sabato 16 giugno 2018

Marisa Tomei: "Asia Argento è un'eroina e la mia Zia May una neofemminista"

Un Oscar vinto nel 1992 per il ruolo della fidanzata di Joe Pesci in Mio cugino Vincenzo, la convinzione di essere un'attrice non protagonista intrappolata nel corpo di un'attrice protagonista e un ingresso tardivo nell'universo dei cinecomic Marvel grazie al ruolo di una zia May giovane e sexy, Marisa Tomei è la destinataria di uno dei premi del Filming Italy Sardegna Festival nonché la protagonista della seconda giornata della manifestazione cinematografica ideata da Tiziana Rocca. Arriva nel giardino del Forte Village con un completo bianco e grossi occhiali anni '70, e al seguito di una publicist che non la perde di vista, il che è comprensibile, visto che l'attrice nata e cresciuta a Brooklyn e figlia di genitori di origine italiana è un nome importante di Hollywood, una presenza costante sugli schermi cinematografici, dov'è apparsa per la prima volta nel 1894.

Con una carriera ricca e variegata costellata di importanti collaborazioni (Sidney Lumet, Darren Aronofsky, Michael Winterbottom), Marisa Tomei hai tra i suoi progetti futuri anche la televisione e lo sviluppo della sua casa di produzione, la Seneca Falls. E poi è in arrivo un horror molto atteso di cui è la protagonista femminile. Parliamo de La prima Notte del Giudizio, di cui ci ha raccontato qualcosa all’inizio di un incontro "succoso" e interessante.

La prima Notte del Giudizio, come sapete, è il prequel di un franchise che negli Stati Uniti ha avuto un successo enorme e che, oltre a divertire, riflette sulla questione razziale e sui problemi economici. Nel film io sono la mente che ha ideato il folle esperimento e che, un po’ come il creatore della bomba atomica, non ha idea delle terribili conseguenze della sua invenzione e del male che scatenerà. C’è un giornalista della CNN molto famoso negli Stati Uniti che si chiama Van Jones, e che attraversa l'America parlando alla gente della questione razziale. E’ nel film e io divido alcune scene con lui, e la sua presenza dà al racconto una forte connotazione sociale e politica. La cose interessante della serie è che è stato il pubblico a decidere quale direzione dovesse prendere. La notte del giudizio è nato come un semplice horror. Poi, grazie agli spettatori, è diventato portatore di un messaggio importante.

Può parlarci di Ms., la serie che racconta della giornalista, attivista e icona femminista Gloria Steinem?
Per me è si tratta di un progetto importante che non so se vedrà effettivamente la luce. E’ nato prima di Me Too e di Time's Up con lo scopo di raccontare cosa accade alle donne al giorno d'oggi e cosa accadeva in passato, per esempio negli anni '70. Io sono tra i produttori e con me c’è anche la Smokehouse di George Clooney, e mi fa veramente piacere che un uomo di tale integrità morale sia interessato a questa storia. Non so se la serie partirà, lo spero tanto.

Cosa pensa di Me Too, crede che sia un movimento utile?
Credo che sia importante che si parli di queste cose anche nelle famiglie, per esempio fra madri e figlie, o padri e figlie, e penso che le attrici debbano condividere il loro vissuto e scambiarsi opinioni a riguardo, in fondo noi donne di cinema non abbiamo tante occasioni per incontrarci, visto che sui set ci sono molti più maschi che femmine, quindi questo movimento potrebbe essere un'ottima occasione. Per me Asia Argento è un'eroina, una persona incredibile. Il dibattito al momento si è allargato anche ad altre realtà professionali, coinvolgendo le donne che lavorano nei campi o nei ristoranti. Nessuna categoria deve restare isolata, è arrivato il momento di unirci tutte quante.

L'incontro professionale della sua vita...
Ogni persona con cui ho lavorato mi ha dato qualcosa, mi ha arricchito, ma per me un'esperienza speciale è stata In the Bedroom di Todd Field, un regista che ama lavorare con troupe molto ridotte. Sul set eravamo solamente sei persone ed è stata un’esperienza intensa, intima, che ha migliorato il lavoro di ogni attore.

Che rapporto ha con l'Italia?
L'Italia è il paese che amo di più al mondo. Alcuni dei miei parenti materni vengono dal sud, mentre quelli paterni abitano a Lucca e li andiamo a trovare spesso. Facendo delle ricerche, da parte materna sono risalita ai miei avi di 600 anni fa e ho scoperto di avere alcuni antenati contadini e altri al servizio del Re del Sicilia.

Cosa le piace di zia May?
Il nostro regista, come sapete, è Jon Watts, e ha deciso che la zia May non dovesse essere una di quelle donne che trascorrono tutto il tempo a casa a preoccuparsi per gli altri, nel caso specifico per il nipote. Per John il mio personaggio doveva identificarsi con la persona che aveva formato Spider-Man trasmettendogli i suoi valori. Se ci pensate, Spider-Man è veramente un supereroe su generis, una specie di supereroe della porta accanto, e la stessa zia è diventata, in questo nuovo franchise, una persona empatica, un'attivista, una neo-femminista, una donna che fa del volontariato, e poi esce sempre, perché il nipote la spinge a stare fuori di casa il più possibile.

Un tempo a Hollywood era difficile per una donna sopra i quarant'anni lavorare. Crede che le cose siano cambiate o stiano cambiando?
Le cose stanno cambiando, e lo dimostra l'Oscar andato quest’anno a Frances McDormand come miglior attrice protagonista, o quello vinto da Julianne Moore. E poi le donne stanno cominciano ad avviare le proprie case di produzione, e comunque il fatto che io continui a lavorare mi sembra un buon segnale. Io stessa ho fondato da poco una casa di produzione e ho appena prodotto un documentario, un film che verrà mostrato a un festival in Irlanda il mese prossimo e una serie tv. Mi piace l'idea di sostenere progetti dotati di una certa profondità e legati a personaggi complessi, a tutto tondo. Produrre è bello, decisamente faticoso, ma di grande soddisfazione. Ho deciso di chiamare la mia compagnia di produzione Seneca Falls in ricordo del primo primo posto degli Stati Uniti dove le donne hanno ottenuto il diritto di voto.



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