lipari e Luca Zingaretti

Esordio al cinema del comico palermitano cresciuto a web, tv e Ficarra e Picone.

Si sente un vociare chiassoso, misto a risate, fin dall’imponente scalone di palazzo degli Elefanti, sede del comune di Catania. Non è in corso nessuna riunione istituzionale, però, ma decine di persone sono impegnate nelle riprese di un film, Tuttapposto, diretto da Gianni Costantino e con protagonista Roberto Lipari, comico noto fra televisione e web, qui all’esordio in un film che ha anche scritto insieme a Ignazio Rosato e Paolo Pintacuda.
È un assolato giorno di inizio marzo, quello in cui ci intrufoliamo nella divertita atmosfera di questa commedia. In una grande sala è in corso una riunione di professori, visto che il comune si trasforma per qualche giorno nella sede di un’università di una città di fantasia. “L’avevamo in mente barocca, fra Catania e Acireale, quindi non andava bene la liberty Palermo, la mia città”. Così Lipari, cresciuto a scuola dalla coppia comica più apprezzata di questi anni, Ficarra e Picone, con cui ha collaborato sia in teatro che al cinema.

Durante una pausa della scena vediamo spuntare un Luca Zingaretti vestito di tutto punto, che nel film interpreta il rettore, vero barone della raccomandazione. La storia è quella del figlio del Magnifico, lo stesso Lipari, cresciuto fra piccole e grandi corruzioni, in un mondo in cui vengono assunti solo amici e parenti e i professori hanno l’abitudine di venderei gli esami. Lo spirito di ribellione nei confronti del padre lo porterà a inventarsi un’app per smartphone, Tuttapposto, che valuta l’operato dei docenti, con l’ovvia conseguenza di sconvolgere l’intero sistema di potere baronale dell’università. Improvvisamente sono i professori a dover chiedere un buon voto agli studenti.

“Non so se il cinema italiano ha bisogno di me”, scherza Lipari, “ma da subito ho visto il percorso di Ficarra e Picone come perfetto, con l’ultimo film che ogni volta incassa di più del precedente ed è più intelligente. Li sento spesso anche qui dal set, continuano a insegnarmi un sacco di cose. Ho subito deciso di affidarmi a un regista, non sentendomi in grado di mettermi in prima persona dietro la macchina da presa. Mi sembra basti già fare lo sceneggiatore e l'attore. Gianni Costantino ha collaborato con me fin dalla sceneggiatura e mi sono affidato a lui, una mente incredibile, e sono felicissimo di averlo fatto. Quando scrivo parto da un mal di pancia, da qualcosa che mi dà fastidio. Questa volta lo dirò attraverso il cinema, dopo aver abbandonato anni fa gli studi. È un male i pancia che ho da anni. Quello che mi ha colpito del cinema è la velocità: ti giochi una scena che non potrai mai più girare in pochissimo. Avevo fatto una piccola parte in Classe Z, con la regia di Guido Chiesa, ma lì c’erano dei tempi molto più rilassati. Sarà che vivo ogni scena con un pathos particolare, anche se non sono coinvolto direttamente, ma ho notato che ti giochi tutto in poco tempo. 

Luca Zingaretti in Sicilia è ovviamente di casa, dove è trattato da stampa locale e gente comune come fosse un sovrano. Il suo commissario Montalbano non solo è entrato nella cultura popolare e fa ascolti milionari ogni volta che viene proposto in televisione, repliche comprese, ma è stato un volano importante per l’economia locale, non solo dell’audiovisivo. Ne è ben consapevole il fresco sindaco di Catania, Salvo Pogliese, che lo incontra, insieme alla stampa, nel suo ufficio, che per qualche giorno è trasformato in quello del rettore protagonista del film. Sembra un incontro istituzionale a tutti gli effetti, con tanto di stretta di mano e flash in funzione. “Catania è una grande location”, dice orgoglioso il primo cittadino, che promette di reinvestire la tassa di soggiorno per la promozione. Deve avere le sue ragioni, se ha convinto anche un palermitano doc come Lipari a girare fra i palazzi e le vie di questa splendida città. Potete immaginare, poi, il corollario di ironiche frecciatine campanilistihce d’obbligo nel nostro paese, fra arancine e arancina e la disfida su quale sia la città del vero cannolo siciliano.

Tornando a Zingaretti, in Tuttapposto recita in una delle poche commedie della sua carriera. “Me ne propongono tante, ma non tutte sono all’altezza”, ci ha confidato l’attore romano. “Sono un meraviglioso modo per esprimerti, e dico sempre che quando la gente si stancherà di me in ruoli drammatici farà il comico. Non sono uno che fa ridere per come dice la battuta, la mia è più una comicità che ha bisogno di un testo, se devo caricare troppo allora non fa per me. Ma se c’è una risata so che posso prendermela, e far ridere è una cosa meravigliosa. Sono contento perché si è avviato un ricambio generazionale, come dimostra questo film. I giovani regalano sempre delle sorprese, ci vuole coraggio soprattutto produttivo. Certi set di una commedia sono tristi, perché sai che stai facendo qualcosa che non funziona, qui invece è diverso, la gente è gradevole, gli attori sono bravi e questo giovane regista, Gianni Costantino, ha grande esperienza come aiuto, è sapiente con gli attori e ha un senso del racconto che a me piace moltissimo.”

Tuttapposto uscirà nelle sale il prossimo 3 ottobre, distribuito da Medusa.



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