Brad il bello, nei nostri cinema nel C'era una volta a... Hollywood di Quentin Tarantino e adesso anche nel fantascientifico film di James Gray, è senza dubbio la star del momento.
A 55 anni, 56 da compiere in poco più di un paio di mesi, il 18 dicembre prossimo, Brad Pitt è più in forma e più cool che mai. Lo ha dimostrato soprattutto vestendo (e svestendo, in una scena sui tetti di Bel Air che ha fatto girare la testa a molte e a molti) i panni di Cliff Booth, controfigura, segretario, factotum e amico dell'attore Rick Dalton interpretato da Leonardo DiCaprio in C'era una volta... a Hollywood, il nono film di Quentin Tarantino che sta sbancando i botteghini italiani, di cui è anche protagonista della storyline più affascinante e compiuta.
Ma anche nella versione più stilizzata, intimista, tormentata e aerospaziale di Roy McBride, protagonista di Ad Astra, il film di James Gray uscito nelle sale italiane dopo essere stato presentato in concorso al Festival di Venezia 2019, Pitt fa la sua signora figura. E conferma di non essere solo un volto, o un corpo, ma anche un attore con tutte le carte in regola per affrontare ruoli difficili come questo.
Insomma, ci sono pochi dubbi che Brad Pitt - uno che, peraltro, sembra essersi ripreso benissimo da una separazione che avrebbe fiaccato un toro, quella da Angelina Jolie - sia la star del momento.
E per chi già fosse andato al cinema, ma di Brad Pitt non ne ha ancora abbastanza, ecco qui sei film da lui interpretati che trovate disponibili su Amazon Prime Video.
Fight Club
Quello che David Fincher ha diretto a partire dal romanzo omonimo di Chuck Palahniuk è uno di qui film che non hanno bisogno di presentazioni. Diventato "di culto" già al momento della sua uscita nelle sale, in quel 1999 che per molti osservatori è stata un'annata davvero eccezionale per la qualità dei film che ha proposto. Al fianco di Pitt, lo sapete bene, c'erano Edward Norton e Helena Bonham Carter. E il ruolo del ruvidissimo, sbruffone, affascinante e ultra sicuro di sé Tyler Durden è uno di quelli su cui cui si è costruito il mito dell'attore.
Ocean's Eleven
Brad Pitt e George Clooney, si sa, sono amici per la pelle. E quando hanno potuto, non hanno perso l'occasione di incrociare le proprie traiettorie professionali. Meglio ancora se coinvolgendo anche altri membri di una combriccola di amichetti hollywoodiani che ha rappresentato e rappresenta un po' l'equivalente contemporaneo del leggendario Rat Pack degli anni Sessanta, quello composto da Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Jr. e tanti altri. E non a caso questo famosissimo film di Steven Soderbergh è un libero remake di uno interpreato decenni prima da Sinatra e soci. Come sempre, Pitt è ubercool nei panni di "Rusty" Ryan, lo scanzonato braccio destro di Danny Ocean, che ha sempre una soluzione pronta, mantiene sempre la calma e ha sempre qualcosa da mangiare in mano.
Il curioso caso di Benjamin Button
Alla terza collaborazione con Fincher (la prima, per gli smemorati, era stata quella di Seven), Brad Pitt inizia a voler dimostrare di non essere solo un corpo d'attore, e di covare ambizioni più alte rispetto al mostrare gli addominali scolpiti e un sorriso da far tremare le ginocchia. Qui, anzi, il suo corpo lo mortifica quasi, interpretando il personaggio del titolo, quello nato dalla penna del grandissimo Francis Scott Fitzgerald. Quello che nasce vecchio, e diventa via via più giovane man mano che gli anni passano e la vita scorre. Quello che gli è valsa la sua seconda nomination all'Oscar.
The Tree of Life
Gli sforzi compiuti da Pitt nella direzione di un cinema meno commerciale e più impegnato trovano un coronamento quando a volerlo come protagonista di un suo film è un regista leggendario come Terrence Malick. Tre film - e, in buona sostanza, tre capolavori - realizzati tra il 1973 e il 1998, uno nel 2005, Malick si era costruito la fama dell'autore che le sue opere le centellinava. Ma dopo questo The Tree of Life, ha iniziato a inanellare un film dopo l'altro, con risultati più che altalenanti. La voglia di essere improvvisamente prolifico sarà arrivata con la Palma d'Oro di Cannes, o per l'aver lavorato con Brad Pitt?
Cogan - Killing Them Softly
Con Andrew Dominik, il registra neozelandese di questo noir metropolitano tratto da un romanzo di George V. Higgins, Brad Pitt aveva già lavorato qualche anno prima, interpretando il ruolo di uno dei più leggendari pistoleri del vecchio West in L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford. Cambia il setting, perché siamo sempre negli Stati Uniti, ma nell'autunno del 2008, ma le pistole rimangono: qui Pitt interpreta il ruolo di Jackie Cogan, un killer rude e senza scrupoli alle prese con un complesso regolamento di conti mafioso. Anche come superduro ed eroe negativo, l'attore non delude, e anzi risalta messo al fianco di esperti di questo genere di film come Ray Liotta, James Gandolfini e Richard Jenkins.
World War Z
Insomma, abbiamo capito una volta di più che al cinema Brad Pitt va bene in tutte le salse e per tutte le stagioni. Può essere buono o cattivo, ruvido o elegante, appassionato e seducente o sfacciato e provocante. Vecchio o giovane. Stuntman o astronauta. Un Brad Pitt va bene in tutte le occasioni: anche quando bisogna salvare una famiglia e il mondo da un'apocalisse zombie. Come avviene puntalmente in questo film di Marc Foster tratto da un best seller di Max Brooks, di cui il nostro Brad non è stato solo protagonista, ma anche produttore (e di cui siamo in attesa di un annunciato sequel), come anche in The Tree of Life e Coogan - Killing Me Softly.
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