Nel mondo della serialità, sono ormai generi affermati quelli dello spionaggio e della fantapolitica. Forse proprio per la capacità che hanno di creare universi paralleli simili al nostro e quindi mondi espansi ed allargati anche nei tempi, dove il potere di pochi arriva a sovrastare intere nazioni. Perciò, a partire da Homeland e passando per The Americans e per il meno nobile Quantico, si giunge a questo prodotto del Regno Unito, Deep State, opera ideata a quattro mani da Simon Maxwell e Matthew Parkhill.
Un agente dell'MI6 ormai in pensione deve tornare in azione per una nuova missione che lo riguarda da vicino. Presto si ritroverà nel bel mezzo di un misterioso piano politico estero architettato da CIA e MI6 che metterà a repentaglio la sua vita e quella della sua ignara famiglia.
L'incipit dello show è di quelli che rimangono nella memoria dello spettatore; non i primi minuti, bensì le prime due ore e mezza di visione circa, pari a tre episodi, tanto serve agli autori per presentare i personaggi e farli muovere su una scacchiera narrativa che procede in maniera non lineare per ricongiungersi infine quando le pedine sono ormai al loro posto. Ed è abbastanza incredibile pensare a una tensione emotiva mantenutasi costante per così tanto tempo, finché non si risolve in maniera ovvia eppure necessaria. È quindi dopo questo splendido esempio di eleganza espositiva che si entra nel cuore della storia di Deep State, quando ormai lo show ha conquistato il suo pubblico; da qui in avanti lo svolgimento si mantiene su livelli elevati, tra colpi di scena e il naturale svelamento dei misteriosi piani governativi, complice una durata della stagione di soli otto episodi, il giusto minutaggio valutando la densità della trama della serie di Maxwell e Parkhill. I protagonisti si muovono dall'Europa al Medio Oriente senza soluzione di continuità, in alcuni momenti mettendo anche a repentaglio la stessa credibilità dell'impianto narrativo, ciononostante a guadagnarne è la fruibilità e il ritmo dello show. Tutto procede su binari ben tracciati senza dimenticarsi di delineare alla perfezione ogni passaggio dell'intricata vicenda fantapolitica.
A creare empatia immediata nei confronti dei protagonisti è la componente familiare, presente in ognuna delle due vite del personaggio interpretato con efficacia da Mark Strong: da una parte il figlio abbandonato anni prima insieme al ruolo di agente segreto, dall'altra la nuova moglie e le sue bambine; tutti i rapporti sono ben descritti nel corso delle otto puntate. In particolare il Max Easton di Strong incarna perfettamente le due anime dello show, quella intima, personale e quella conflittuale, professionale, quest'ultima sempre pronta a deflagrare in ottime sequenze d'azione.
L'unica nota apparentemente deludente di Deep State è una messa in scena convenzionale, manca insomma quella ricerca espressiva che sta prepotentemente attraversando la televisione contemporanea da quando importanti registi cinematografici sono passati al piccolo schermo; tuttavia sarebbe stata un'accuratezza non necessaria per uno show che punta tutto sull'intrattenimento attraverso una storia ben scritta e sviluppata – e lo stesso discorso vale per l'acclamata Homeland.
Deep State si impone come ottimo esempio di show spionistico inglese, seguendo le orme di altre serie americane, come appunto quella di Gordon e Gansa, riuscendo comunque a trovare una propria individualità all'interno del panorama televisivo internazionale; quanto basta per proseguire il cammino nelle stagioni successive.
(Deep State); genere: spionaggio, thriller; sceneggiatura: Simon Maxwell, Matthew Parkhill; stagioni: 1 (rinnovata); episodi prima stagione: 8; interpreti: Mark Strong, Joe Dempsie, Karima Adebide, Kingsley Ben-Adir, Lyne Renée, Anastasia Griffith, Alistair Petrie; produzione: Endor Productions, Red Arrow International, 6 Degree Media; network: Fox (U.K., 5 aprile-24 maggio 2018), Fox (Italia, 9 aprile-28 maggio 2018); origine: Regno Unito, 2018; durata: 50' ca. per episodio; episodio cult prima stagione: 1x03 - Caccia all'uomo (1x03 - The Man Came Around)
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